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Fiera Milano in trattative con Parma: piano per un leader globale nel food

di Giovanna Mancini

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Luca Palermo, Amministratore delegato e Direttore generale di Fiera Milano Spa

Luca Palermo, Amministratore delegato e Direttore generale di Fiera Milano Spa

L’accordo in cantiere, inizialmente teso allo sviluppo di alleanze nel settore alimentare, non escluderebbe in futuro ulteriori alleanze anche su altri settori

25 gennaio 2022
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3' di lettura

«Ci stiamo lavorando, ma al momento non posso dire di più». Luca Palermo, Amministratore delegato di Fiera Milano, non smentisce la notizia uscita ieri sull’edizione di Parma di Repubblica.it di una possibile integrazione con Fiere di Parma, la società che organizza (assieme a Federalimentare) la manifestazione dell’alimentare Cibus, a cui da anni il gruppo lombardo guarda con interesse, con l’obiettivo di creare una grande fiera italiana dedicata alla filiera agroalimentare, in sinergia con la rassegna milanese Tuttofood, in grado di competere con le grandi fiere estere, dalla tedesca Anuga alla francese Sial.

Il progetto allo studio - passato nei giorni scorsi al vaglio dell’Assemblea dei soci di Fiere di Parma – andrebbe ben oltre la semplice collaborazione per lo sviluppo coordinato e integrato di eventi dedicati al settore alimentare. Si tratterebbe di una vera e propria operazione societaria, in base alla quale Fiera Milano entrerebbe nell’azionariato di Fiere di Parma sottoscrivendo un aumento di capitale dedicato, attraverso il conferimento di asset, ovvero la manifestazione di proprietà Tuttofood, in cambio di un controvalore in azioni di Fiere di Parma.

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Sinergia e integrazione

La possibile sinergia e integrazione tra gli organizzatori delle due principali manifestazioni italiane dedicate al food, di cui si parla da anni, sembrerebbe dunque essere vicina. «Le parti confermano che sono in corso una serie di approfondite analisi da parte del management e dei rispettivi advisor, per configurare una ipotesi di partnership tra Fiera Milano e Fiere di Parma - si legge in una nota congiunta diffusa ieri sera dalle due società -. A tale riguardo, si precisa che allo stato attuale la potenziale operazione non è ancora stata oggetto di delibera approvativa da parte degli organi delle rispettive società in quanto sono ancora in corso le opportune verifiche circa la fattibilità della stessa». Le trattative sono in corso, dunque, ma resterebbero ancora alcuni dettagli da definire, e non di poco conto, a cominciare dal valore da attribuire a Tuttofood, uno dei fiori all’occhiello di Fiera Milano, che nell’ultima edizione pre-Covid (2019) aveva registrato oltre 3mila espositori (per l’84% italiani) e 82.500 visitatori (per il 23% da 143 Paesi). Numeri simili a quelli di Cibus, che nell’ultima edizione pre-pandemia ha visto 3.100 espositori e 82mila visitatori.

Cambio di governance

Altra questione delicata, a quanto risulta al Sole 24 Ore, riguarderebbe la nuova governance che Fiere di Parma dovrebbe assumere in seguito all’ingresso del nuovo socio, attraverso una revisione dello statuto. Attualmente, la compagine societaria vede come maggiori azionisti Crédit Agricole Italia, con il 34,42%, il Comune e la Provincia di Parma, ciascuno con il 19,58%, la Camera di commercio locale, con il 12%, l’Unione parmense degli Industriali con l’8,44% e la Regione Emilia-Romagna con il 5,08%. È facile ipotizzare che, in cambio della cessione di una delle sue manifestazioni di punta, Fiera Milano potrebbe non accontentarsi di un posto in consiglio.

Integrazioni imposte dalla pandemia

La discussione, dunque, è ancora aperta. L’operazione sarebbe però in linea con le ambizioni più volte espresse dall'amministratore delegato di Fiera Milano (si veda Il Sole 24 Ore del 3 dicembre 2021), secondo cui la pandemia ha reso ancora più urgenti quei processi di alleanze e integrazioni tra quartieri fieristici di cui si discute da anni, con l’obiettivo di realizzare in Italia manifestazioni a vocazione internazionale, capaci di diventare punti di riferimento per le filiere industriali in cui l’Italia è leader, ma anche di attrarre operatori dall’estero e di competere con le maggiori fiere globali. A cominciare, appunto dall’alimentare: nonostante il nostro Paese sia tra i maggiori produttori ed esportatori mondiali in questo settore, gli hub fieristici più importanti (anche per le aziende italiane) si trovano a Colonia (Anuga) e a Parigi (Sial). L’ipotesi di integrare sotto un’unica regia le due principali rassegne italiane, Tuttofood e Cibus, andrebbe quindi nella direzione auspicata. Ma le possibili sinergie non si fermerebbero qui: stando alle indiscrezioni, l’accordo inizialmente teso allo sviluppo di alleanze nel settore alimentare, non escluderebbe in futuro ulteriori alleanze anche su altri settori in cui entrambi i quartieri fieristici sono riferimento.

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