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La Cassazione conferma la condanna al piromane di Sant’Antioco: sei anni

di Davide Madeddu

Caltanissetta, guardie Wwf filmano piromane che appicca incendio

Nell’incendio durato 24 ore nell’estate del 2013 erano andati distrutti 15 ettari di territorio. Per l’uomo i giudici hanno disposto l’interdizione dai pubblici uffici. Risarcimento di 40mila euro alla Regione

28 gennaio 2023
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2' di lettura

Le fiamme di origine dolosa avevano distrutto 15 ettari di territorio nell'isola di Sant’Antioco nella Sardegna sud occidentale in una giornata di agosto di dieci anni fa. Ora, per quei fatti, un uomo dovrà scontare quella che è stata definita la “condanna esemplare”, confermata dalla Corte di Cassazione. Ossia sei anni di reclusione e l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e l’interdizione legale durante la pena. L'uomo, inoltre, dovrà inoltre risarcire la Regione con 40mila euro.

Il rogo nel 2013

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La fine di una vicenda iniziata proprio in una giornata già calda dell'agosto del 2013. Le fiamme divamparono il 25 in una zona dell’isola particolarmente frequentata da turisti e vacanzieri in cui la vegetazione arriva sino alle spiagge e al mare. Il fuoco, spinto dal maestrale, aveva da subito fatto scattare l’allarme. Per spegnere l’incendio erano intervenuti due Canadair e inoltre un vero e proprio esercito di persone composto da addetti all’antincendio, vigili del fuoco, protezione civile e volontari. Le operazioni di spegnimento delle fiamme, coordinate dal corpo forestale e di vigilanza ambientale regionale, erano durate 24 ore e, per garantire la sicurezza era stata disposta anche l'evacuazione di una spiaggia e alcune case vicine.

La conta dei danni

Il giorno dopo, a bonifiche ultimate, la conta dei danni. L’incendio, secondo quanto emerso dalla ricostruzione del Corpo forestale, aveva interessato e distrutto circa 15 ettari di bosco, macchia mediterranea, cisteto e pascolo. Allo stesso tempo l’avvio delle indagini con gli specialisti del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale di Iglesias e dalla stazione forestale di Sant’Antioco.

Cinque punti d'innesco

L’attività investigativa, composta da ascolto testimoni e ispezioni sul campo, rilievi e analisi, aveva permesso di ritrovare cinque punti d'innesco lungo la Strada Provinciale che costeggiava le aree colpite dai roghi.

Quindi l'individuazione di un sospetto. Poi i processi di primo e secondo grado terminati con la condanna.

La conferma della Cassazione

Alla fine, il ricorso alla Corte di Cassazione e la parola fine a un una lunga vicenda. Per l’uomo la conferma della condanna a sei anni e il risarcimento del danno alla Regione.

Regione Parte civile

Nei processi la Regione, cui andranno 40mila euro di risarcimento, si era costituita parte civile in virtù della norma regionale (del 2000, modificata poi nel 2005) secondo cui la costituzione di parte civile si deve considerare obbligatoria «per incendio doloso, ovvero per incendio colposo dal quale sia derivata la distruzione di almeno 25 ettari di superficie boscata e sia stato necessario l'intervento di almeno un mezzo aereo della flotta regionale, ovvero eventi dai quali sia derivato grave pericolo per l'incolumità pubblica o gravi danni ambientali». Negli altri casi viene lasciata valutazione discrezionale all'area legale per la decisione e opportunità. Inoltre la quantificazione delle spese sostenute per lo spegnimento degli incendi, resta in capo al Corpo forestale e di vigilanza ambientale.

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