di Nino Amadore
2' di lettura
Un cambiamento di rotta della Commissione europea sulla questione della messa al bando del motore a combustione interna che consenta l’utilizzo, insieme all’elettrico, dei biocarburanti. È in sostanza questa la richiesta che parte da Gela e se ne fa portavoce Giuseppe Ricci, direttore generale Energy evolution di Eni. Il luogo è la Raffineria, ormai simbolo della transizione ecologica ed energetica, che ospita Ditte Juul-Joergensen, direttore generale Energia della Commissione europea. «Anche i biocarburanti giocheranno un ruolo importante complementare ai veicoli elettrici – dice Ricci – soprattutto per la decarbonizzazione del trasporto pesante, del trasporto aereo e del trasporto marittimo. Questa visita vuole anche essere un momento per riflettere sull’intenzione della Commissione europea di bandire il motore a combustione interna, anche se alimentato da bio carburante. Vorremmo una correzione di rotta che porti a mantenere questo ruolo e per farlo abbiamo voluto mostrare lo sforzo che Eni e il territorio tutto con i suoi lavoratori, le sue imprese e le sue professionalità, stanno facendo nella trasformazione di questo di questo sito. Un sito che poteva essere tranquillamente abbandonato seguendo l’onda della della transizione ecologica e invece continua a essere vivo e anche prospettive future di rilancio».
Il riferimento di Ricci è alla Bioraffineria avviata da Eni nel 2019: un impianto che ha una capacità di lavorazione fino a 750.000 tonnellate annue, e tratta prevalentemente oli vegetali usati e di frittura, grassi animali e sottoprodotti di scarto per produrre biocarburanti di alta qualità. Una riconversione, quella della raffineria di Gela in bioraffineria, resa possibile anche dalle innovazioni di Eni in ambito tecnologico: in questo caso l’Ecofining, una tecnologia proprietaria sviluppata in collaborazione con Honeywell-UOP, grazie alla quale Eni è in grado di trasformare materie prime di origine biologica in biocarburanti, in particolare nel biocarburante di alta qualità HVO (Hydrotreated Vegetable Oil). Il processo, data la sua grande flessibilità, consente di trattare diversi tipi di cariche e di produrre una vasta gamma di biocarburanti per la mobilità stradale e per gli aviogetti: entro il 2025 Eni raddoppierà la capacità delle proprie bioraffinerie di Venezia e Gela fino a raggiungere 2 milioni di tonnellate ed entro il prossimo decennio la capacità di bioraffinazione Eni crescerà fino a 6 milioni di tonnellate/anno. «Dagli anni 2000 tra bonifiche, impianti fatti, impianti ancora da fare come Argo-Cassiopea che finalmente ha avviato la sua realizzazione Eni sta investendo da queste parti circa 4 miliardi di euro» ha detto Ricci.
Per Ditte Juul-Joergensen, «È molto rilevante quello che sta succedendo a Gela. Perché dimostra come la transizione ecologica può essere spinta e accelerata e allo stesso tempo può erssere messa insieme allo sviluppo sociale e dell’occupazione. È un esempio».
Nino Amadore
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy