di Mariolina Sesto
Elezioni, Salvini: “Centrodestra compatto, mi chiedo invece Pd e M5S”
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Si svolgeranno in un unico giorno le consultazioni elettorali per i referendum e quelle per le amministrative di primavera. L’election day sarà il 12 giugno. Quel giorno ci sarà il primo turno delle elezioni comunali. Nei comuni con più di 15mila abitanti il secondo turno sarà due settimane dopo, il 26 giugno. Il via libera è arrivato dal consiglio dei ministri.
Per contenere i costi la scelta di accorpare referendum e amministrative è stata inevitabile. Una “vittoria” per la Lega che, in questo modo, spera di poter raggiungere il quorum del 50% dei votanti per i referendum proposti. In tutto i quesiti sono cinque.
La decisione del Viminale di scegliere il 12 giugno come data dell'election day, appare però come una sorta di colpo al cerchio e una alla botte: i promotori del referendum possono esultare per l'accorpamento con le amministrative, mentre chi osteggia i cinque quesiti sulla giustizia sarà ben felice di aprire le urne a metà giugno quando la voglia di andare al mare potrebbe avere la meglio su quella di recarsi ai seggi.
La decisione presa dal consiglio dei ministri è quella di votare, sia al primo che al secondo turno, solo la domenica. Sono 970 i comuni al voto, di cui 21 sono i capoluoghi di provincia e 4 quelli di Regione: Genova, Palermo, L’Aquila e Catanzaro. Le coalizioni sono alle prese con la scelta dei candidati. Regge quasi ovunque l’intesa tra Pd e M5S, mentre Lega, FdI e FI pagano le lacerazioni dopo la spaccatura sul bis di Mattarella.
I quesiti ammessi dalla Corte costituzionale a febbraio e che saranno oggetto del referendum sono cinque: la riforma del Csm, l’abolizione della legge Severino, i limiti agli abusi della custodia cautelare, la separazione delle funzioni dei magistrati e la loro equa valutazione.
Al di là delle eventuali convenienze politiche, dietro l’election day c’è anche una convenienza economica: per le casse dello Stato accorpare politiche e amministrative significa risparmiare almeno 200 milioni di euro. Inoltre, la scelta di andare al voto dopo l’8 giugno (giorno di chiusura della maggior parte delle scuole) eviterà agli studenti di perdere giorni di lezione dopo i disagi della Dad e in generale della pandemia da Covid.
Mariolina Sesto
vice capo servizio
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