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Moda, sette fiere con 3.000 espositori: la filiera in vetrina a Milano

di Marta Casadei

Cambi di poltrone e dati economici

Dal 17 al 27 febbraio in scena Homi Fashion&Jewels, Micam, Mipel, TheOne, Filo, Lineapelle e White. Obiettivo: cavalcare la ripresa e fare il pieno di buyer esteri

19 febbraio 2023
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4' di lettura

Sono circa 3.000 i marchi che, dallo scorso venerdi 17 a lunedi 27 febbraio, hanno presentato e presenteranno le loro creazioni a Milano, tra Rho Fieramilano, il centro congressi Allianz Mico e il Tortona Fashion e Design District, nell’ambito di sette manifestazioni fieristiche dedicate ai filati, alla concia, alle calzature, alle borse, all’abbigliamento e alla pellicceria, a gioielli e bijoux e alla moda di ricerca.

Le fiere milanesi dedicate alla moda, infatti, sono tornate in gran forma dopo il biennio Covid e hanno un obiettivo comune: fare il pieno di buyer, italiani e stranieri, sperando in un ritorno sia dei russi sia dei cinesi. Del resto le edizioni di febbraio di Milano Unica e Mido hanno registrato numeri positivi: oltre 5.300 visitatori la fiera dei tessuti e 35.000 quella degli occhiali, con compratori internazionali in netta crescita rispetto all’anno scorso.

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Venerdi 17, in barba alle superstizioni, ha aperto le danze Homi Fashion&Jewels, manifestazione dedicata alle novità del settore bijoux e accessori moda con 600 brand, di cui il 30% esteri, tra affermati ed emergenti.

Micam riparte con 988 marchi (di cui 451 stranieri)

Oggi, invece, è la volta di Micam, Mipel e The One, che chiuderanno il 22 febbraio passando il testimone alle sfilate in calendario con la Camera Moda. Quella tra le manifestazioni dedicate a calzature, borse e pelletteria e abbigliamento (inclusa la pellicceria) è una combinazione ben rodata. Micam, giunto alla 95esima edizione, dà spazio alle collezione autunno-inverno 23/24 di 988 marchi di calzature, di cui 451 di espositori internazionali. Un’occasione per consolidare una ripresa che si è verificata lo scorso anno, ma è comunque ostacolata su più fronti: dalla guerra in Ucraina all’aumento esorbitante dei costi energetici, passando per la difficoltà di reperire materie prime e personale. «In una fase cruciale per sostenere la ripresa economica del settore e riportare la produttività ai livelli pre-pandemia, questa rassegna rappresenta una opportunità straordinaria - ha detto Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici e di Micam -. Abbiamo rivolto massima attenzione all'innovazione nel retail ma anche quanto di più aggiornato c'è sul fronte della sostenibilità. L’aggiornamento tecnologico e la digitalizzazione sono fattori predominanti per il nostro comparto, fattori che potrebbero contribuire a rendere più appetibile le nostre aziende per le nuove generazioni».

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Una foto della precedente edizione

Mipel, la pelletteria chiude il 2022 con export a +15,1%

Cavalcare la ripresa è un’imperativo anche tra gli stand del Mipel 123, dove sono riuniti circa 150 marchi. Secondo i dati di preconsuntivo il comparto ha chiuso il 2022 con fatturato s intorno ai 13 miliardi di euro (+14,8%) ed export a +15,1% rispetto al 2021.- ci : «Siamo forti del successo riscosso dalle ultime edizioni di Mipel e le stime provvisorie di preconsuntivo sulla pelletteria made in Italy confortano e ci spingono ad andare avanti con ancora più convinzione - spiega Franco Gabbrielli, presidente di Assopellettieri -. Il Salone si conferma il principale punto di incontro tra brand e buyer internazionali qualificati alla ricerca del meglio della pelletteria italiana e internazionale e pensiamo che questa edizione possa essere particolarmente importante per i nostri espositori con un possibile ritorno in fiera non tanto dei buyer russi, ma di quelli di mercati già in crescita nel corso della scorsa edizione. Penso a Giappone, Usa, Corea del Sud, Singapore, Qatar ed Emirati». Il salone ha sperimentato con successo nelle precedenti edizioni post pandemia (e ripropone quest’anno) una formula digitale: uno showroom online realizzato in collaborazione con la piattaforma Mirta.com e già attivo dal 1°febbraio.

Sale la produzione di pellicce (+16%) protagoniste a The One

Anche The One Milano, con 115 marchi di abbigliamento e outewear, investe nella tecnologia e si presenta anche con idee, progetti e realtà per essere pronti alle sfide poste dall'Europa nel percorso verso la sostenibilità. Uno dei prodotti chiave della manifestazione (che nasce come evoluzione di fiere che esistevano in precedenza: Mipap e Mifur) è la pellicceria. Un settore che - seppur depauperato dai passi indietro che i marchi del lusso hanno fatto negli anni, eliminando le pellicce dalle collezioni - rimane un asset del made in Italy: secondo una rilevazione del Centro Studi di Confindustria Moda per Aip nel 2022 è aumentato sia il valore della produzione a livello retail, pari a 843 milioni di euro (+16% sul 2021), sia l’export, pari a 277,8 milioni di euro (+23,4%). Le vendite oltre confine della pellicceria made in Italy sono tornate ai livelli pre Covid nonostante l’assenza della Russia, mercato principale di questa industria.

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Il monte della filiera a Filo e Lineapelle

Nel corso di questa settimana è in mostra anche il monte della filiera: nelle stesse date di Micam, Mipel e TheOne svolge anche Filo, salone internazionale B2B dedicato ai filati in allestimento al MiCo, centro congressi Allianz. Tra il 21 e il 23 febbraio, invece, andrà in scena, sempre a Rho-Fieramilano, la nuova edizione di Lineapelle ( e con una parziale connessione diretta con le altre fiere: per esempio ha una presenza al Mipel, nell’ambito di Mipel Lab) , dedicata ai prodotti dell’industria conciaria per la primavera-estate 2024. L’edizione 101 di Lineapelle ospita 1.161 espositori provenienti da 42 Paesi (61,7% italiani, 38,3% esteri): 544 concerie, 403 accessori/componenti, 164 tessuti e sintetici, 50 aziende di altri settori. Sul piano produttivo, il 2022 è stato un anno critico per l’industria conciaria: i volumi sono risultati in calo e secondo gli organizzatori di Lineapelle « il 2023 non è partito meglio, ma la sensazione, però, è che dalla primavera si possa invertire la china». Da qui l’importanza della manifestazione come punto d’incontro tra aziende e compratori internazionali: Medio Oriente, Europa e Usa si sono confermati mercati solidi per i pellami made in Italy.

A White Sign of the times focus sulla moda di ricerca

Le manifestazioni continuano a partire dal 24 febbraio - pur cambiando location in città- con White Sign of the Times nel Tortona Fashion District con un focus sui talenti internazionali e sui marchi di nicchia, in collaborazione con Confartigianato e il Comune di Milano. Una manifestazione dalla storia ventennale che da sempre è dedicata ai brand di nicchia e di ricerca e dà spazio ai giovani talenti proponendosi come ponte tra creatività e mercato.

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