di Mara Monti
L'Italia torna a muoversi da alta velocita' ad aerei
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Non l’hanno presa bene a Francoforte, quartier generale di Lufthansa, la notizia della scelta del governo italiano di andare avanti con la cordata del fondo Certares insieme ad Air France-KLM e Delta Air Lines. I primi a reagire sono stati i tedeschi, dopo che da mesi venivano dati per favoriti nella corsa per ITA Airways.
«La nostra offerta congiunta con MSC era e continua ad essere la soluzione migliore per ITA» si ribadiva in un comunicato stampa inviato subito l’ufficializzazione della notizia, facendo capire che si è preferito optare per una scelta politica con una maggiore influenza dello Stato, evitando «una completa privatizzazione di ITA». La vicenda della cessione di Ita Airways è diventata inevitabilmente oggetto di campagna elettorale dopo le dimissioni improvvise del governo Draghi. Ne era consapevole anche il ceo di Lufthansa, Carsten Spohr che nell’avvertire qualche settimana il governo uscente a decide «in fretta», si era affrettato ad aggiungere che qualsiasi sarà il prossimo esecutivo «Ita Airways ha bisogno di un partner per crescere».
Se Ita Airways non entrerà a fare parte del portafoglio delle compagnie regionali di Lufthansa al fianco di Swiss, Austrian Airlines e Brussel Airlines, Francoforte ha pronta una contromossa per crescere in Italia, il secondo mercato per importanza dopo quello domestico, con 4 milioni di passeggeri considerando tutte le compagnie del gruppo. E lo farà a partire da Air Dolomiti, la controllata italiana con sede a Verona, che in queste settimane ha aggiunto alla sua flotta due ulteriori aerei portando a 17 gli Embraer 195 che collegano il Nord Italia con gli hub principali di Monaco e Francoforte.
Continuare ad ampliare il network «con le nostre forze» è il mantra che circola in queste ore partendo dall’attuale rete di 2.386 voli del gruppo in Italia nell’estate 2022 con Roma prima città per passeggeri trasportati, seguita da Milano, Venezia, Napoli e Firenze. La maggior parte dei voli vanno ad alimentare gli hub per i collegamenti internazionali della compagnia da Francoforte, Monaco, ma anche Bruxelles, Zurigo, Vienna, Amburgo, per passare a Stoccolma, Berlino, Dusseldorf, fino a New York. Per le destinazioni internazionali vanta parter come l’americana United e la candese Air Canada.
Dal turismo al cargo, il trasporto merci delle imprese del Nord Italia per Lufthansa ha un peso importante in particolare nei settori dell’auto e delle macchine industriali, quella divisione cargo che nell’ultimo trimestre ha sostenuto i risultati positivi del vettore per la prima volta dalla pandemia, a differenza della divisione passeggeri che continua ad essere in affanno.
L’accordo con MSC doveva servire anche a questo ovvero rafforzare il trasporto merci in un mercato quello italiano dominato dalle compagnie low cost europee Ryanair, easyJet e Wizz Air, concorrenti che si sono rafforzati a partire dalla pandemia. Quelle low cost che lo stesso Spohr intendeva indebolire costruendo un forte vettore europeo insieme a Ita Airways perché « l’Europa non si merita di volare in low cost».
Con a disposizione liquidtà per 11,4 miliardi di euro e un debito di 6,4 miliardi di euro a fine giugno in calo rispetto ai 9,4 miliardi di fine dicembre, Lufthansa si è detta pronta ad investire per il rilancio del gruppo, smantellando i rami secchi, quotando la divisione di manutenzione Lufthansa Technik e assumendo 10mila dipendenti entro il 2023. Nei giorni scorsi ha ricevuto il primo Boeing 787 su 32 ordinati dal costruttore americano che ha ricominciato a consegnare i Dreamliner dopo una lunga pausa.
A consentire a Lufthansa di tornare ad essere protagonista nelle operazioni di acquisizione, è stata la restituzione anticipata lo scorso novembre al Governo tedesco, dell’ultima parte del prestito del piano di salvataggio da 9 miliardi di euro, attivato durante la pandemia per salvare il gruppo, passaggio necessario per tornare ad essere autonoma. A gennaio la presentazione della manifestazione di interesse per Ita Airways insieme a MSC: sembrava cosa fatta, fino a ieri mattina.
Mara Monti
Redattore
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