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Calcio e film in streaming: 5mila euro di multa e trasmissioni interrotte per chi usa siti illegali

di Alessandro Longo

Pirateria tv, proposta di legge per ampliare gli interventi dell'Agcom

Show interrotti in automatico e multe. Ecco alcune delle novità che arriveranno nei prossimi mesi, in base alla proposta di legge appena approvata all'unanimità alla Camera

29 marzo 2023
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4' di lettura

La partita in tv o il film in prima visione, piratati, si interrompono in automatico pochi minuti dopo l'inizio. Le autorità li hanno bloccati in tempo reale. E avete presenti quelle grandi collezioni di mp3 e file mkv (film) scaricate sull'hard disk, terabyte di roba diligentemente archiviata? Ora ci costeranno caro – se abbiamo preso quelle opere in modo illecito: 5 mila euro, il quintuplo rispetto a prima.

Sono le due principali novità che arriveranno nei prossimi mesi, per quanto riguarda i normali fruitori di opere pirata, a quanto si legge in una proposta di legge appena approvata all'unanimità alla Camera. La sua approvazione definitiva sembra inevitabile, quindi vediamo come cambierà la vita di quegli utenti internet che finora hanno avuto un rapporto non proprio adamantino con il diritto d'autore.

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Quali opere e in quale modo

Cominciamo col dire che la legge riguarda tutte le opere soggette a copyright. Film, musica, partite, libri, giornali (…) e in qualunque modo ottenuto (illegalmente): in streaming (diretta o no), da siti web, tramite file sharing o altro modo.La novità normativa colma così un'ambiguità che sembrava escludere lo streaming dall'applicabilità (non citato nelle norme ancora in vigore, arrivate in un'era pre-streaming).

Pronto intervento anti pirateria

La norma dà superpoteri ad Agcom di bloccare uno streaming prima che sia attivo o al massimo a 30 minuti della partenza, con provvedimento immediato, per «casi di gravità e urgenza, che riguardino la messa a disposizione di contenuti trasmessi in diretta, prime visioni di opere cinematografiche e audiovisive o programmi di intrattenimento, contenuti audiovisivi, anche sportivi, o altre opere dell’ingegno assimilabili, eventi sportivi nonché eventi di interesse sociale o di grande interesse pubblico».

Agcom chiederà il blocco dns o IP che permette accesso a quel contenuto illecito ai provider internet. Chiederà la rimozione dai server che ospitano il file o trasmettono il feed live (cosa che però è quasi sempre vana perché sono posti fuori dall'UE) e la deindicizzazione dai motori di ricerca.Risultato: diventerà meno possibile trovare, per vie illecite, soprattutto partite e altri eventi su cui ci sono grossi interessi economici. E una volta trovate si correrà comunque il rischio di una interruzione sul più bello.

Sanzioni più alte per gli utenti

La normativa cambia anche nelle sanzioni previste per chi fa gravi violazioni, ad esempio per quantità di opere (non c'è una numerica precisa) o per recidiva: ora 5 mila euro. Prima era invece 1.032 euro, in questi casi. Resta 150 euro per i casi non considerati gravi. La norma chiarisce inoltre che questa super sanzione riguarda anche i servizi streaming e sharing online, mentre prima (quella di 1032 euro) era solo per presenza di supporti fisici.C'è anche la confisca dei prodotti. Hard disk e computer, insomma.Attenzione, però. A differenza di quanto riportato da varie fonti di informazioni, la “normativa non prevede il carcere per gli utenti finali, in nessun caso”, spiega Alfredo Esposito, avvocato esperto di copyright digitale.

Lo prevede in effetti solo per violazioni commesse a scopo di lucro (“reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa da euro 2.582 a euro 15.493”).Non si applica allora se c'è solo un interesse personale (tipicamente, risparmiare soldi dell'acquisto). Nella normativa (già adesso) fa eccezione l'utente del cosiddetto “pezzotto” che rischia pene e sanzioni più alte essendosi dotato di hardware.

Prevista anche la reclusione

Secondo la Cassazione, il reato consiste nella violazione della legge sul diritto d'autore del 1941 — art. 171 octies l.633/1941, per , «chiunque a fini fraudolenti produce, pone in vendita, importa, promuove, installa, modifica, utilizza per uso pubblico e privato apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale».

In ogni caso, la nuova normativa aumenta pene e sanzioni previste per chi guadagna con questi prodotti illeciti; offre inoltre nuovi poteri ad Agcom anche per colpirne la monetizzazione.

Anche per questi motivi quindi ci dovrebbe essere, come effetto per gli utenti finali, una ridotta disponibilità.

Le tempistiche

Ma quando scatterà il tutto? La pubblicazione in gazzetta ufficiale non dovrebbe tardare data la quasi scontata approvazione immediata anche al Senato. Dopo, la norma prevede la necessità di una revisione del regolamento Agcom entro 60 giorni.

Facile prevedere un impatto già sul campionato di calcio 2023-2024, tra l'altro. Ma l'utente finale cosa rischia davvero? Difficile inoltre ipotizzare se le autorità vorranno o riusciranno a colpire anche gli utenti finali, in effetti, applicando le nuove importanti sanzioni per i casi gravi.

Non lo fanno da molti anni (con l'attuale normativa), preferendo concentrarsi sui chi ci guadagna con le opere illecite. Di nuovo fa eccezione il pezzotto, per la gravità economica del caso. Ogni anno sono denunciati migliaia di utenti, che finora se la sono cavata con le vecchie sanzioni (da 150 a 1032 euro).

Val la pena ricordare che la Cassazione nel 2017 ha confermato una condanna a 6 mesi e 2mila euro un cittadino di Palermo dotato di “pezzotto”.


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