di Gianni Rusconi
(REUTERS)
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Nove aziende su dieci considerano la digital transformation un aspetto molto importante per le loro politiche di sviluppo, ma molte non hanno ancora definito una strategia per dotare i propri dipendenti delle competenze necessarie per una appropriata alfabetizzazione digitale. Il messaggio di fondo che emerge da uno studio elaborato dalla Technical University of Munich per conto di Sap («Skills for Digital Transformation», indagine condotta su 116 decision maker in area business e It di organizzazioni attive in 18 Paesi) l’abbiamo sentito ormai diverse volte. Senza skill adeguati, questo il punto focale della questione, è impossibile pensare a un cambiamento che, partendo dall’adozione strutturata delle nuove tecnologie, abbraccia tutte le sfere operative, di processo e di management dell'impresa.
Lo studio, però, evidenza una tendenza che a molti potrebbe essere ignota. Quale? Nell’edizione 2015 della ricerca, i manager oggetto di campionamento che ritenevano i dipendenti della propria azienda privi delle competenze necessarie per una trasformazione digitale di successo erano il 53% del totale. Oggi questa percentuale è aumentata al 64 per cento. Come si spiega questo dato, che sa molto di paradosso se pensiamo al “martellamento” mediatico profuso dai vendor tecnologici per sensibilizzare le aziende al verbo del digitale?
I motivi sono diversi. Innanzitutto, dicono gli autori del rapporto, la crescente velocità dell’innovazione tecnologica e la maggiore consapevolezza dell’importanza di quest’ultima per il futuro delle imprese. Gli executive, inoltre, possono avere sviluppato una migliore comprensione delle competenze di cui la propria azienda ha bisogno e delle capacità realmente disponibili internamente.
Non è un caso, in proposito, che solo 16% degli intervistati avesse istituito due anni fa un programma dedicato di recruiting o di formazione per costruire la base di competenze necessaria per formare il futuro digitale della propria azienda. Oggi assistiamo a una convergenza di vedute per quanto riguarda i “set” degli skill digitali richiesti e a una più diffusa consapevolezza del fatto che le aziende devono collaborare con i dipendenti per infondere le conoscenze necessarie per una transizione indolore.
Da Helmut Krcmar, chair for Information Systems, Department of Informatics della Technical University, è arrivato in sede di commento una tirata d’orecchie “bonaria” per il management aziendale. «Questo studio - ha infatti scritto in una nota - sottolinea come molte organizzazioni siano ancora nella fase di orientamento della trasformazione digitale. Dato che nuove tecnologie continuano ad emergere, le aziende devono essere proattive nel definire un percorso chiaro per l’implementazione degli strumenti digitali, che includa tutte le aree e i livelli aziendali».
La ricetta standard per mettere a punto questo percorso ancora non esiste, ma i progetti per identificare le best practice da seguire per sviluppare le competenze funzionali a una trasformazione di successo non mancano. La stessa Sap, per esempio, in collaborazione con il Centro Europeo di Ricerca per i Sistemi Informativi (Ercis), ha identificato un piano strutturato di recruiting e sviluppo delle conoscenze, basato su un’analisi dei bisogni di apprendimento, quale fattore chiave per aumentare la capacità dei dipendenti di coprire nuovi ruoli all’interno dell’organizzazione e di crescere professionalmente. Il piano, nel dettaglio, prevede attività finalizzate allo sviluppo di una cultura aziendale indirizzata alla formazione continua, collaborativa e autogestita con l’aiuto di un sistema integrato di gestione dell'apprendimento.
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