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Gallura, con Gallicantu lo stazzo dei pastori si trasforma in resort

di Davide Madeddu

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Abbandonata dagli anni ’30, è stato il fulcro della vita agro-pastorale gallurese e indica contemporaneamente l’azienda contadina e la costruzione abitata dai padroni o dai mezzadri. La ristrutturazione (con apertura in primavera) prevede cinque camere, due suite, piscina, terrazza e una grotta per le degustazioni

27 febbraio 2022
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2' di lettura

Il vecchio stazzo degli anni trenta, abbandonato da cinquant’anni, rinasce all’insegno dell’ospitalità di lusso, grazie allo scenario naturale regalato da macchia mediterranea e graniti e alla mano dall’architetto Jean Claude Lesuisse. Apre in primavera a Luogosanto in Gallura Gallicantu (che in sardo antico significa alba) lo stazzo ripensato in chiave turistica di alto livello, a pochi passi dal borgo situato nel cuore della Gallura.
Le opere di rivisitazione e ricostruzione sono ultimate.

Nella fase di recupero e trasformazione i proprietari, Marco Maria Berio e Raffaella Manca, hanno cercato materiali e arredi, «disegnando ogni pezzo così come lo avevano immaginato per trasformare la struttura costruita quasi un secolo fa ma da una cinquantina d’anni in stato di abbandono».

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Gallicantu conserva due stazzi (lo Stazzo è stato il fulcro della vita agro-pastorale gallurese per centinaia di anni e indica contemporaneamente l’azienda contadina e la costruzione abitata dai padroni o dai mezzadri) restaurati con materiali tradizionali: i cantoni di granito delle strutture originali sono lasciati a vista e le vecchie tegole recuperate o reinventate come lampade da interno. In questo scenario ci sono poi alcune digressioni dell’architetto Jean Claude Lesuisse, come le finestre a occhio di bue, donano a entrambi un carattere originale, quasi fiabesco, che si ritrova anche negli interni di Gallicantu, dove la tradizione incontra la creatività onirica di Lesuisse.

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Lo stazzo principale ospita cinque camere una diversa dall’altra, un salotto con camino per le sere più fresche e una zona benessere con sauna, bagno turco, docce emozionali e una piccola area relax. Poco più in avanti, le due suite Igna e Mendula, che si affacciano sul mandorleto dove una volta si trovava la piccola vigna che serviva al fabbisogno familiare.

«Ogni spazio è disegnato secondo lo stile dell’architettura organica: elementi naturali come ferro, pietra e ginepro trovano la giusta armonia con tessuti, tappeti e ceramiche dell’artigianato sardo moderno – chiariscono i proprietari –. La vecchia stalla ora ospita la cucina di Gallicantu. Arredi di recupero e mobili creati su misura da artigiani del luogo nascondono elettrodomestici Aeg di ultima generazione, che permettono di ridurre i consumi e prestare attenzione all’ambiente». E poi, solo per gli ospiti colazione e cena su una terrazza da cui si vedono i paesi dell’Alta Gallura e la Corsica.
Al centro della tenuta la piscina ricavata tra le rocce, un angolo di relax dove dimenticare i ritmi cittadini all’ombra di alberi secolari. Imperdibile la Grotta: già abitata in epoca pre-nuragica, è una spettacolare cantina per la degustazione di salumi, prosciutti e formaggi provenienti dagli stazzi vicini o da piccoli produttori locali.

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