Ucraina, il presidente Zelensky in visita a Bucha: luogo di fosse comuni
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Continua l’escalation di sanzioni contro la Russia dai paesi occidentali, nel tentativo di arginare la crisi militare in Ucraina. Domani, mercoledì 6 aprile, approderà sul tavolo degli ambasciatori Ue a Berlino il quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia. E anche gli Usa annunceranno nuove sanzioni contro la Russia, in coordinamento con i Paesi del G7 e la Ue, come riferisce la Cnn, citando una fonte dell’amministrazione americana.
La Commissione europea proporrà ai partner Ue il divieto di importazioni di carbone, legno, prodotti chimici e altri prodotti per un valore di circa 9 miliardi di euro all’anno. La Ue proporrà, inoltre, un divieto di esportazione verso la Russia per un valore di altri 10 miliardi di euro l’anno per semiconduttori, computer, tecnologia per il gas Gnl e altre apparecchiature elettriche e di trasporto.
«Continueremo a degradare la capacità tecnologica e industriale della Russia», ha annunciato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen in un videomessaggio, specificando inoltre che «imporremo un divieto di importazione di carbone dalla Russia, del valore di 4 miliardi di euro all’anno. Ciò taglierà un’altra importante fonte di entrate per la Russia». Inoltre, ha specificato von der Leyen, «non è tutto, stiamo lavorando a sanzioni aggiuntive, anche sulle importazioni di petrolio, e stiamo riflettendo su alcune delle idee presentate dagli Stati membri, come le tasse o canali di pagamento specifici come un conto di deposito a garanzia».
L’Italia annuncia che non porrà veti, mentre Germania e Austria frenano sullo stop a Gazprom. «Non è possibile tagliare le forniture di gas russo», dice il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner, mentre Berlino si mostra disponibile sullo stop al carbone.
Intanto, il ministro francese Le Maire annuncia che l’Ecofin ha dato il suo via libera a sanzioni «per gradi» all’energia russa. «I Ventisette hanno dato prova della loro disponibilità a estendere le restrizioni sulle importazioni e le esportazioni della Russia - ha detto -. Hanno indicato la loro determinazione ad ampliare la lista delle personalità e l’elenco delle imprese assoggettate a sanzioni e hanno indicato la loro volontà di includere nelle sanzioni il settore energetico, in proporzioni e seguendo un calendario da definire».
Per approfondire: Stop gas e petrolio russo, nella maggioranza c'è un fronte a favore dell'embargo energetico
Oggi 5 aprile e c’è stato anche l’atteso intervento del Presidente Volodymyr Zelensky all’Onu. «La Russia vuole uccidere più civili possibili - ha detto Zelensky -. Dove sono le garanzie che deve dare l’Onu? Dov’è la pace che il Consiglio di sicurezza deve costruire?». Per poi affermare seccamente: «I russi vogliono ridurci in schiavitù». Per Zelensky serve un tribunale sul modello di Norimberga che processi la Russia per i suoi crimini di guerra in Ucraina. Il presidente ucraino ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di «rimuovere la Russia». L’ambasciatore russo all’Onu, Vasily Nebenzya: le accuse di Zelensky sono «infondate e non confermate da testimoni oculari». L’ambasciatore cinese presso le Nazioni Unite, Zhang Jun, ha detto che le notizie e le immagini di civili uccisi a Bucha sono «molto sconvolgenti», ma ha aggiunto che le circostanze devono essere verificate e che le accuse siano basate sui fatti.
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L’offensiva politica prosegue anche su altri fronti. Francia, Germania, Svezia, Romania e Slovenia hanno espulso diplomatici russi, una strada percorsa anche da Italia, Spagna e Portogallo con l’estromissione - rispettivamente – di 30, 25 e 10 diplomatici. L’ex presidente russo e vice capo del consiglio di sicurezza, Dmitry Medvedev, ha avvertito che la Russia risponderà «in maniera proporzionale e simmetrica» alle espulsioni decise da Roma. Nel corso della giornata, l’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Ue Josep Borrell ha detto di aver «deciso di considerare “persona non grata” un certo numero di funzionari della missione permanente della Federazione Russa presso l’Unione Europea in quanto coinvolti in attività contrarie al loro status diplomatico».
Le nuove misure Usa «imporranno costi significativi alla Russia e isoleranno ulteriormente il Paese a livello economico, finanziario e tecnologico. Queste misure degraderanno strumenti cruciali del potere statale russo, imporranno conseguenze acute e immediate all’economia e richiameranno alle loro responsabilità la cleptocrazia russa che finanzia e sostiene Vladimir Putin», ha spiegato la fonte. «Avevamo già concluso che la Russia aveva commesso crimini di guerra in Ucraina e le informazioni su Bucha sembrano mostrare ulteriori prove di crimini di guerra».
Sul versante finanziario, gli Usa infliggono un altro colpo a Mosca. Il Tesoro statunitense non consentirà alla Russia di usare i suoi fondi in dollari presso le banche americane per pagare i bond. A riportarlo è l’agenzia Bloomberg. Su un altro fronte, Twitter ha limitato i contenuti di oltre 300 account ufficiali del governo russo, incluso quello del presidente Vladimir Putin. Gli account non saranno più consigliati, ha fatto sapere il social media. I profili sono stati ì accusati di aver diffuso disinformazione durante la guerra in Ucraina, ma a differenza dei tweet dei media affiliati allo stato russo non erano stati oggetto di limiti specifici. La società ha affermato che prenderà provvedimenti contro qualsiasi paese che «limiti l’accesso a Internet aperto mentre è impegnato in un conflitto armato», ha riferito Bbc.
Sull’altro fronte il presidente russo Vladimir Putin - citato dalla Tass - dichiara che la Russia dovrà essere «più prudente» con le esportazioni di cibo all’estero, «specialmente verso i Paesi ostili». In questo caso, cibo significa soprattutto cereali. La Russia è il primo esportatore mondiale di grano, mentre al quinto posto nella graduatoria figura l’Ucraina. Mentre secondo il ministro degli esteri Serghei Lavrov, citato da Interfax, con le «fake news» sulle atrocità commesse dalle forze di Mosca a Bucha, l’Ucraina ha tentato di sabotare «le promettenti trattative» con la Russia. «La de-escalation sul terreno dopo i colloqui russo-ucraini a Istanbul è stata un gesto di buona volontà della Russia» ha detto il Lavrov, citato dalla Tass.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e l’alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell si recheranno in visita a Kiev questa settimana. Lo ha affermato in un tweet il portavoce della Commissione europea Eric Mamer, spiegando che a Kiev von der Leyen e Borrell incontreranno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Sabato si sposteranno invece a Varsavia, ha aggiunto Mamer. Dal canto suo, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, non si unisce alla visita a Kiev della presidente della Commissione europea di von der Leyen e Borrell, ma non ha mai escluso e tuttora non esclude un viaggio in Ucraina. Lo riferisce un alto funzionario Ue.
Von der Leyen ha anche reso noto che «L’Unione europea ha istituito una Squadra inquirente congiunta con l’Ucraina per raccogliere prove e indagare crimini di guerra e contro l’umanità in Ucraina». Lo ha detto dopo aver assicurato al Presidente ucraino, Volodymir Zelensky, il «pieno sostegno della Commissione europea in questo momento terribile». «Queste atrocità non possono rimanere senza risposta e non rimarranno senza risposta. I responsabili di questi crimini atroci non dovranno rimanere impuniti», ha spiegato, accusando la Russia di aver lanciato una «guerra crudele e spietata non solo contro i coraggiosi militari ucraini ma anche contro la popolazione civile».
Su campo, lo scenario resta critico. La guerra in Ucraina è entrata in una «fase cruciale>. Vladimir Putin concentrerà i suoi sforzi nell’est, dopo la sconfitta subita a Kiev, e assalterà con forza «l’intera regione del Donbass» e «il ponte di terra» che lo collega alla Crimea. È quanto afferma il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg alla vigilia del vertice dei ministri degli Esteri della Nato. «Abbiamo qualche settimana di tempo per rifornire gli ucraini e aiutarli a respingere l’attacco: ora dobbiamo decidere cosa possiamo fare di più». Ecco, Praga ha già scelto. Inviando vecchi carri armati dell’era sovietica a Kiev, diventando così il primo Paese europeo - nonché alleato - a rompere il tabù dei tank (soddisfacendo gli appelli di Volodymyr Zelensky).
Repubblica Ceca e Slovacchia si sarebbero anche offerte di «riparare e riadattare le attrezzature militari ucraine danneggiate», comprese quelle catturate ai russi nel corso dell’offensiva. Stoltenberg, come altre volte, ha ribadito che l’alleanza ha aiutato e aiuta l’Ucraina a respingere la brutale aggressione di Putin, che porta su di sé «la responsabilità» delle atrocità viste a Bucha, ma vuole pure «evitare» uno scontro aperto tra la Nato e la Russia, potenza nucleare, poiché in quel caso «gli orrori aumenterebbero». Ma è una sottile linea rossa.
Le truppe russe, dice, si stanno spostando in Bielorussia, poi scenderanno verso il fronte attraverso i territori della Federazione e dunque sferreranno il colpo. È la fase due della guerra di Putin, quella in cui lo zar si gioca tutto. Quanto delicata sia la situazione lo si capisce dal fatto che, per la prima volta, a Bruxelles saranno riuniti anche gli alleati dello scacchiere Asia-Pacifico: Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Corea del Sud (oltre a Svezia, Finlandia e Georgia). E poi si lavorerà al nuovo documento strategico della Nato, che rivedrà il ruolo della Russia - e probabilmente pure della Cina - nell’assetto della sicurezza mondiale. Non a caso, si apprende, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Australia coopereranno nello sviluppo di armi ipersoniche, ampliando il patto di sicurezza per aiutare Washington e gli alleati a rispondere alla rapida ascesa militare di Pechino. Armi che la Russia ha già.
Leggi l’articolo live sulla guerra in Ucraina per l’intervento di Zelensky all’Onu
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