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Terremoto in Siria e Turchia, oltre 12.000 morti e 300mila sfollati

Terremoto in Turchia, vigili del fuoco montano campo base vicino Antiochia

Nella sola Turchia operano assieme alle squadre di emergenza i team inviati in soccorso da decine paesi. Il bilancio provvisorio conta oltre 12.000 morti. Proteste sui social per la lentezza dei soccorsi

8 febbraio 2023
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Biden, “aiuti a Turchia e Siria al di là di chi controlla territorio”

Gli Stati Uniti sosterranno le zone della Turchia e della Siria colpite dal terremoto, ''indipendentemente da chi controlla il territorio''. Lo ha detto il presidente americano Joe Biden durante un intervento nel Wisconsin. “I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno al popolo della Turchia e della Siria”, ha dichiarato Biden spiegando di aver parlato con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e di aver offerto “pieno supporto”, nonché squadre di soccorso e di ricerca.

In Siria, ha affermato Biden, gli Stati Uniti continuano a sostenere i partner umanitari con attrezzature e assistenza per le missioni di ricerca e salvataggio. Gli Stati Uniti, ha aggiunto, sono il “principale donatore in tutte le aree della Siria, indipendentemente da chi controlla il territorio”. Perché ''si tratta di salvare vite umane'', ha proseguito Biden, confermando ''il nostro impegno a sostenere il popolo di Turchia e Siria in questo momento di bisogno”.

Il bilancio supera i 12.000 morti

Il bilancio delle vittime del terremoto in Turchia e Siria ha superato i 12.000 morti. Lo riporta Sky News.

Dissidente turco, “Erdogan pagherà i suoi errori” <br>

“Salito al potere con un terremoto, se ne andrà con un terremoto”: lo afferma il giornalista turco Can Dundar, in esilio in Germania, riferendosi al presidente turco Recyyp Erdogan, al quale ha dedicato anche una graphic novel dal titolo 'Il nuovo sultano', da poco pubblicato in Italia dalla casa editrice Nutrimenti. “Erdoğan è salito al potere dopo il terremoto del 1999. Sembra che se ne andrà dopo il terremoto del 2023. - scrive Dundar, già condannato nel suo Paese a 27 anni di carcere per le sue affermazioni -. Questo terremoto che ha causato migliaia di vittime lo seppellirà tra le macerie. Il regime di un solo uomo che ha creato è schiacciato sotto le macerie. Spinto dall'avidità di potere, ha preso in mano tutti i fili, ha preso il controllo di ogni istituzione. Assolutamente intollerante a qualsiasi obiezione, viene lasciato circondato da yes men. E il risultato? La Turchia è in preda alla peggiore catastrofe della sua storia; centinaia di migliaia stanno urlando sotto le macerie; milioni stanno cercando di aiutare; ma con tutto il potere nelle mani di un solo uomo e quell'unico uomo che brilla per la sua assenza, come sempre accade in ogni crisi, lo Stato è paralizzato”.

Secondo Dundar, Erdogan era stato avvertito del pericolo terremoto ma non avrebbe tentato alcuna prevenzione, permettendo la costruzione nelle aree colpite di edifici a rischio di crollo.

Von der Leyen, conferenza donatori a inizio marzo

«Ora stiamo correndo contro il tempo per salvare vite insieme. Presto forniremo aiuti umanitari, insieme. La Turchia e la Siria possono contare sull’Ue. La presidenza svedese ed io ospiteremo una conferenza dei donatori all’inizio di marzo a Bruxelles. Mobilitiamo fondi a livello globale per le comunità colpite». Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, su Twitter.

Dalla Spagna 1,5 milioni di euro per Turchia e Siria

La Spagna, attraverso l’Agenzia spagnola di cooperazione internazionale allo sviluppo, «mobiliterà immediatamente 1,5 milioni di euro per rispondere all’appello lanciato dalla Federazione internazionale della Croce rossa per la Turchia e la Siria». Lo ha affermato il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares su Twitter, sottolineando che questo supporto si aggiunge al dispiegamento dell’ospedale da campo Start che verrà inviato domani.


Colloquio Mattarella-Tajani su aiuti per sisma Turchia-Siria

A margine dell’incontro con il Presidente della Repubblica Federale di Somalia, Hassan Sheikh Mohamud, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha parlato con il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, così come avvenuto due giorni prima, informandosi delle iniziative di solidarietà che l’Italia sta mettendo in campo per i soccorsi e gli aiuti nei confronti delle popolazioni turca e siriana vittime del gravissimo terremoto che le ha colpite.

Arresti in Turchia per «provocazioni» social sul sisma

La polizia turca ha arrestato almeno 18 persone e ne ha fermate cinque dopo quelli che sono stati descritti come «post provocatori» sui social media sul terremoto in Turchia. Lo riferisce un tweet della polizia turca. «Sono stati identificati 202 gestori di account che hanno pubblicato post provocatori sul terremoto sulle piattaforme dei social media», si legge ancora nel messaggio. L’annuncio giunge dopo che servizio di monitoraggio Internet NetBlocks ha riferito che Twitter è diventato inaccessibile ai principali gestori di telefonia mobile della Turchia.

Erdogan replica alle critiche, «ora unità e solidarietà»

«Questo è il momento dell’unità e della solidarietà». Lo ha detto il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, replicando alle critiche di cui sostiene che il governo non abbia reagito in modo adeguato davanti all’emergenza. «In un periodo come questo, non posso sopportare le persone che conducono campagne negative per interessi politici», ha dichiarato ai giornalisti al suo arrivo nella provincia meridionale di Hatay, una di quelle più colpite dal devastante terremoto.

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Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (sulla destra) in visita ad Hatay. (EPA/MURAT CETINMUHURDAR / PRESIDENTIAL PRESS OFFICE)

Presto in opera ospedale da campo israeliano

Dovrebbe entrare in funzione da stanotte l’ospedale militare da campo messo su dall’esercito israeliano nel sud della Turchia colpita dal terremoto. Lo riportano i media israeliani che citano il capo della delegazione israeliana di aiuto, colonnello Golan Vach. «Il nostro contingente è il più numeroso ad eccezione di quello dell’Azerbaijan. Da questa notte tuttavia saremo circa in 420 - ha spiegato -. Abbiamo effettuato finora il più alto numero di salvataggi. La velocità con la quale abbiamo raggiunto la scena è quello che ci ha portato a questi risultati e spero che ne raggiungeremo ancora di più presto».

Estratto vivo dai Vigili del Fuoco un secondo ragazzo

Le squadre Usar dei Vigili del Fuoco italiani hanno estratto vivo ad Antiochia un secondo ragazzo: il giovane si trovava sotto le macerie di un palazzo di sette piani dove da questa mattina stavano operando i team. Non c’è stato invece nulla da fare per una bambina: i vigili del fuoco hanno estratto il corpo privo di vita e lo hanno consegnato ale autorità turche.

Dg Oms: «Tre milioni di dollari dal Fondo emergenza»

«Con le condizioni meteorologiche e le continue scosse di assestamento, siamo in una corsa contro il tempo per salvare vite» nelle aree colpite dal sisma in Turchia e Siria. «Sappiamo che i numeri» di morti e feriti «saliranno. Le persone hanno bisogno di riparo, cibo, acqua pulita e cure mediche per le ferite causate dal terremoto, ma anche per altri bisogni sanitari. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha rilasciato 3 milioni di dollari del Contingency Fund per le emergenze, a supporto della risposta al disastro in entrambi i Paesi». È l’aggiornamento riferito dal direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, oggi durante il periodico briefing con la stampa.

L’agenzia Onu per la salute «sta fornendo materiale medico, e supportando entrambi i Paesi nella risposta, in collaborazione con i partner, per garantire cure mediche specializzate. Un volo che trasporta proprio scorte mediche e kit chirurgici per i traumi è attualmente in viaggio per Istanbul, dal nostro hub logistico di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti», puntualizza Ghebreyesus. «Un altro volo per Damasco è quasi pronto per la partenza e un terzo volo è in programma. Stiamo anche inviando una delegazione di alto livello per coordinare la nostra risposta. E 30 squadre mediche di emergenza nazionali e 13 internazionali si stanno dispiegando in entrambi i paesi. Sono composte da professionisti sanitari di tutto il mondo addestrati a fornire cure salvavita in situazioni di emergenza».

Infermiere: siamo costretti a scegliere a chi dare aiuto

La situazione «è drammatica» e «le richieste di aiuto tantissime: siamo costretti a scegliere chi salvare sulla base di dati oggettivi». Lo racconta Samuele Pacchi, infermiere toscano partito per portare soccorso in Turchia dopo il sisma ed operativo nella città di Hatay. «Sono scene disperate: le persone si inginocchiano, piangono e ci implorano di intervenire. Diventa davvero difficile dire di no, ma purtroppo - afferma - siamo costretti a dover fare una scelta e dobbiamo per forza concentrarci di più sui dati oggettivi, come le voci da sotto le macerie oppure se uno dei nostri cani dei vigili del fuoco sente una scia».

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Una donna reagisce mentre aspetta una squadra di soccorso accanto al suo edificio crollato nella città sud-orientale turca di Kahramanmaras. (OZAN KOSE/AFP)

L’appello di Moni Ovadia ad Amadeus: «Doni metà del cachet ai terremotati»

«È bello avere le canzoni, non ho niente contro Sanremo, ma ci sono delle priorità. Se fossimo in una paese civile dovremmo ’usare’ il Festival di Sanremo per accendere i riflettori sulla catastrofe che si è abbattuta in Turchia e in Siria e lanciare subito una raccolta fondi per aiutare i terremotati». È quanto afferma Moni Ovadia lanciando un appello ad Amadeus: «Cogli questa occasione per dimostrare di che tempra sei fatto - dice - dona almeno metà del tuo cachet a favore delle popolazioni colpite dal sisma in Turchia e in Siria. Sei un uomo di spettacolo, sarebbe un bel segnale».

Per Ovadia non può bastare un minuto di silenzio per ricordare le vittime del terremoto: «È una pagliacciata e una offesa. Il Festival deve diventare una occasione per raccogliere fondi - ribadisce - gli italiani sono generosi ma anche i cantanti in gara devono partecipare donando parte del loro cachet, come si fa per ’Telethon’».

«Non sono un uomo da Sanremo - prosegue - ma se mi si chiedesse di andare al Festival per aiutare la popolazione turca e siriana sarei il primo a farlo e non chiederei alcun compenso. Farei uno spettacolo gratis e donerei tutto ai terremotati, mi pagherei persino io il viaggio. Sono a disposizione da subito. La cosa importante è che le donazioni siano sotto stretto controllo e che vadano realmente alle popolazioni colpite dal sisma per evitare il business degli aiuti».

Quasi 300mila sfollati in Siria

Quasi 300.00 persone sono state sfollate dalla Siria controllata dal governo di Assad a causa del terribile terremoto che lunedì ha colpito la Turchia e la Siria. Lo ha detto ai giornalisti il ministro dell’Amministrazione locale e dell’ambiente, Hussein Makhlouf, aggiungendo che 180 rifugi sono stati istituiti nel nord della Siria per ospitare alcune delle 298.829 persone che hanno lasciato le loro case.
Makhlouf ha aggiunto che le sanzioni occidentali imposte stanno facendo soffrire i siriani ostacolando la capacità dello Stato di affrontare le ripercussioni del terremoto.

12enne estratto vivo dalle macerie dopo 62 ore

Un bambino di 12 anni è stato estratto vivo e portato via in barella dalle macerie di uno dei tanti palazzi distrutti dal terremoto a Nurdaği, vicino Gaziantep in Turchia. Il salvataggio è stato ripreso in diretta da Rai News 24. La liberazione di Khadir - questo il nome del bambino - è durata 2 ore. Il bambino è stato protetto dal corpo della madre, grazie al quale i soccorritori sono riusciti ad aprire un varco e a salvarlo dopo circa 62 ore sotto le macerie. Tra le macerie del palazzo potrebbero esserci decine di persone - è stato riferito durante la diretta - e non è chiaro se siano state sentite altre voci.

Il bilancio dei morti sale a 11.700

Sono almeno 11.719 le persone che hanno perso la vita in Turchia e in Siria a causa del terremoto. È il bilancio che deriva dai dati forniti dalle autorità turche e da quelle siriane, sia del regime di Damasco, sia dalle zone controllate dall’opposizione. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha parlato di almeno 9.057 decessi nelle regioni colpite nel sud del Paese, mentre sono 2.662 le persone che hanno perso la vita in Siria se si sommano le cifre fornite dal ministero della Sanità siriano e dai Caschi bianchi nel nordovest.

Da macerie del sisma le voci di una donna e un ragazzo 16 anni

«Sotto la macerie di due diversi palazzi abbiamo recepito le voci di due persone, che sono state in grado di rispondere: un ragazzo di 16 anni che si trova in un sottoscala ed una donna di 65 anni all’interno di una abitazione. Adesso il nostro team è al lavoro per cercare di estrarli dalle macerie. Al momento, abbiamo sentito la loro voce». Lo afferma all’agenzia Ansa Samuele Pacchi uno degli infermieri italiani partiti per portare soccorsi dopo il sisma in Turchia, che sta operando nella città di Hatay.

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8 febbraio: i soccorritori trasportano un uomo mentre viene salvato dopo essere rimasto bloccato tra le macerie per due giorni ad Hatay, nel sud-est della Turchia. (BULENT KILIC / AFP)

Twitter bloccato in Turchia dopo le proteste sui soccorsi

Twitter ha smesso di funzionare in Turchia dopo che sui social si sono moltiplicate le critiche per i ritardi nei soccorsi dopo il terremoto. Il social è stato usato nei giorni scorsi anche da persone rimaste sotto le macerie per segnalare la propria posizione sotto le macerie. Oggi il presidente turco Erdogan aveva invitato a stare in guardia «dai provocatori» che a suo avviso diffondono notizie false.

Sisma in Turchia: a Gaziantep decine di file di bare verdi

Bare di metallo verde sono allineate 10 alla volta sotto una tettoia nel cimitero principale di Gaziantep, in Turchia, in attesa che un imam le benedica prima di una frettolosa sepoltura. Mentre i soccorritori sono al lavoro nella speranza di trovare ancora persone vive, il cimitero di Yesilkent trabocca di parenti in lutto giunti da tutta la regione nella città vicina all’epicentro del sisma. Il numero di vittime da seppellire è così alto che il sindaco di Gaziantep, Fatma Sahin, ha lanciato un appello affinché più predicatori musulmani si facciano avanti per aiutare con i funerali nei cimiteri.

Turkish Airlines evacuerà 30mila persone da zone colpite

La compagnia di bandiera turca, la Turkish Airlines, evacuerà circa 30mila persone dalle province maggiormente colpite dal terremoto nel sud della Turchia. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa Anadolu, spiegando che la Turkish Airlines ha già evacuato circa 19mila persone dalle province di Adana, Gaziantep, Elazig, Sanliurfa, Adiyaman, Diyarbakir, Malatya e Kahramanmaras.

Sisma in Siria, quasi 300mila sfollati

Più di 298.000 persone sono state costrette a lasciare le loro case a causa del terremoto: lo hanno riferito i media statali siriani. Il numero, riporta il Guardian, sembra essere un riferimento solo alle parti della Siria sotto il controllo del governo, non a quelle controllate da altre fazioni nel nord-ovest del Paese, che è più vicino all’epicentro del terremoto di lunedì.

Sale a oltre 2660 morti il bilancio in Siria

Sono più di 2660 i morti confermati in Siria nelle zone maggiormente colpite dal terremoto. Il bilancio delle vittime aggiornato emerge da quello fornito dall’agenzia di stampa Sana, e quindi dal regime di Damasco, e dai Caschi bianchi che si occupano di prestare soccorso nelle zone del nordovest che sono sotto il controllo dell’opposizione.

Il ministero della Sanità siriano ha detto che è salito a 1.262 il numero dei morti, mentre sono 2.285 le persone che sono rimaste ferite. I Caschi bianchi, invece, riferiscono di oltre 1.400 decessi e 2.700 feriti.

Blinken: «Aiuti Usa alla Siria non arriveranno al regime»

Gli Stati Uniti lavorano con gli alleati per far arrivare aiuti umanitari alla popolazione della Siria colpita dal terremoto devastante di lunedì, garantendo che questi però «non andranno al regime» di Bashar Assad contro il quale Washington ha imposto una serie di sanzioni. Lo ha detto Antony Blinken, sottolineando che «in Siria ci sono partner umanitari finanziati dagli Usa che stanno coordinando assistenza vitale».

Il segretario di Stato Usa ha quindi ribadito «l’impegno ad aiutare il popolo siriano a riprendersi da questo disastro, come abbiamo fatto come principale donatore umanitario dall’inizio della guerra in Siria», fondi, ha insistito, che «devono andare al popolo siriano, non al regime».

Blinken ha assicurato che gli Usa «sono in grado di lavorare attraverso partner umanitari sul terreno in Siria», ricordando che «abbiamo visto immagini veramente devastanti in Turchia e Siria, abbiamo visto edifici sbriciolarsi, bambini estratti dalle macerie».

Riguardo agli aiuti inviati in Turchia, ha ricordato che sono stati inviati «150 membri di team di ricerca e recupero» ed «elicotteri che stanno aiutando le operazioni turche nelle zone di più difficile accesso».

Erdogan nelle zone colpite: «I morti in Turchia sono 8.574»

È salito a 8.574 morti il bilancio dei morti del sisma in Turchia. Lo ha annunciato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, nel corso di una conferenza stampa tenuta nelle zone colpite dal terremoto.

Iran invia aiuti alla Turchia dopo il terremoto

L’Iran ha inviato alla Turchia una prima spedizione di aiuti dopo il terremoto che ha colpito il sud est anatolico dove sono morte almeno 8.574 persone, secondo gli ultimi dati. Lo rende noto l’agenzia iraniana Irna facendo sapere che Teheran ha inviato alimenti, medicinali e tende ad Ankara e che gli aiuti sono arrivati.

Geologo università di Bingöl: «Il terremoto non era inaspettato»

«Il terremoto non era inaspettato. Ci aspettavamo una rottura lungo le linee di faglia in quest’area poiché le zone in cui il terremoto ha colpito sono quelle che i geologi chiamano gap sismico», ha spiegato al Guardian Kenan Akbayram, geologo dell’Università di Bingöl, la cui città è stata gravemente colpita dal sisma.

Secondo i dati a disposizione - ha detto il geologo - questa parte della zona di faglia dell’Anatolia orientale si è rotta nel 1500 e, più recentemente, alcune parti della zona di faglia si sono mosse nel 1822, «quindi c’era il rischio di un possibile movimento e ne eravamo consapevoli».

Akbayram ha poi avvertito che ci sono altre zone di faglia in Turchia che non hanno sperimentato attività sismica per lungo tempo, identificando la regione dell’Egeo, le aree intorno al Mar di Marmara, che comprende le principali città di Bursa e Istanbul, e la città di Bingöl: «Nella comunità scientifica siamo consapevoli di queste lacune sismiche, ma non posso dire che siamo pronti dal punto di vista ingegneristico».

La Francia invia in Turchia un ospedale da campo

«Di fronte alla drammatica situazione in Turchia, su richiesta del presidente Emmanuel Macron, la Francia impegnerà l’Escrim, un ospedale da campo per la sicurezza civile, appositamente progettato per questo tipo di situazione, in aggiunta ai 136 soccorritori già sul campo».

Ad annunciarlo, con un tweet, è il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin. «Questo ospedale sarà composto da 81 membri del personale dei vigili del fuoco e delle formazioni militari addette alla sicurezza civile. Questo impegno sarà assunto in ambito europeo, consentendo così di aumentare l’impegno della Francia e di soddisfare i bisogni delle popolazioni colpite».

Erdogan ammette: «All’inizio problemi nei soccorsi»

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan fa mea culpa sulla macchina dei soccorsi per il violento terremoto che ha scosso la Turchia dopo che si erano levate critiche sulla lentezza nel raggiungere alcune delle aree colpite.

«Inizialmente ci sono stati problemi negli aeroporti e sulle strade, ma oggi le cose stanno diventando più facili e domani sarà ancora più facile», ha affermato Erdogan come riportano i media internazionali. «Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse - ha aggiunto mentre è in visita nei luoghi colpiti dal sisma -. Lo Stato sta facendo il suo lavoro».

Blinken, aiuti Usa alla Siria non arriveranno al regime

Gli Stati Uniti lavorano con gli alleati per far arrivare aiuti umanitari alla popolazione della Siria colpita dal terremoto devastante di lunedì, garantendo che questi però «non andranno al regime» di Bashar Assad contro il quale Washington ha imposto una serie di sanzioni.

Lo ha detto Antony Blinken, sottolineando che «in Siria ci sono partner umanitari finanziati dagli Usa che stanno coordinando assistenza vitale». Il segretario di Stato Usa ha quindi ribadito «l’impegno ad aiutare il popolo siriano a riprendersi da questo disastro, come abbiamo fatto come principale donatore umanitario dall’inizio della guerra in Siria», fondi, ha insistito, che «devono andare al popolo siriano, non al regime».

Blinken ha assicurato che gli Usa «sono in grado di lavorare attraverso partner umanitari sul terreno in Siria», ricordando che «abbiamo visto immagini veramente devastanti in Turchia e Siria, abbiamo visto edifici sbriciolarsi, bambini estratti dalle macerie». Riguardo agli aiuti inviati in Turchia, ha ricordato che sono stati inviati «150 membri di team di ricerca e recupero» ed «elicotteri che stanno aiutando le operazioni turche nelle zone di più difficile accesso».

Erdogan, vittime turche terremoto sono più di 8mila

«Al momento, hanno perso la vita 8.574 persone, i feriti sono 49.133 e gli edifici distrutti sono 6.444». Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan parlando alla stampa a Kahramanmaras, durante la sua prima visita nel sud est della Turchia colpito dal terremoto. Il presidente turco ha fatto anche sapere che presto molti sfollati saranno trasferiti in alberghi ad Antalya, Alanya e Mersin, località marittime nel sud della Turchia.

Il bilancio del terremoto in Turchia e Siria supera i 11.200 morti. Lo rendono noto fonti ufficiali

Il bilancio del terremoto in Turchia e Siria supera i 11.200 morti. Lo rendono noto fonti ufficiali.

Erdogan arriva nella regione colpita dal terremoto

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è arrivato a Kahramanmaras, città turca a pochi chilometri dall’epicentro del terremoto di magnitudo 7.8 che il 6 febbraio ha colpito l’intera regione del sud est della Turchia e il nord della Siria provocando almeno 9.500 vittime nei due Paesi. Lo rendono noto vari media turchi

Sisma Turchia-Siria: riaperto valico frontiera Bab al Hawa

Ha riaperto nelle ultime ore il valico di frontiera di Bab al Hawa-Cilvegozu, tra Siria e Turchia, e dal lato siriano del confine si dicono pronti a ricevere i tanto attesi aiuti umanitari internazionali diretti alle zone siriane devastate dal sisma e fuori dal controllo del governo centrale di Damasco. Parlando con l’ANSA, il direttore del lato siriano del valico di Bab al Hawa, Mazen Allush, ha affermato che il punto di passaggio frontaliero è aperto e pronto a ricevere gli aiuti, «ma finora nessun convoglio è arrivato». Bab al Hawa è l’unico valico dove, secondo l’Onu, possono passare gli aiuti dalla Turchia alla Siria.

Cina, Usa rimuovano sanzioni unilaterali Siria dopo sisma

Gli Usa «dovrebbero mettere da parte l’ossessione geopolitica, revocare immediatamente le sanzioni unilaterali alla Siria e aprire la porta all’assistenza umanitaria di fronte alla catastrofe». E’ la richiesta della Cina a Washington a seguito del violento terremoto che ha sconvolto Turchia e Siria. «Gli Stati Uniti sono stati a lungo coinvolti nella crisi siriana con interventi militari e sanzioni economiche, che hanno provocato un gran numero di vittime civili e difficoltà nello sviluppo economico e nel processo di ricostruzione», ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, nel briefing quotidiano.

Sisma in Turchia: Borsa Istanbul sospende contrattazioni

La Borsa di Istanbul ha deciso di sospendere le transazioni nel mercato azionario, dei future e delle opzioni alle 11:01 ora locale (le 09:01 in Italia) in seguito alla forte corrente di vendite provocata dal terremoto che ha colpito la Turchia. Lo rende noto Bloomberg HaberTurk facendo sapere che la Borsa non ha precisato fino a quando le operazioni sarebbero state interrotte. La decisione, presa per la prima volta in 24 anni, è arrivata dopo forti svendite nella prima ora dopo l’apertura dei mercati. In settimana l’indice della Borsa aveva registrato i livelli peggiori dalla crisi finanziaria del 2008.

Papa invoca solidarietà con popolazioni Turchia e Siria

«Il mio pensiero va in questo momento alle popolazioni della Turchia e della Siria duramente colpite dal terremoto che ha causato migliaia di morti e feriti». Così il Papa al termine dell’udienza generale. «Con commozione prego per loro ed esprimo la mia vicinanza a questi popoli, ai familiari delle vittime e a tutti coloro che soffrono per questa devastante calamità - ha aggiunto -. Ringrazio quanti si stanno impegnando per portare soccorso e incoraggio tutti alla solidarietà con quei territori in parte già martoriati da una lunga guerra».

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Cittadini di fronte a un edificio crollato a Gaziantep, in Turchia (Reuters)

Sisma Turchia-Siria, le vittime sono 9.500

Secondo dati ufficiali, il bilancio del terremoto in Turchia e Siria supera i 9.500 morti. Secondo i dati ufficiali diffusi questa mattina, in Turchia sono stati estratti dalle macerie 6.957 corpi, secondo l’agenzia di soccorso turca Afad, e in Siria sono stati contati 2.547 morti, secondo le autorità e i medici.

Erdogan va nella regione del terremoto

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si sta recando nel sud est della Turchia per visitare le zone colpite dal terremoto che ha provocato la morte di 6.234 persone mentre i feriti sono 37.011. Lo rende noto l’agenzia Anadolu. Ieri il leader turco aveva detto che avrebbe visitato Adiyaman, una delle città colpite dal sisma dove ha perso la vita, a causa del terremoto, Yakup Tar, un deputato del partito di Erdogan Akp, originario di quella località.

Portogallo invia una squadra di 53 soccorritori <br>

Parte nel pomeriggio di oggi, 8 febbraio, dall’aeroporto militare di Figo Maduro, Lisbona, una squadra di 53 elementi della Protezione civile portoghese con destinazione Turchia.

La squadra di soccorritori è composta da vigili del fuoco, operatori sanitari del servizio di emergenza medica e agenti della Guarda Nacional Republicana (corpo di polizia a ordinamento militare). Secondo quanto diffuso da un lancio dell’agenzia Lusa, si tratta soprattutto di esperti in operazioni di ricerca e soccorso ed è prevalentemente in questo settore che presteranno servizio nei luoghi colpiti dal sisma di lunedì scorso.

L’operazione era stata annunciata ieri dal ministro dell’Interno, José Luís Carneiro, e da Duarte Costa, presidente dell’Autorità nazionale di emergenza e protezione civile del Portogallo, il quale ha dichiarato: «Sono già state affrontate, nell’ambito del meccanismo europeo e in collaborazione con altre forze europee, le metodologie necessarie per entrare in Turchia» e accedere così alla regione terremotata

Terremoto: salgono a 8.764 le vittime in Turchia e Siria

Sono oltre 8700 le vittime del terremoto di magnitudo 7.8 della scala Richter che ha colpito Turchia e Siria. L’autorità per la gestione delle emergenze e dei disastri ha aggiornato ad Ankara il bilancio dei morti, saliti a 6.234. I Caschi Bianchi, che operano nelle regioni siriane sotto controllo dei ribelli hanno riferito di 1280 morti e 2600 feriti. Nelle zone sotto controllo del governo di Damasco il bilancio è 1250 morti secondo il ministro della Salute citato da al-Ikhbariya. A riferirne è SkyNews.

Crescono sui social critiche per lentezza soccorsi

Sui social turchi si moltiplicano appelli di persone che chiedono aiuto per le persone care rimaste sepolte sotto le macerie del terremoto di ieri, con critiche contro i ritardi dei soccorsi. «Nessuna squadra di soccorritori e nessun funzionario è venuto nel nostro villaggio di Pazarcik», ha scritto su Twitter un abitante del villaggio all’epicentro del sisma, riferisce la Bbc.

In Turchia è ormai trending topic l’hashtag #HatayYardimBekliyor (Hatay aspetta aiuto), con molti utenti che accusano le autorità di aver dimenticato questa provincia al confine con la Siria. È anche diventato virale il video di un uomo di Gaziantep. in attesa che suo padre venga salvato da sotto le maceria, che piange chiedendo ad un deputato del partito al potere «perché lo stato non ci aiuta?».

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Persone alla ricerca di dispersi tra le macerie di un palazzo crollato nel villaggio di Pazarcik (Depo Photos via AP)

Erdogan oggi visiterà le zone terremotate

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ieri ha proclamato uno stato di emergenza di tre mesi in 10 tra le province più colpite, è atteso oggi nella regione, stando all’agenzia Demiroren.

Nel paese operano assieme alle squadre di emergenza turche i team inviati in soccorso da 35 paesi, secondo quanto annunciato ieri dal ministro degli Esteri Mevlüt Çavusoglu.

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Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (foto EPA)

Bandiere della Nato a mezz’asta a Bruxelles

Bandiere a mezz’asta ieri al quartier generale della Nato a Bruxelles in onore delle vittime dei terremoti in Tirchia e Siria: «In questo momento terribile, siamo solidali con il nostro alleato Turchia e con tutte le persone colpite, e gli alleati della Nato sono pronti a fornire ulteriore assistenza a chi ne ha bisogno», ha dichiarato la portavoce dell’Alleanza, Oana Lungescu, come riporta la Cnn.

La Nato ha inoltre illustrato in un tweet il suo contributo ai soccorsi: «Più di 1.400 membri del personale di emergenza di oltre venti alleati e partner della Nato, tra cui gli invitati Finlandia e Svezia, vengono dispiegati in Turchia per aiutare a rispondere ai devastanti terremoti che hanno colpito il Paese», si legge nel messaggio.

Sisma Turchia e Siria, bilancio supera 8.300 morti

Ha superato gli 8.300 morti l’ultimo bilancio delle vittime del catastrofico terremoto in Siria e Turchia. Si teme che il bilancio aumenterà inesorabilmente, con i funzionari dell’Organizzazione mondiale della sanità che stimano che i morti potrebbero essere fino a 20.000..

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