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Le «linee rosse» di Putin in Ucraina: «Non voglio missili a 5 minuti da Mosca»

di Antonella Scott

La Russia attacca gli Usa: "Fomentano l'isteria sull'Ucraina"

Il presidente russo avverte la Nato: il dispiegamento di determinate capacità offensive in territorio ucraino costringerà il Cremlino a rispondere

30 novembre 2021
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2' di lettura

In collegamento con il Forum “La Russia chiama!”, dedicato agli investitori, Vladimir Putin è tornato ad alimentare il timore che la crisi ucraina possa condurre a uno scontro aperto tra Mosca e la Nato. Questo perché, ha ripetuto il presidente russo, Mosca sarebbe costretta a intervenire se l’Alleanza Atlantica continuasse a rinforzare le capacità militari di Kiev superando le “linee rosse” stabilite dal Cremlino: ovvero, lo spiegamento sul territorio ucraino di sistemi missilistici che possano metterne a rischio la sicurezza. In grado di raggiungere i centri di comando russi in cinque minuti.

Augurandosi di veder prevalere «il buon senso di tutti», Putin è andato dritto al punto. In presenza di determinati sistemi di lancio in territorio ucraino, ha detto, «il tempo di volo su Mosca sarebbe di 7-10 minuti, cinque in caso di un missile ipersonico. Ditemi, cosa dovremmo fare in questo caso? Dovremmo creare qualcosa di simile nei confronti di chi ci minaccia in quel modo. Siamo in grado di farlo». A partire dall’inizio del 2022, la Marina militare russa potrà contare sul nuovo missile da crociera ipersonico Zircon, testato con successo di recente, e in grado di superare nove volte la velocità del suono. Raggiungendo in cinque minuti, anche lui, «quelli che danno gli ordini», ha detto Putin.

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«Che prevalga il buon senso»

Ricordando l’espansione della Nato fino ai confini dell’ex Unione Sovietica, e il dispiegamento del sistema di difesa antimissile Aegis Ashore in Polonia e Romania, il presidente russo ha richiamato l’attenzione sui sistemi di lancio Mark 41 VLS , derivati dal sistema Aegis e potenziati per poter utilizzare missili offensivi Tomahawk: «Creare minacce simili in Ucraina sarebbe una linea rossa per noi. Ma spero che non arriveremo a quel punto. Spero che prevalga il buon senso, il senso di responsabilità per entrambi i nostri Paesi e per la comunità mondiale».

A chi punta il dito sulla mobilitazione ai confini tra Russia e Ucraina, segnale secondo fonti di intelligence americane della volontà di intervenire nel sud dell’Ucraina o nel Donbass, Putin risponde dicendosi altrettanto preoccupato per le esercitazioni militari organizzate dalla Nato: simulazioni di attacchi nucleari alla Russia, bombardieri strategici a 20 km dai confini russi, navi militari nel Mar Nero. «Sono una minaccia per noi», dice Putin.

Un vertice con Biden?

Come è avvenuto la primavera scorsa, il vertice tra Putin e il presidente americano Joe Biden a Ginevra è servito ad allentare la tensione al confine russo-ucraino. Ora si sta lavorando a un nuovo contatto tra i due leader, possibile entro fine anno. Ma per il momento, la risposta a Putin viene da Riga, dove sono riuniti per due giorni i ministri degli Esteri della Nato: «La Russia pagherà un conto salato se utilizzerà ancora una volta la forza contro l’indipendenza dell’Ucraina», ha detto il segretario generale dell’Alleanza, il norvegese Jens Stoltenberg.

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