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A Ugento nove suite contemporanee nel castello normanno

di Sara Magro

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10 novembre 2017
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2' di lettura

A Ugento, nell’entroterra del Salento, è stato appena inaugurato Castello di Ugento , un hotel di nove suite in un castello millenario. La struttura, nata come fortezza normanna, ha cambiato funzione in epoca barocca diventando un sontuoso palazzo nobiliare, con saloni di rappresentanza, soffitti affrescati e ricche decorazioni. Da allora appartiene alla famiglia d’Amore, e proprio uno dei discendenti, Massimo Fasanella d’Amore, insieme alla socia Diana E. Bianchi, hanno deciso di rimetterlo in ordine e aprire un nuovo capitolo della sua lunga storia.

Nella bella Puglia che è ormai un richiamo assodato per il turismo internazionale, si aggiunge un nuovo indirizzo squisito. Del maniero originale è stata conservata la struttura monumentale, mentre internamente sono stati restaurati i muri in pietra e le volte, gli affreschi e gli stucchi, i corrimano e gli scaloni che portano ai diversi corpi. Ma i servizi e le tecnologie sono quelli di oggi, così se da un lato si respirano la storia e l'autenticità locale, dall'altro non si rimpiangono le comodità dell'ospitalità contemporanea.

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Come ci tiene a spiegare il proprietario, Massimo Fasanella, «Castello di Ugento è stato progettato per offrire un'accoglienza di lusso come la intendiamo oggi, con camere eleganti, bagni comodi, cucina allo stato dell'arte. Ma vuole anche conservare l'atmosfera di dimora nobile qual era, e di luogo tranquillo dove si va per staccare la spina e semplicemente riposare, senza altri pensieri».

A Ugento soggiorno a cinque stelle in un castello normanno

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Il Castello di Ugento si trova nell'entroterra Salentino, nel sud della Puglia. Dopo aver protetto la zona per oltre mille anni, il maniero normanno è stato trasformato in dimora nobile in epoca barocca, di cui reca ancora il gusto negli affreschi e nei ricchi decori. Dal Settecento appartiene alla famiglia d'Amore, da cui discende l'attuale proprietario Massimo.
Il complesso è stato ristrutturato sotto il controllo della Soprintendenza all'Archeologia, Belle Arti e paesaggio: Massimo Fasanella d'Amore e Dina E. Bianchi hanno recuperato e risistemato ogni singola pietra per riportare il monumento alla sua bellezza originaria.
Il giardino è una dispensa inesauribile e stagionale per la cucina, con un centinaio tra erbe, piante da frutto e verdure dell'orto.
L'ala museo con affreschi e stucchi meticolosamente restaurati.
Dettaglio del soffitto del loggiato nell'ala che ospita il museo.
Lo scalone d'onore che porta al primo piano, di scuola napoletana. È adornato con armature della famiglia d'Amore e stucchi di pregio.
Soffitto affrescato della Sala di Lucrezia nell'ala museo. 
Soffitto affrescato in una sala dell'ala museo. Quest'area del castello riccamente decorata ospiterà mostre e installazioni di arte contemporanea.
Soffitto affrescato della Sala dei Cherubini nell'ala museo.
Il salone dei convegni in una delle parti più antiche del castello. Gli elementi costruttivi e decorativi sono lasciati a vista: muri, travi, archi, architravi e resti di affreschi. L'attrezzatura audio e video è di ultima generazione.
Dettaglio degli affreschi nella sala dei convegni.
Nel castello ha sede The Puglia Culinary Centre, scuola per chef che organizza campus con il Culinary Institute of America. La chef residente Odette Fada insegna cucina pugliese.
La sala del ristorante.
Le suite, nove in tutto, sono ampie, arredate con gusto moderno e sempre qualche richiamo alla tradizione: una coperta all'uncinetto, una ceramica antica o altri oggetti in uso nei secoli scorsi.
La stessa camera mette in evidenza il gusto eclettico che combina antico e design.
Una suite.
Una suite.

Caratteristiche queste che, se anche non si individuano a occhio nudo, si percepiscono al volo, almeno così si augura la signora Diana: «Fin dal primo giorno autenticità e confort sono state prioritarie nel nostro progetto, abbiamo rispettato le indicazione delle Belle Arti nella ristrutturazione, mentre abbiamo puntato sulla modernità con il design, con lo sfruttamento dell'energia geotermale e con l'alta tecnologia per restare collegati al mondo e al presente. Questo castello è un luogo sacro, desideriamo celebrarlo aprendo agli ospiti tutto l'anno, non solo durante l'estate canonica».

Diana e Massimo, ex Christofle lei e Ceo di PepsiCo America lui, hanno investito buona parte delle proprie risorse per salvare il castello dall'abbandono e per far rinascere nel territorio un turismo di qualità, con tutti i presupposti di un'ospitalità alta, buon cibo e buon vino, arte e storia, natura e cultura. Così nello stesso complesso, si svolgono i campus del Culinary Insititute of America, si coltiva un orto con cento tipi di erbe, piante da frutto e verdure, ma c'è anche un’ala-museo dedicata a mostre e installazioni di arte contemporanea. Quanto al mare, pensando alla bella stagione, è nelle vicinanze con spiagge libere e attrezzate; mentre piscina e campo da tennis sono alla Masseria Le Mandorle: stessa proprietà, stesso servizio raffinato, stile country, 12 camere.

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