Italia
Pubblicità

Italia

In arrivo 127 milioni di turisti. Ma mancano 50mila addetti per i periodi di picco

Turismo di primavera, timori per l'ammanco di 50mila lavoratori

L’allarme di Assoturismo Confesercenti: fabbisogno di 210mila addetti, ma le imprese segnalano una carenza di 50mila lavoratori

8 marzo 2023
Pubblicità

3' di lettura

Dopo le pesantissime perdite provocate dalla pandemia con una contrazione del fatturato che secondo una stima della Banca d’Italia nel solo 2020 si è aggirata intorno a - 40%, il turismo torna a correre. Anzi a volare. Sulla scia di uno spumeggiante 2022, anche per l'anno in corso si prevede un aumento dei flussi di turisti, dall'Italia e dall'estero. Secondo i dati di Demoskopica anticipati dall’Ansa si stimano 127 milioni di arrivi con un rialzo dell'11,2% sull'anno scorso.

Boom turismo

Pubblicità

La volata del settore si scontra sempre di più con le difficoltà di reperimento del personale: per la Pasqua e i mesi primaverili dei Ponti - periodi di picco della domanda - è possibile stimare oltre 50 mila lavoratori ‘mancanti' nelle imprese turistiche. A lanciare l'allarme è Assoturismo Confesercenti, sulla base di elaborazioni sul mercato del lavoro condotte da Cst. Nel 2022 i pernottamenti nelle strutture ricettive italiane hanno raggiunto quota 400 milioni e la tendenza appare favorevole anche per il 2023 sia sul fronte del turismo interno che da oltre confine. Secondo i dati di Demoskopica anticipati dall’Ansa si stimano 127 milioni di arrivi (il record è stato toccato nel 2019 con 131 milioni seguito dal 2018 con 128): rispetto all’anno scorso l’aumento è dell'11,2%. L’effetto traino sulla spesa turistica è pesante: in termini assoluti sfiorerebbe la soglia degli 89 miliardi di euro con una crescita stimata del 22,8% rispetto al 2022.

Ma all’appello mancano gli stagionali

Il paradosso è servito. Da un lato si prospetta un aumento del volume della produzione e dei posti di lavoro creati, dall'altro le imprese del settore continuano a registrare carenza di addetti. La difficoltà nella ricerca del personale ha dimensioni ormai strutturali, che si manifesta regolarmente già dagli anni pre-pandemia, ma che sta diventando sempre più grave con la ripartenza del comparto.

Le difficoltà per le imprese

Per il trimestre febbraio-aprile, vale a dire il periodo di riapertura delle imprese stagionali e della ripresa dei flussi turistici in Italia, si prevede un fabbisogno di circa 210mila addetti nelle imprese turistiche. Ma i lavoratori non si trovano: complessivamente, in media le imprese segnalano difficoltà di reperimento delle figure professionali nel 34% dei casi, non solo per preparazione inadeguata ma, sempre più spesso, per mancanza di candidati. Una percentuale che sale addirittura al 52% nella ristorazione, mentre scende al 26,7% nelle altre imprese del turismo.

Le figure fantasma

I profili necessari sono per il 2,6% di professioni con elevata specializzazione, l'81,5% professioni qualificate, l'1,3% di addetti specializzati e il 14,6% di professioni non qualificate. Ma sono proprio questi ultimi profili quelli più ricercati: in particolare facchini, camerieri semplici, lavapiatti e addetti alle pulizie. Secondo i dati di Assoturismo le retribuzioni per un cameriere semplice partono da 1560 euro lordi al mese, per capo cuoco o capo barista si superano i 1.740 euro mensili, lo stesso per un primo portiere.

Le conseguenze

La mancanza di personale porterà nei prossimi mesi le imprese a misurarsi con una situazione complessa e imprevedibile dal punto di vista organizzativo dei processi produttivi, senza trascurare che le destinazioni competitors dell'Italia sono già pronte a migliorare i volumi degli arrivi turistici del 2022. In particolare, per le imprese che non riusciranno a reperire tutti gli addetti necessari è possibile stimare una perdita media di fatturato nel periodo del -5,3%, con conseguente abbassamento degli standard qualitativi e impatti sulla produttività.

Le proposte

«La questione - ha detto Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti - ha ormai raggiunto le dimensioni di una vera e propria emergenza. Così è impossibile gestire i picchi di attività, in particolare in alcune aree come la riviera romagnola. Ma problemi si riscontrano anche in Sicilia e in Sardegna». E aggiunge: «Abbiamo bisogno di trovare una soluzione, anche utilizzando le risorse del Pnrr. Servono politiche attive, ora quasi del tutto assenti: come Assoturismo Confesercenti abbiamo stretto con Adecco un'alleanza contro il mismatch, ma non si può lasciare l'incontro tra domanda e offerta al passaparola o alle iniziative private». Secondo il numero uno dell’associazione «bisogna rafforzare la formazione professionale regionale di figure turistiche, e aprire ai pensionati e ai ragazzi in età scolare prevedendo occupazioni temporanee a totale esenzioni di imposta. E poi pensare a normative speciali per garantire una ‘staffetta' tra i lavoratori nelle attività stagionali». Per Messina infine «pure la gestione del Reddito di Cittadinanza e dei flussi di immigrazione va ripensata, collegandola a opportunità di formazione. Ma è necessario risolvere anche il problema della mobilità dei lavoratori: servono agevolazioni per contratti che garantiscano non solo formazione ma anche vitto e alloggio, un onere per le imprese da almeno 600 euro al mese per lavoratore».

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy