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Referendum Atac: come e dove si vota

di Andrea Marini

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7 novembre 2018
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3' di lettura

Domenica prossima 11 novembre i cittadini romani potranno votare il referendum consultivo sulla messa a gara del trasporto pubblico locale della città, promosso da Radicali Italiani e Radicali Roma. Si tratta del cosiddetto “referendum Atac”, dal nome della azienda al 100% del comune di Roma che si occupa di oltre l’80% del trasporto pubblico della capitale (meno del 20% è gestito da Roma Tpl, consorzio di ditte private laziali). Si tratta di un referendum consultivo, quindi con regole sui generis rispetto alle altre consultazioni.

Quando e dove si vota
Si vota dalle 8 alle 20 di domenica 11 novembre, quindi in una finestra temporale più breve rispetto a quella per le normali consultazioni (alle ultime comunali e alle ultime politiche si è votato dalle 7 alle 23, per esempio). In merito al luogo dove si vota, invece, non ci sono cambiamenti: chi vorrà partecipare alla consultazione si dovrà recare al seggio dove va per le normali consultazioni. Non si voterà assolutamente in gazebo. Le operazioni di scrutinio inizieranno subito dopo la chiusura dei seggi.

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I documenti necessari
Per votare, i cittadini dovranno presentarsi con un documento di riconoscimento valido e la tessera elettorale. Essendo un referendum consultivo locale, non verrà apposto alcun timbro con la data dell’11 novembre sulla tessera. Quindi potrà votare anche chi ha la scheda con tutti gli spazi disponibili per i timbri già occupati, senza bisogno di rinnovare la tessera. I cittadini che non hanno più la tessera elettorale possono rivolgersi all’ufficio elettorale di via Petroselli 50 nei normali giorni lavorativi e nel giorno del referendum dalle 8 alle 20.

Chi può votare
Possono votare tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune di Roma e i cittadini residenti all’estero che votano a Roma. Inoltre, potranno partecipare i cittadini di tre specifiche categorie, che si siano però appositamente registrati dal 1° ottobre al 31 dicembre 2017: i non residente a Roma che hanno nel comune la propria attività prevalente di lavoro, gli studenti non residenti che studiano a Roma e gli stranieri maggiorenni, regolarmente residenti a Roma o che hanno qui il domicilio per ragioni di studio o lavoro.

Il primo quesito
Il primo quesito del referendum è questo: «Volete voi che Roma Capitale affidi tutti i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia mediante gare pubbliche, anche ad una pluralità di gestori e garantendo forme di concorrenza comparativa, nel rispetto della disciplina vigente a tutela della salvaguardia e della ricollocazione dei lavoratori nella fase di ristrutturazione del servizio?». In sostanza, chi vota Sì chiede la messa a gara, anche con più lotti e gestori, del servizio di trasporto pubblico locale, che potrà quindi essere gestito sia da aziende pubbliche che private.

Il secondo quesito
Il secondo quesito del referendum è: «Volete voi che Roma Capitale, fermi restando i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia comunque affidati, favorisca e promuova altresì l’esercizio di trasporti collettivi non di linea in ambito locale a imprese operanti in concorrenza?». In sostanza, chi vota Sì chiede il potenziamento del trasporto di taxi, noleggio con conducente (NCC) e trasporti alternativi, tipo Uber, mettendo le aziende in concorrenza tra loro.

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Le due schede elettorali
All’elettore verranno consegnate due schede di colore diverso, una per ogni quesito, con due rettangoli all’interno con le diciture SI/NO.

Il quorum del 33%
Pur essendo un referendum consultivo, il Comune di Roma ha comunicato che per validare il referendum servirà il quorum del 33% degli aventi diritto (poco meno di 760mila elettori): «L’indizione del referendum è antecedente all’approvazione del nuovo Statuto, sarà applicata la precedente normativa che prevede il quorum», ha comunicato in una nota. Tuttavia i promotori del referendum contestano questa interpretazione e non escludono un ricorso al Tar dopo la consultazione.

Gli effetti del voto
Essendo un referendum consultivo, l’esito del voto non ha un effetto immediato vincolante: in caso di vittoria del Sì il Comune non è obbligato alla messa a gara del servizio del trasporto pubblico locale, come pure la vittoria del No non esclude l’avvio della procedura. Gli effetti del referendum saranno tutti politici e rimessi alle valutazioni che vorrà fare l’amministrazione capitolina.

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