di Nicoletta Cottone
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Cosa è la tagliola politica, che al Senato ha affossato con voto segreto il Ddl Zan contro l’omotransfobia? É una procedura che in aula a Palazzo Madama è stata richiesta da Lega e Fratelli d’Italia. Una procedura speciale in base alla quale è stato tagliato l’esame degli articoli del provvedimento contro l’omotransfobia.
La tagliola che di fatto ha ghigliottinato il ddl Zan (con 154 sì, 131 no e due astenuti) è un meccanismo previsto dall’articolo 96 del Regolamento del Senato, in base al quale «prima che abbia inizio l’esame degli articoli di un disegno di legge, un senatore per ciascun gruppo può avanzare la proposta che non si passi a tale esame».
Nel caso del ddl Zan la richiesta presentata da Fratelli d’Italia e Lega è stata giudicata ammissibile. La maggioranza dei senatori ha votato sì alla tagliola, quindi il disegno di legge contro l'omotransfobia non può andare avanti.
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Prima che abbia inizio l’esame degli articoli di un disegno di legge, un senatore per ciascun gruppo può avanzare la proposta che non si passi a tale esame
Sull’argomento era intervenuto anche il deputato Alessandro Zan, promotore e primo firmatario del ddl. «Spero che la presidente Casellati non conceda il voto segreto sulla cosiddetta tagliola» perchè «se il voto fosse palese» non ci sarebbero problemi. Con il sì al voto segreto, ha aggiunto, verrebbe violata «una prassi dell’ex presidente Grasso, che su questo tipo di procedura non ha mai concesso il voto segreto, perchè è un voto procedurale non di merito».
La presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha invece stabilito che il voto fosse segreto. «La mia decisione, per quanto legittimo contestare, perché si tratta di interpretazione, ha delle solide fondamenta di carattere giuridico», ha spiegato in aula parlando della decisione di accogliere la richiesta di voto a scrutinio segreto sulla cosiddetta tagliola che prevede il non passaggio agli articoli al ddl Zan. «Io sono stata chiamata esclusivamente a giudicare sulla votazione segreta - ha spiegato - che è una questione puramente giuridica, infatti ho citato il regolamento e i precedenti che mi hanno indotto alla concessione del voto a scrutinio segreto».
Nicoletta Cottone
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