Ansa
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Se parliamo di fisco, gli Stones non sono affatto stati all'altezza dei Beatles. Anzi: il loro controverso rapporto con gli esattori di Sua Maestà è addirittura diventato letteratura. Nei primi anni Settanta, da giovani milionari amanti degli eccessi, furono costretti a riparare in Francia per evitare le «cartelle» della madrepatria britannica. Nella villa di Keith Richards a Villefranche sur Mer, in cantina, utilizzando la postazione mobile che era servita a incidere il live «Get yer ya-ya's out!», tirarono fuori un'opera capolavoro. Titolo: «Exile on main St.», esilio sulla strada principale. Ossia esattamente la condizione di dorata cattività cui li costringeva il fisco inglese.
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