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«Per un editore, il problema della traduzione è proprio al cuore del mestiere. Che cosa e come si traduce determina il DNA di una casa editrice» dice Teresa Cremisi, scrittrice e neo presidente della casa editrice Adelphi. Per fare il punto sul “ruolo delle traduzioni, in particolare nell'editoria milanese dagli anni '50 del Novecento ad oggi” studiosi, editori, direttori di collane e traduttori si confronteranno per due giorni al Centro Apice dell'Università degli Studi di Milano nelle giornate del 24 e del 25 novembre. Interverranno grandi figure femminili dell'editoria milanese – da Renata Colorni a Teresa Cremisi a Emilia Lodigiani –, eminenti studiosi universitari, traduttori affermati come Yasmina Melaouah.
“Sarà l'occasione per analizzare le dinamiche che hanno portato autori stranieri europei ed extraeuropei, conosciuti solo dagli specialisti di letterature straniere, a diventare, negli anni, dei classici nelle collane letterarie degli editori italiani, e in particolare di Milano, confermando il ruolo di questa città come capitale dell'editoria italiana e una delle capitali europee del libro” spiega Lodovica Braida, presidente del Centro Apice, che da vent'anni conserva e valorizza gli archivi e le biblioteche di uomini e donne che hanno avuto un ruolo nell'editoria.
“Il convegno vuole anche dare la parola ai traduttori, invitati a riflettere su come è cambiato il loro mestiere, la loro formazione, il loro modo di lavorare, anche alla luce di una tecnologia digitale che ha rivoluzionato il rapporto con strumenti, testi e lettori”.
“La Fabbrica dei classici: la traduzione delle letterature straniere e l’editoria milanese. (1950-2021)”. Centro Apice, Università degli Studi di Milano, 24 e 25 novembre 2021
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