di Stefania Arcudi e Chiara Di Cristofaro
La Borsa, gli indici del 3 novembre 2021
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Le Borse europee alla finestra nel giorno della Federal Reserve. Gli investitori per tutta la seduta hanno atteso le decisioni della Banca centrale americana, che dopo la chiusura ha annunciato il 'tapering', la riduzione degli stimoli all'economia, mentre per un rialzo dei tassi di interesse l'attesa resta ancora lunga. Piazza Affari è stata la migliore (FTSE MIB), Madrid la peggiore (IBEX 35), mentre le altre piazze si sono mosse in ordine sparso (Parigi CAC 40, Francoforte DAX 30 ). Wall Street chiude segnando nuovi record: il Dow Jones sale dello 0,29% a 36.157,02 punti, il Nasdaq avanza dell’1,04% a 15.811,59 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,65% a 4.660,56 punti.
Dopo la chiusura delle borse europee, la Fed ha annunciato l'inizio del tapering, ovvero della riduzione graduale del programma di acquisto di bond da 120 miliardi di dollari al mese avviato per sostenere l'economia statunitense durante la crisi provocata dalla pandemia di coronavirus. La Banca centrale ha deciso che ridurrà gli acquisti di 15 miliardi al mese a partire da novembre: in questo modo, il tapering si concluderà a giugno. Il presidente Jerome Powell ha detto che «è il momento di iniziare il tapering, non quello di alzare i tassi», l'economia americana «continua a rafforzarsi, ma pesa il Covid» e «l'inflazione resta elevata, anche se riflette fattori transitori».
Sul Ftse Mib la migliore è stata Ferrari, scattata a valori record (221,6 euro in chiusura, dopo il massimo intraday di 227,8 euro) dopo la trimestrale, inizialmente accolta con scetticismo dagli investitori, che poi si sono concentrati sulle rassicurazioni dell'Ad Vigna e sul rialzo delle guidance 2021. In generale bene le banche, con lo spread sceso ulteriormente a 120 punti, dai 122 della vigilia e dopo avere toccato nei giorni scorsi i 134 punti, il massimo da inizio ottobre 2020. In controtendenza Intesa Sanpaolo, dopo la trimestrale, anche se l'utile netto ha superato le aspettative. In generale, il comparto energetico è stato penalizzato dal rallentamento del petrolio, in forte calo in attesa delle decisioni dell'Opec+ e dopo il rialzo superiore alle stime delle scorte americane (Eni, Saipem e Tenaris, per altro prima dei conti).
Sul Ftse Mib tra le migliori ci sono Exor, che si riporta poco sotto i massimi toccati nei giorni scorsi a 83,44 euro (oggi ha chiuso a 83,36 euro), e Leonardo, che ha rafforzato la sua presenza nel mercato dell’elisoccorso negli Stati Uniti con nuovi contratti che includono, tra l’altro, due elicotteri monomotore e un elicottro intermedio leggero. Come detto, si distingue in negativo Eni, che ha iniziato ieri il movimento al ribasso dopo due sedute decisamente positive e un rialzo di quasi il 3% nella giornata di lunedì. Il titolo, che aveva reagito bene alla diffusione della trimestrale in crescita, con i giudizi positivi delle banche d'affari che hanno confermato la view positiva sulle azioni, è ora colpito dalle prese di beneficio, oltre che dal ribasso del petrolio. La peggiore è stata Diasorin, che nelle precedenti sedute ha registrato guadagni costanti.
Fuori dal listino principale, da segnalare il rally di Medica: il gruppo del settore biomedicale e medtech ha debuttato su Euronext Growth Milan, la ventiseiesima ammissione da inizio anno sul mercato di Borsa Italiana dedicato alle piccole e medie imprese. In accelerata anche Eprice , reduce dal crollo delle sedute precedenti che l'avevano portata al minimo storico di 0,0212 euro per azione, sulla scia di una situazione di debolezza iniziata a fine settembre, quando un operatore italiano del settore della grande distribuzione interessato alla realizzazione di un'operazione d'investimento in ePrice Operations, società operativa interamente controllata da ePrice, ha invece fatto marcia indietro. Infine, nuovo rally anche per Renergetica (+5,11%), che dopo avere siglato un accordo con Enel Green Power Italia per lo sviluppo di 5 impianti fotovoltaici in nord Italia, ha venduto un ulteriore progetto negli Stati Uniti per lo sviluppo di un impianto fotovoltaico, della potenza di 3,125 MWp, nello stato del Maine.
Il Brent gennaio scende del 2,7% a 82,36 dollari, mentre il Wti al Nymex ha perso 3,05 dollari al barile, il 3,6%, chiudendo la seduta a 80,86 dollari al barile. A pesare è stato l'aumento delle scorte statunitensi, il quinto nelle ultime sei settimane, che è stato superiore a quanto previsto dagli esperti.
I titoli energetici sono i peggiori in Europa, con l'Eurostoxx di settore in netto calo. Le prese di profitto sul comparto sono scattate insieme a quelle sul petrolio . «In vista della riunione del 4 novembre - dicono gli analisti di Mps Capital servise - il petrolio risente delle pressioni Usa sull’Opec+ per un aumento della produzione superiore a quanto programmato. Il Presidente Biden ha incolpato i produttori di stimolare l’inflazione con la loro strategia, mentre il Segretario di Stato, Blinken, ha chiesto agli Emirati maggiore produzione». In questo contesto, tra gli operatori aumenta la speculazione che se l’Opec+ non aggiungerà extra barili ai 400.000 già programmati, «gli Usa in coordinamento con altri Stati potrebbero rilasciare le riserve strategiche (l’Iea ha dichiarato di essere pronta ad agire se necessario e forti pressioni giungono anche da India e Giappone)».
Chiusura in calo per lo spread tra BTp e Bund. Al termine degli scambi il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (IT0005436693) e il pari durata tedesco è indicato a 120 punti base dai 122 del closing precedente e dopo avere toccato nel corso della seduta i 119 punti. Continua a scendere anche il rendimento del BTp decennale benchmark, che ha segnato un'ultima posizione all'1,05% dall'1,09% della vigilia.
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Chiara Di Cristofaro
Redattrice esperta Radiocor
Stefania Arcudi
Redattore Radiocor
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