di P.Sol.
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Sfiora gli otto miliardi di euro il valore di scorte aziendali che potranno essere monetizzate dalle aziende italiane con l’ingresso del pegno non possessorio. Una settimana fa si è completato infatti il percorso regolamentare per l'entrata in vigore di questo strumento molto atteso dalle imprese italiane e dagli operatori nel settore del credito.
Si tratta di una garanzia reale che consentirà agli imprenditori di accedere più agilmente al finanziamento del proprio magazzino senza rinunciare ad alienare, trasformare o altrimenti disporre dei beni che lo compongono, senza cioè dover vincolare o consegnare i beni dati in garanzia. L'ultimo passaggio formale che permette l'adozione del nuovo strumento è stato il provvedimento dell'Agenzia delle Entrate che ha reso operativo il Registro informatico per l'iscrizione e la tenuta dei pegni mobiliari non possessori.
Grazie a questo registro potranno essere effettuate tutte le operazioni relative al pegno in modo telematico e veloce: iscrizione, consultazione da parte di chiunque, modifica, rinnovo e cancellazione.
Dal punto di vista di banche e investitori, la nuova disciplina faciliterà l'effettiva applicazione dei diritti dei creditori garantiti. I beni che possono essere oggetto di pegno mobiliare non possessorio sono i beni mobili anche immateriali e i crediti destinati o inerenti all'esercizio dell'impresa, esistenti o futuri, determinati o determinabili facendo riferimento ad un loro valore complessivo. Sono esclusi tutti i beni mobili registrati.
Il pegno non possessorio abilita un nuovo canale di
Si tratta di una rivoluzione per il settore industriale e manifatturiero italiano, che permette di liberare nuove risorse in un momento di forte incertezza permettendo alle imprese di attrarre investimenti per lo smobilizzo o il finanziamento del proprio magazzino. Secondo le stime fatte da Supply@Me Capital, fintech attivo nel comparto dell'inventory monetisation, il potenziale di scorte che in Italia potrebbero essere monetizzati vale 7,7 miliardi di euro.
Il calcolo è stato fatto sulla base di tute le società italiane che rispettano i criteri del decreto n.114 del 25 maggio 2021 del Mef e che quindi possono accedere al pegno non possessorio: l'accesso alle società del settore manifatturiero e industriale ed è condizionato alla chiusura degli ultimi tre bilanci in attivo, registrando ricavi positivi derivanti dall'attività di impresa. Di quelle considerate sono state valutate quelle che abbiano la tipologia e la rotazione del magazzino necessarie, dal momento che è per esempio di fondamentale importanza che il magazzino ruoti almeno una volta l'anno per liberare liquidità all'impresa.
Anche il comparto della monetizzazione dell'inventario è facilitato da soluzioni innovative che riescano a sfruttare i vantaggi della blockchain in ambito supply chain, per abilitare in maniera rapida e semplice il monitoraggio della filiera produttiva, la provenienza e la qualità dei beni, il costante aggiornamento della consistenza e del valore dei magazzini.
Dal punto di vista tecnologico Supply@Me, quotata al London Stock Exchange, ha introdotto lo scorso anno anche in Italia il servizio di “inventory monetisation”, permettendo alle aziende di cedere il loro magazzino a società di inventory trading che, proprio attraverso il pegno non possessorio, potranno essere finanziate più agevolmente da banche o fondi di investimento e, conseguentemente, mettere a disposizione delle aziende nuova liquidità per migliorare il proprio capitale circolante.
«Supply@ME ha investito da diversi anni in tecnologie, metodologie e processi per permettere un'attenta analisi e monitoraggio degli inventory - commenta Alessandro Zamboni, Ceo di Supply@Me -. Grazie alla nuova regolamentazione sul pegno non-possessorio, la nostra piattaforma ready-to-go può permettere a banche e fondi di investimento di poter, fin da subito, finanziare operazioni basate sugli inventory»
Pierangelo Soldavini
Vicecaporedattore
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