di Maria Teresa Manuelli
(AdobeStock)
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Cambia il concetto di “buon cibo” per gli italiani. Se finora era inteso come il sapore della tradizione, di ingredienti di qualità e di ricette che valorizzassero i prodotti del territorio, oggi sembra arricchirsi di un nuovo valore. Ovvero, quello della “prevenzione”: mangiare bene significa farsi del bene mangiando, un atteggiamento e un approccio al cibo che (almeno nelle intenzioni) sembra radicarsi sempre più nei consumatori.
A svelarlo è l’indagine Cimabue condotta dall'Osservatorio Sonda, startup che si occupa di ricerca e consulenza nei settori F&B e Hospitality a 360° (ristorazione commerciale e collettiva, industria alimentare, trend nei consumi).
Attraverso la ricerca dei trend e l’analisi dei dati, l’Osservatorio si propone di conoscere il mercato per come si presenta oggi e nei possibili scenari futuri per individuare le azioni da compiere.
Secondo quindi l’ultima survey – la seconda, dopo quella dedicata alla sostenibilità, saranno 12 all'anno, supportate da un comitato scientifico – il cibo buono non è solo quello sano: il “cibo che fa bene” è anche quello che ha effettivamente alle spalle una filiera interamente “sana”. Il concetto di “naturalità”, inoltre, associato al cibo è diventato un accattivante claim.
Ma cosa intendono i consumatori per prodotto alimentare naturale? Per il 46% della popolazione la definizione di cibo naturale corrisponde ad alimenti vegetali o animali “integri”, cresciuti e coltivati senza ausili artificiali o chimici e che non subiscono nessun processo di lavorazione industriale. Un claim che funziona, se il 37% della popolazione dichiara di consumare cibi naturali regolarmente, in particolare quelli che sono di origine vegetale e acquistati direttamente dal produttore.
In altri casi, i principali driver di scelta sono la “bontà” in termini di gusto e la qualità della materia prima. I principali benefici che i consumatori attribuiscono ai cibi naturali sono legati poi al tema della salute e della prevenzione (non fanno male alla salute e contribuiscono al benessere psico-fisico).
A seguire c'è il rispetto e la tutela dell'ambiente che questi prodotti e la loro filiera garantiscono. Di contro il costo più elevato rappresenta la principale barriera.Quando si chiede ai consumatori in cosa consiste per loro una sana alimentazione, spicca la stagionalità: seguire le stagioni, i ritmi e le scelte che la natura stessa ci impone è per loro uno dei fondamenti del mangiar sano.
Nel dichiarato, si presta molta attenzione alla scelta dei cibi sani: circa il 67% è attento alla selezione dei cibi nel proprio carrello, che devono essere in linea con i principi dei un'alimentazione sana. Il 78% della popolazione mangia sano come abitudine. Soprattutto per motivi di salute o per prevenire i problemi della salute.
Un altro bisogno crescente è quello della “convenience”. Praticità, rapidità e comodità in cucina, sono richieste sempre più rilevanti.Secondo l'Osservatorio, quindi, coniugare questo bisogno con la necessità di mangiare sano e naturale è la direzione fondamentale da perseguire nel prossimo futuro.
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