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Festival di Berlino: “Laggiù qualcuno mi ama”, l'omaggio di Martone a Massimo Troisi

di Andrea Chimento

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Il regista di “Qui rido io” e “Nostalgia” ha presentato al festival tedesco il suo documentario dedicato all'attore e regista napoletano

19 febbraio 2023
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3' di lettura

Massimo Troisi secondo Mario Martone: al Festival di Berlino è stato presentato “Laggiù qualcuno mi ama”, il nuovo film del regista di “Qui rido io” e “Nostalgia”.
Proponendo contenuti inediti e una raccolta di testimonianze di colleghi e amici dell’attore, Martone racconta il mito di Troisi, una figura rimasta sempre viva nell’immaginario del cinema italiano.

Grazie al lavoro del regista e di Anna Pavignano, compagna di Troisi nella sfera privata e professionale, il film ne ripercorre non (sol)tanto la vita, ma soprattutto la carriera, partendo dall'artista per poi arrivare all'uomo.

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I film del terzo giorno della Berlinale

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Laggiù qualcuno mi ama
Laggiù qualcuno mi ama
Superpower
Laggiù qualcuno mi ama

Martone vuole innanzitutto mettere in luce la carriera di Troisi come regista, prima che come attore comico, cercando di raccontarne lo stile e la poetica, i possibili collegamenti con altri autori e, in particolare, con la Nouvelle Vague francese e la figura di François Truffaut, ribelle come lui e artefice di un cinema libero e giovane che “Laggiù qualcuno mi ama” sottolinea come una possibile ispirazione.

A sua volta la pellicola si concentra anche su quali siano gli artisti successivi che sono stati influenzati dal suo cinema e che Martone ha scelto di intervistare: tra questi Francesco Piccolo, Paolo Sorrentino, Ficarra e Picone, nonché diversi critici che si sono dedicati allo studio della sua figura, come Goffredo Fofi. La stessa Pavignano è stata incontrata da Martone, perché in qualità di co-sceneggiattrice di molti film di Troisi, ha potuto raccontare quali fossero i processi creativi da cui scaturivano le sue opere.

Un atto d'amore

Bastano le prime parole dello stesso Martone, che si mette in scena direttamente all'interno di questa pellicola, per capire quanto questo lungometraggio sia soprattutto un atto d'amore di un regista nei confronti di un uomo che aveva conosciuto e il cui cinema aveva molto amato.

È lo stesso Martone a raccontare come abbia voluto partire proprio dai suoi film, creando una sorta di mosaico del cinema di Troisi e come questa operazione gli abbia anche permesso di rivedere “Il postino”, una pellicola che all'epoca non era riuscito ad ammirare adeguatamente, vista la commozione che quella visione portava con sé.

In uscita nelle nostre sale il 23 febbraio, questo documentario biografico svela tutta la passione di Martone e il suo coraggio nel voler realizzare un lungometraggio che parla soprattutto di cinema, anche da un punto di vista prettamente tecnico, sottolineando inoltre l'aspetto politico che c'era dietro la figura di Troisi e dei suoi lavori.

Superpower

Un altro documentario molto atteso della Berlinale è “Superpower”, firmato da Aaron Kaufman e Sean Penn.

Presentato all'interno della sezione Berlinale Special Gala, è un lavoro che Penn e Kaufman hanno intrapreso più di due anni fa, con l'intenzione di approfondire la figura e la carriera di Volodymyr Zelensky, ex attore comico diventato Presidente del paese.

Nel febbraio 2022, i due registi si trovavano a Kiev per questo progetto quando Putin iniziò l'invasione che sconvolse tutto il mondo: quasi involontariamente Penn e Kaufman sono diventati testimoni di quanto successe e le parole di Zelensky presero tutto un altro peso. Finché è stato possibile, Penn si è armato di macchina da presa e ha immortalato gli eventi in prima persona, dimostrando quanto sia fondamentale il ruolo dell'arte e del cinema per far luce su situazioni come questa.

Le premesse sono importanti e non manca la passione da parte dell'attore-regista, ma Penn si mette troppo in prima persona davanti alla videocamera e finisce per dare vita a un documentario più incentrato su se stesso di fronte al conflitto che a un prodotto effettivamente in grado di raccontare qualcosa in più di quanto già sappiamo.

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