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Marfa’ Projects, una galleria per gli artisti libanesi

di Sara Dolfi Agostini

Immagine non disponibile

5 marzo 2018
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2' di lettura

Marfa' Projects esiste da poco più di due anni, ma la sua fondatrice, Joumana Asseily, è già considerata un solido punto di riferimento della scena artistica di Beirut. “Ho cominciato collezionando opere d'arte e sostenendo istituzioni come Ashkal Alwan , Beirut Art Center e The Arab Image Foundation , ma ho capito presto che mancava una galleria che desse spazio ad artisti libanesi non rappresentati o rappresentati sì, ma in altri paesi” racconta. Come Rania Stephan, artista e regista classe 1960, o Caline Aoun, vecchia conoscenza dei banchi di scuola e Deutsche Bank's Artist of the Year 2018 , ritrovata per caso appena tornata a Beirut dopo gli studi a Parigi e un periodo a Los Angeles.

Caline Aoun - Fields of Space

13 foto

Ogni grafico rappresenta il peso in tonnellate al mese di un determinato prodotto per un dato anno. Pertanto, ciascuna serie orizzontale di 13 grafici illustra il peso totale importato ed esportato di un determinato prodotto nel corso degli anni
Datascape 2016 - Inchiostro su carta Heritage Rag - Dimensioni variabili
Stampa a getto d’inchiostro su carta Hahnemühle Fine Art Baryta 325 -72 x 102 cm (con cornice)
Stampa a getto d’inchiostro su carta Hahnemühle Fine Art Baryta 325 -72 x 102 cm (con cornice)
Stampa a getto d’inchiostro su carta Hahnemühle Fine Art Baryta 325 -72 x 102 cm (con cornice)
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“Ai tempi Aoun lavorava solo con una galleria a Dubai, ci conoscevamo fin da bambine ed è stata sua sorella a regalarmi una sua opera e a introdurmi al suo lavoro”. I tempi, però, non sono ancora propizi per aprire la galleria: tra fine 2005 e il 2006 si consuma la seconda guerra libanese e gli incidenti anche in centro a Beirut non mancano. Intanto Asseily conosce gli artisti, influenti curatrici come Christine Tohmé, tra mostre, talk, conferenze, e quando finalmente inaugura in città c'è tutta la scena dell'arte internazionale – da Parigi a New York – per l'apertura del Sursock Museum – sulla scena dal 1961, ampliato e restaurato - e della Aïshti Foundation di Tony Salamè. “A Beirut c'è un equilibrio interessante tra pubblico e privato, e in molti collezionano arte: politici, imprenditori, intellettuali, alcuni più che benestanti altri ti pagano a rate” spiega la gallerista, e aggiunge: “per questo è importante stabilire prezzi giusti, non solo rispetto agli artisti e alle loro produzioni, ma anche al collezionismo locale”.

Selezione di Stephanie Saade

15 foto

Entrata posteriore
Uno scorcio della mostra
Golden Memories
Golden Memories
Elastic Distance
Mostra: uno scorcio
Re-Enactment
Re-Enactment
Re-Enactment
Graceful Degradation
Thin Ice
Moongold
The Second Space
Contemplating an Old Memory
Contemplating an Old Memory

Opere di formato più piccolo o in edizione costano intorno ai 5mila euro, si arriva fino a 15mila, invece, per le installazioni più complesse, ma le tecniche? “Scelgo gli artisti sulla base delle loro idee, la tecnica è secondaria, e capisco che a volte le idee non siano immediate per questo ogni mostra è accompagnata da una breve pubblicazione e da talk e screening” dice Asseily.

Selezione Vartan Avakian

16 foto

Il prossimo appuntamento internazionale è a Liste , la fiera delle gallerie emergenti a Basilea: per Marfa' Projects è già la seconda partecipazione – e per l'occasione esporrà sculture e opere a parete di Vartan Avakian e Stéphanie Saadé, che riflettono sull'essere presenti, a livello fisico e concettuale.

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