(ANSA)
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L’attuazione del Pnrr «è una sfida per tutto il Paese come ci ricorda sempre il presidente Mattarella. Serve un approccio costruttivo da parte di tutti affinché i progetti si realizzino e si rendicontino in modo adeguato». Così il ministro degli Affari Europei, il Sud, la Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, in una nota rilevando che «ognuno deve contribuire in maniera proattiva al raggiungimento dell’obiettivo comune: realizzare interamente il Piano, ammodernare il Paese e renderlo competitivo. Quindi tutti dobbiamo lavorare soprattutto tra Istituzioni, privilegiando la prudenza e il confronto preventivo».
Ma il ministro Fitto ha nel mirino soprattutto la Corte dei conti. I magistrati contabili hanno appena licenziato il Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica e la diagnosi sull’attuazione del Piano nazionale di ripresa è impietoso. Spese alla mano, nei primi quattro mesi dell’anno siamo a quota 1,1 miliardi su una programmazione da 32,7 miliardi per l’intero 2023.
Intanto il 31 maggio è stata convocata a palazzo Chigi la cabina di regia per l’approvazione della relazione semestrale sul Pnrr, la prima del governo Meloni. Dopo il via libera, il testo sarà inviato alle Camere.
In relazione a quanto rilevato dalla Corte dei Conti in merito ai profili temporali di spesa del Piano nazionale di ripresa e resilienza, «nei prossimi mesi partiranno le rendicontazioni di molti progetti e di molti interventi - ha replicato Fitto -. Sarebbe auspicabile un approccio costruttivo della Corte dei Conti che potrebbe supportare tutti i soggetti attuatori nella fase di rendicontazione, di campionamento, e di verifica del raggiungimento dei risultati, elaborando format, sistemi di autocontrollo che semplificherebbero i compiti dei singoli soggetti attuatori. In tal senso i controlli non si sovrapporrebbero e il sistema sarebbe in grado di rispondere più efficacemente alle richieste europee».
Nella nota Fitto ricorda che «nel corso del 2021-2022 le spese sostenute sono riferite principalmente alle rendicontazioni di progetti in essere, quindi precedenti alla nascita del Piano, e inseriti nel Pnrr. In particolare alle misure automatiche di incentivazione fiscale, quali il superbonus e il credito di imposta 4.0. A tale circostanza si aggiunge il fatto che a febbraio 2023 sulla base di indicazioni Eurostat è stata definita una nuova modalità di rendicontazione dei crediti fiscali che hanno sostanzialmente esaurito la loro dotazione finanziaria a valere sul Pnrr». Per quanto riguarda le spese del 2023, si legge ancora nella nota del ministro, «l’effettiva rendicontazione è subordinata all’avvio dei lavori dei circa 110 miliardi di opere pubbliche che, secondo i cronoprogrammi del Pnrr, inizierà nel corso del 2023. Pertanto solo dopo l’avvio dei lavori sarà possibile rendicontare gli stati di avanzamento e quindi si verificherà un conseguente aumento della spesa effettivamente sostenuta». Per le altre misure a sportello, come previsto, «sono in corso di finalizzazione le procedure di attivazione e concessione dei finanziamenti e anche per tali interventi l’effettiva spesa sarà effettuata a partire dalla seconda metà del 2023», ha chiosato Fitto.
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