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Arabia Saudita e Iran ripristinano i rapporti diplomatici. Mediatrice: la Cina

Iran, visita del direttore generale Aiea dopo l'arricchimento dell'uranio

Entro due mesi ristabilimento dei legami tra i due Paesi e riapertura delle ambasciate

10 marzo 2023
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3' di lettura

L’Iran e l’Arabia Saudita hanno concordato di ristabilire le relazioni diplomatiche e riaprire le ambasciate dopo sette anni di tensioni. La grande svolta diplomatica, negoziata con la Cina, riduce la possibilità di un conflitto armato tra le nazioni, sia direttamente che in conflitti per procura nella regione.
L’intesa, raggiunta a Pechino questa settimana durante il cerimoniale del Congresso Nazionale del Popolo, rappresenta una grande vittoria diplomatica per i cinesi, che conferma come gli stati arabi del Golfo Persico stiano percependo il lento ritiro degli Stati Uniti dal Medio Oriente allargato. L’intesa arriva anche mentre i diplomatici hanno cercato di porre fine a una guerra durata anni nello Yemen, un conflitto in cui sia l’Iran che l’Arabia Saudita sono profondamente trincerati.

I due paesi hanno rilasciato un comunicato a tre con la mediatrice Cina. «Dopo l’attuazione della decisione, i ministri degli Esteri di entrambe le nazioni si incontreranno per preparare lo scambio di ambasciatori», ha detto la televisione di stato iraniana, aggiungendo che i colloqui si sono svolti nell’arco di quattro giorni.

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Il comunicato congiunto chiede che il ristabilimento dei legami e la riapertura delle ambasciate avvengano «entro un periodo massimo di due mesi».

In un filmato trasmesso dai media iraniani, si può sentire Wang Yi, diplomatico anziano (capo della diplomazia) della Cina, offrire «congratulazioni sincere» per la «saggezza» dei due paesi. «Entrambe le parti hanno mostrato sincerità», ha detto. «La Cina sostiene pienamente questo accordo».

I media statali iraniani hanno pubblicato immagini e video ripresi in Cina durante l’incontro che mostrano Ali Shamkhani, il segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dell’Iran insieme al consigliere per la sicurezza nazionale saudita Musaad bin Mohammed al-Aiban e a Wang Yi.

La Cina legata al petrolio saudita

La Cina, che il mese scorso ha ospitato il presidente iraniano Ebrahim Raisi, è anche uno dei principali acquirenti di petrolio saudita. Il presidente Xi Jinping, appena insignito di un terzo mandato quinquennale come presidente, ha visitato Riyadh a dicembre per partecipare a incontri con le nazioni arabe del Golfo ricche di petrolio, cruciali per l’approvvigionamento energetico della Cina.

L’agenzia di stampa statale iraniana Irna ha citato Shamkhani definendo i colloqui «chiari, trasparenti, completi e costruttivi».«Rimuovere le incomprensioni e le visioni orientate al futuro nelle relazioni tra Teheran e Riyadh porterà sicuramente a migliorare la stabilità e la sicurezza regionali, nonché ad aumentare la cooperazione tra le nazioni del Golfo Persico e il mondo dell’Islam per gestire le sfide attuali», ha affermato Shamkhani.

Rapporti rotti dal 2016

La tensione è stata per anni alta tra Iran e Arabia Saudita. Il regno saudita ha rotto i rapporti con l’Iran nel 2016 dopo che una serie di manifestazioni scoppiarono in Iran, con i manifestanti che avevano invaso le sedi diplomatiche saudite. L’Arabia Saudita aveva giustiziato un eminente religioso sciita pochi giorni prima, innescando i tumulti.

L’esecuzione è avvenuta quando il principe ereditario Mohammed bin Salman iniziò la sua ascesa al potere. Il principe Mohammed a un certo punto aveva paragonato il leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, ad Adolf Hitler, e aveva anche minacciato di colpire l’Iran. Negli anni successivi, da quando gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente dall’accordo nucleare iraniano con le potenze mondiali nel 2018, le tensioni sono aumentate drammaticamente in tutto il Medio Oriente. Da allora l’Iran è stato accusato di una serie di attacchi, tra cui uno che ha preso di mira il cuore dell’Arabia Saudita: l’industria petrolifera, nel 2019, dimezzando temporaneamente la produzione di greggio del regno.

Lapid critico: l’intesa segna il pericoloso fallimento della politica estera israeliana

«L’accordo tra Arabia Saudita e Iran è un totale e pericoloso fallimento della politica estera del governo israeliano». Lo ha detto, su twitter, l’ex premier e capo dell’opposizione in Israele Yair Lapid, secondo cui l’intesa «è un crollo del muro di difesa regionale che abbiamo cominciato a costruire contro l’Iran. È quello che succede quando tutto il giorno ci si occupa delle follie giudiziarie invece di fare il lavoro di fronte all’Iran e di rafforzare i rapporti con gli Usa».

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