Russia, Biden: "Azioni Russia sono inizio invasione dell'Ucraina"
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Il presidente ucraino Zelensky ha annunciato che l’Ucraina conferma le sue ambizioni di aderire all’Ue e alla Nato, nonostante l’ultimatum lanciato da Vladimir Putin all’Ucraina affinché rinunci a far parte dell’Alleanza atlantica. «È arrivato il momento di reagire, di reagire con forza», ha detto intervenendo in tv e accogliendo con favore le sanzioni adottate dall’Occidente. «Il destino dell’Europa si decide sul campo in Ucraina», ha aggiunto.
Nella serata di mercoledì, poi, i separatisti hanno invitato le forze ucraine nel Donbass a lasciare la regione. L’agenzia di stampa russa Tass ha citato il leader della cosiddetta “Repubblica popolare di Donetsk”, Denis Pushilin, parlando dell’auspicato ritiro dei soldati di Kiev come di uno «scenario ottimale».
La tensione tra Russia e Ucraina resta dunque molto alta dopo il riconoscimento delle Repubbliche del Donbass da parte del Cremlino e le conseguenti sanzioni internazionali. Washington ha annullato il vertice tra i ministri degli Esteri Blinken e Lavrov che doveva tenersi giovedì a Ginevra mentre Putin, come ha già fatto nei giorni scorsi, alterna minacce con aperture al dialogo. Intanto, il presidente americano Joe Biden ha annunciato di aver imposto sanzioni contro il gasdotto Nord Stream 2 e i dirigenti della sua società. Lo stesso Biden ha definito il gasdotto «un pezzo di ferro in fondo al mare».
Secondo la Cnn e Newsweek, l'amministrazione Biden avrebbe anche segnalato a Zelensky che secondo informazioni di intelligence la Russia avvierà una invasione su larga scala dell’Ucraina nel giro delle prossime 48 ore. Inoltre, secondo le stesse fonti, «segnalazioni di osservatori aerei indicano che la Russia ha violato lo spazio aereo nelle prime ore di oggi, con voli di ricognizione per un breve periodo di tempo sopra l’Ucraina». Il governo ucraino ha confermato la segnalazione Usa, la terza di questo genere nell’arco di un mese.
Un ulteriore segnale che potrebbe suffragare le valutazioni Usa, è quello dell’inizio dell’evacuazione dell’ambasciata russa di Kiev. Per contro, l’Ucraina ha invitato i propri cittadini presenti in Russia a lasciare il paese.
Secondo la Cnn, che riporta fonti di alto livello del Pentagono, l’80% delle forze russe schierate al confine con l’Ucraina sono «al massimo della prontezza operativa», alcune unità sono «a 5 km dal confine ucraino», mentre la Bild riferisce di aver scoperto nel sud della Russia circa 300 mezzi militari russi delle forze speciali Spetznaz che procedono verso la zona di confine di Marinowka. Il tabloid tedesco definisce i blindati come «l’esercito segreto» dell’invasione di Vladimir Putin all’Ucraina, sottolineando che sia i mezzi sia i soldati non hanno segni distintivi.
Sono ore delicatissime, tanto che l’Unione Europea ha deciso di convocare un Consiglio straordinario giovedì 24 febbraio alle 20, per fare il punto sulla crisi ucraina. La riunione vedrà, in presenza a Bruxelles, i leader dell’Unione.
«Il nostro Paese - ha detto Vladimir Putin in occasione della Giornata del difensore della patria - è sempre aperto al dialogo diretto e onesto per trovare soluzioni diplomatiche ai problemi più complessi. Tuttavia, gli interessi e la sicurezza dei nostri cittadini non sono negoziabili». La Russia, ha aggiunto, vuole la «smilitarizzazione» dell’Ucraina che invece potrebbe puntare a dotarsi di «armi tattiche nucleari» e per questo non esclude l’ingresso di truppe russe nel paese. La Rada, il parlamento ucraino, ha intanto approvato una legge che dà il via libera al possesso di armi per i cittadini del Paese, mentre il Consiglio di sicurezza nazionale ha chiesto lo stato d’emergenza per l’intero Paese e il Parlamento si deve pronunciare entro 48 ore.
I siti web appartenenti a molti enti governativi ucraini sono stati presi di mira in un massiccio attacco informatico. Lo scrive Bbc News online, aggiungendo che i siti web del parlamento ucraino (la Rada), del ministero degli Esteri e dei servizi di sicurezza sono tra i numerosi servizi che sono stati colpiti dall’attacco.
Secondo il presidente Usa Joe Biden, Mosca potrebbe decidere di lanciare attacchi contro varie città ucraine, «compresa la capitale Kiev». Per la Nato, che dopo il riconoscimento delle repubbliche del Donbass, si attende un attacco su larga scala, «è il momento più pericoloso per la sicurezza europea da generazioni», mentre Kiev invia i suoi concittadini a «lasciare immediatamente la Russia» e il Parlamento ucraino approva sanzioni a 351 cittadini russi, compresi i parlamentari che hanno appoggiato il riconoscimento dell’indipendenza delle Repubbliche separatiste. Il leader del Donetsk Denis Pushilin, tuttavia, ha smentito la presenza di truppe russe sul territorio: un’ipotesi possibile «solo nel caso di una offensiva in piena regola da parte di Kiev». In quel caso, ha aggiunto Pushilin, Mosca avrebbe il diritto di inviare i soldati. Affermazione smentita dal premier lettone Arturs Krisjanis, secondo il quale Mosca «sta muovendo forze aggiuntive e carri armati nei territori occupati del Donbass».
Il mondo “si trova a un bivio nella storia di questo scontro” e le azioni russe “confermano quello che stavamo avvertendo”, ha invece ammonito l’ambasciatrice Usa all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, nel suo intervento davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, sottolineando che “qui l’aggressore è la Russia, non ci sono vie di mezzo, chiedere a entrambe le parti la de-escalation, dà solo un pass alla Russia, la storia ci dice che cercare un’altra strada alla fine è il percorso più costoso”.
È salito a oltre 94.600 il numero di residenti delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk che dal 18 febbraio hanno attraversato il confine ucraino passando in Russia: lo ha reso noto una fonte delle forze dell’ordine russe. «Fino alla mattina del 23 febbraio, più di 94.600 persone hanno attraversato il confine russo, quasi 60mila di loro sono cittadini ucraini, più di 34.600 sono russi», ha detto una fonte all’agenzia Tass.
Quanto all’invio di truppe russe nelle Repubbliche appena riconosciute da Mosca, il ministro degli Esteri britannico Liz Truss ha detto «di non avere prove al momento che ciò stia avvenendo», ma questo non significa che esista una minaccia «molto reale» per il territorio ucraino, compresa la capitale Kiev.
«Condanniamo la decisione di Mosca di inviare nei territori delle due repubbliche separatiste un contingente di truppe con sedicenti funzioni di peace-keeping. È un gesto che rischia di esacerbare una situazione già molto tesa. Ricordo che si stima una presenza russa lungo i confini con l’Ucraina tra 170 e 190 mila unità». Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio riferendo al Senato sulla crisi ucraina. «Stamattina ci siamo coordinati con il Presidente Draghi circa i prossimi passi da compiere per favorire una soluzione diplomatica. Siamo impegnati al massimo nei canali multilaterali di dialogo. Riteniamo tuttavia che non possano esserci nuovi incontri bilaterali con i vertici russi finché non ci saranno segnali di allentamento della tensione». Il ministro degli Esteri vede «un rischio concreto di un’operazione su larga scala» della Russia in Ucraina.
Intanto, l'ambasciata italiana a Kiev ha rilanciato nelle ultime ore “l'invito agli italiani a lasciare immediatamente l'Ucraina con i mezzi commerciali disponibili”. La raccomandazione a chi no lo farà è di “usare la massima prudenza, di assicurarsi di avere documenti d'identità in corso di validità” e, a titolo precauzionale, “di valutare l'opportunità di predisporre sufficienti scorte di acqua, cibo, vestiti caldi e carburante per le auto”.
Dopo l’intervento del ministro Di Maio, la risposta russa è stata dura: «È una strana idea di diplomazia» è la replica del ministero degli Esteri russo, che ha aggiunto che la diplomazia «è stata creata per risolvere situazioni di conflitto e alleviare la tensione, e non per viaggi vuoti in giro per i Paesi e degustare piatti esotici a ricevimenti di gala. I partner occidentali devono imparare a usare la diplomazia in modo professionale».
Dopo Stati Uniti, Regno Unito e Germania, nella notte anche Canada e Giappone hanno deciso di applicare alcune restrizioni nei confronti di Mosca. Il Giappone imporrà nuove sanzioni, tra cui lo stop all’emissione e allo scambio di nuovi titoli sovrani russi in Giappone - come già fatto da Ue, Usa e Regno Unito - oltre al congelamento dei visti e dei patrimoni finanziari dei funzionari delle due regioni. Il premier Kishida ha anche detto che il Paese del Sol Levante ha riserve sufficienti di petrolio e di gas liquefatto (Lng), quindi non è previsto un impatto significativo sulle risorse energetiche nel breve periodo.
Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha annunciato che Ottawa si appresta a imporre sanzioni e ad aumentare la sua presenza militare nella regione. Trudeau ha condannato le azioni di Mosca contro Kiev e le ha definite «un’ulteriore invasione di uno Stato sovrano, ed è completamente inaccettabile». Lo stato nordamericano invierà fino a 460 ulteriori membri delle forze armate in Lettonia e nella regione circostante per rafforzare la Nato di fronte all’aggressione russa. Le nuove truppe si aggiungeranno ai 540 militari già schierati.
Gli Usa, invece, invieranno ai paesi Baltici circa 800 soldati di un battaglione di fanteria, provenienti da altre località in Europa, secondo quanto riporta un alto funzionario della difesa. Invieranno inoltre 40 aerei d’attacco per rinforzare le difese dei paesi sul fianco orientale della Nato. Sarà inoltre trasferito un contingente di caccia d’assalto F-35 e di elicotteri d’attacco AH-64 Apache.
Diversa la posizione della Cina che subito si è detta «contraria a qualsiasi sanzione» contro la Russia. Nel corso di una conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha spiegato che Pechino ritiene che la via delle sanzioni non è quella migliore da percorrere per risolvere i problemi. «Gli Stati Uniti hanno continuato a vendere armi all’Ucraina, aumentando le tensioni, creando panico e persino esagerando i tempi di una guerra», ha detto ai media la portavoce. «La domanda chiave è quale ruolo hanno svolto gli Stati Uniti nelle attuali tensioni in Ucraina. Qualcuno che getta benzina sul fuoco, mentre accusa gli altri, è immorale e irresponsabile».
Sulla crisi è intervenuto anche Papa Francesco. «Ho un grande dolore nel cuore per il peggioramento della situazione nell’Ucraina» - ha detto - Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane, si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politiche - ha continuato Francesco - perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è Dio della pace e non della guerra, il padre di tutti, non solo di qualcuno, che ci vuole fratelli e non nemici. Invito tutti a fare il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, una giornata di digiuno per la pace».
«Insieme vinceremo, gloria all’Ucraina!»: anche Andriy Shevchenko, ex stella del Milan e già ct dell’Ucraina, interviene con un post sui social e l’immagine dei confini del suo Paese con la bandiera nazionale. «Sono sempre stato orgoglioso della mia gente e del mio paese - scrive Sheva - Abbiamo attraversato molti momenti difficili e negli ultimi 30 anni ci siamo formati come nazione. Una nazione di cittadini sinceri, laboriosi e amanti della libertà. Questa è la nostra risorsa più importante. Oggi è un momento difficile per tutti noi. Ma dobbiamo unirci! Insieme vinceremo!».
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