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Peste suina, da Ue ok ordinanza a Roma zona rossa: rischio diffusione alto

Cinghiali in citta' e peste suina, l'ordinanza della Regione Lazio nei parchi di Roma

Contestualmente verrà redatto un piano per l’eradicazione del virus che prevederà l’abbattimento selettivo per la presenza dei cinghiali sul territorio

15 maggio 2022
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3' di lettura

Il piano per eliminare il virus della peste suina che prevede anche l’abbattimento selettivo dei cinghiali è in dirittura di arrivo. È attesa infatti per lunedì 16 maggio la firma dell’ordinanza del commissario straordinario che istituirà la zona rossa di Roma e regolamenterà le restrizioni e le attività che si potranno svolgere all’interno dell’area. Lo ha annunciato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

Da Ue ok ordinanza a Roma zona rossa

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Un’ordinanza della Commissione europea, a firma Stella Kyriakides, ha deciso che l’Italia debba provvedere a istituire immediatamente una zona infetta in relazione alla pesta suina africana. Nella Decisione di esecuzione 2022/746, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, sono indicate nel dettaglio le zone dell’area di Roma interessate. La zona rossa dovrà comprendere almeno le aree a sud (Circonvallazione Clodia, Via Cipro, Via di San Tommaso D'Acquino, Via Arturo Labriola, Via Simone Simoni, Via Pietro De Cristofaro, Via Baldo Degli Ubaldi); a Sudovest (Via di Boccea fino all'intersezione con Via della Storta); a ovest-nordovest: Via della Storta, Via Cassia (SS2) fino all'intersezione con Via Cassia Veientana (SR 2 bis); a nordest: Via Cassia Veientana (SR 2 bis) fino all'intersezione con l'autostrada A90 (Grande Raccordo Anulare), autostrada A90 fino all'intersezione con il fiume Tevere; a est-sudest: fiume Tevere. La decisione si applicherà fino 31 agosto. La decisione dell’Ue affinché l’Italia istituisca una zona rossa a Roma si è resa necessaria «dato che sussiste nell’immediato un rischio maggiore di ulteriore diffusione della malattia», si legge nella lettera inviata all’Italia. Al fine di ridurre i rischi derivanti dal recente focolaio di peste suina africana in suini selvatici in Italia, è opportuno che «la presente decisione stabilisca che l’Italia non autorizzi i movimenti verso altri Stati membri e paesi terzi di partite di suini detenuti nella zona infetta e dei relativi prodotti fino alla data in cui la presente decisione cesserà di produrre effetti».

Le tappe successive

Una volta firmata l’ordinanza, verrà definita la zona rossa e verranno definite tutte le attività possibili all’interno di questa zona. «Dopo di che, contestualmente - ha spiegato Costa - verrà redatto un piano per l’eradicazione del virus che prevederà, ovviamente, l’abbattimento selettivo per la presenza dei cinghiali sul nostro territorio». Secondo i dati forniti dalla Regione Lazio, i casi positivi sono sei tutti riferiti alla stessa area, quella dell’Insugherata.

«Serve piano per una sensibile riduzione dei cinghiali»

«Dobbiamo essere consapevoli - ha quindi chiarito il sottosegretario - che siamo di fronte a due emergenze. La prima è quella legata alla peste suina e per questo stiamo mettendo in atto tutta una serie di strategie»; l’altra emergenza, «più ampia, è la presenza dei cinghiali sul nostro territorio che va oltre a quella che dovrebbe essere la densità prevista, provocando danni all’agricoltura e pericoli e sotto questo aspetto - ha concluso - credo che bisogna mettere in atto un piano che preveda la sensibile riduzione della presenza di questi animali sul nostro territorio».

Verso un’estensione delle aree considerate a rischio

L’ordinanza per la zona rossa potrebbe andare ad ampliare le aree già indicate come a rischio. La regione Lazio aveva infatti firmato l’ordinanza dopo il primo animale trovato malato nel parco dell’Insugherata. Come zona infetta era stata indicata un’area con un’estensione di circa 5000 ettari che comprendeva una parte del Parco di Veio, una porzione dell’Insugherata, poi l’intera superficie del Parco del Pineto e della riserva di Monte Mario.

Non solo Roma

Oltre che per la Capitale il sottosegretario aveva annunciato che sarebbero arrivati provvedimenti anche nelle altre regioni più colpite dall’emergenza: «Gli abbattimenti selettivi di cinghiali è in dirittura di arrivo. Lunedì sarò in Piemonte e proviamo a chiudere il cerchio», aveva detto Costa.

Il pressing delle Regioni

Nelle ultime giornate erano state le Regioni a sollecitare un intervento normativo. Il presidente della Conferenza, Massimiliano Fedriga, aveva infatti scritto al ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli chiedendo sostegno alla proposta normativa predisposta dal ministero della Transizione ecologica per contribuire in maniera efficace al controllo dei cinghiali e di altre specie di ungulati.

Densità in alcune zone d’Italia 5 volte superiore alla sopportabilità dell’ecosistema

Secondo Costa, «oggi la densità dei cinghiali in alcune zone d’Italia è almeno 5 volte superiore rispetto alla sopportabilità dell’ ecosistema». Al di la’ del fattore contingente della peste suina, il sottosegretario ha sottolineato: «resto convinto e lo voglio ribadire con forza, pur rispettando le sensibilità degli animalisti, che questa è un’emergenza dinanzi alla quale occorre prevedere il prolungamento dell’attività venatoria da 3 a 5 mesi e la possibilità alle Regioni di rideterminare le quote».

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