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La Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha condannato l’Italia per aver trattato in modo inumano un detenuto con gravi problemi psichiatrici avendo continuato a tenerlo in una prigione ordinaria nonostante i tribunali nazionali, e poi anche la Corte stessa, ne avessero ordinato il trasferimento in un centro dove potesse essere curato. Nella sentenza la Cedu ha stabilito che l’Italia dovrà versargli 36.400 euro per danni morali. Al centro di questa vicenda c’è Giacomo Seydou Sy, un cittadino italiano nato nel 1994, residente a Mazzano Romano, che soffre di turbe della personalità e bipolarismo.
L’uomo per la cui detenzione l’Italia è stata condannata dalla Cdu è accusato in vari momenti di molestie alla sua ex compagna, resistenza a pubblico ufficiale e furto. Gli esperti giudicano che è “socialmente pericoloso” ma anche parzialmente irresponsabile degli atti che commette, ma soprattutto che il suo stato di salute non è compatibile con la detenzione in una prigione ordinaria. Ma nonostante questo, e due decisioni dei tribunali nazionali l’uomo trascorre in carcere, a Rebibbia, due anni. Una delle ragioni è che le autorità non sono in grado di trovare un’alternativa.
Giacomo Seydou Sy è figlio di Loretta Rossi Stuart, attrice. Già nell’aprile 2020 la Cedu era intervenuta chiedendone la liberazione dal carcere. Ai tempi, era in attesa di un ricovero in una Rems (Residenza Esecuzione Misura di Sicurezza). È affetto da deliri a sfondo persecutorio fin da quando aveva 18 anni, aggravati dall’assunzione di stupefacenti.
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