di Giuseppe Cosenza
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Si è concluso con l'assegnazione del Premio Gianluca Spina per l'Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali 2021, il convegno «Extended Experience: la sfida per l'ecosistema culturale», promosso dall'Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano. A contendersi l'ambito riconoscimento erano tre progetti culturali di grande rilevanza: la piattaforma Brera Plus , voluta dalla Pinacoteca di Brera, Circo Massimo Experience , promosso dall'Assessorato alla Crescita Culturale di Roma Capitale e dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e MArTA 3.0 sviluppato dal Museo Archeologico Nazionale di Taranto. La giuria di esperti composta da professionisti, docenti universitari e personalità della cultura ha decretato vincitore il progetto MArTA 3.0 quale progetto più innovativo tra quelli selezionati. Eva Degli Innocenti, direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto lo descrive con le parole dell'archeologo Riccardo Francovich: “l'archeologia non serve solo a comprendere il passato, ma a costruire il presente e il futuro”.
Il progetto MArTA 3.0, finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale - PON Cultura e Sviluppo 2014/2020, per un importo di 2,5 milioni di euro, si articola in diversi sottoprogetti, collegati tra loro dalla tecnologia. Un primo sottoprogetto è basato sull'assistenza tecnica e il back office, sulla formazione e l'autoformazione dello staff del museo e di persone esterne, fino a costruire un nuovo modello di governance e di scambio di know-how tra pubblico e privato. Un secondo sottoprogetto riguarda la digitalizzazione di 40mila opere e la creazione di un grande database open source e open data con licenze CC0, utilizzabile da tutti per finalità di studio, inclusione e di educazione. Si è sperimentata, per la prima volta in un museo nazionale, la tecnologia wireless LI-FI che utilizza le lampade a LED, le onde luminose, per trasmettere dati e informazioni. Sono 25 i punti di interesse tracciati lungo il percorso museale che segnano le opere più importanti tra cui la Testa di Eracle, uno dei reperti più iconici del museo.
MArTA 3.0 restituisce, anche, un nuovo allestimento, integrato con quello attuale, che andrà a valorizzare i tesori mai visti dei depositi con l'utilizzo delle immagini stereoscopiche, delle ricostruzioni 3D, e di sale immersive potenziate dall'intelligenza artificiale. Interessante è la visita virtuale online gratuita del museo collegata a una piattaforma per le donazioni. Grazie a questo sistema i ricavi del museo nel dicembre del 2020 sono più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2019. Il progetto è anche lo sviluppo dell'immagine coordinata con il restyling del logo, un nuovo sito web “mobile friendly” con una strategia di comunicazione integrata, una linea di merchandising e una serie di focus didattici su attività legate alla cultura, l'oreficeria e l'archeologia.
Fiore all'occhiello del progetto è il MArTA Lab, un laboratorio digitale situato al piano terra del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, in uno spazio di 30 mq, allestito con macchinari digitali quali stampanti 3D, scanner 3D, taglio laser, tecnologie Arduino e programmi di modellazione e di elaborazione dati. A parlarne è Nicola Madeddu, amministratore della società Paleos di Firenze che nel 2020 si è aggiudicata la gara per la gestione del laboratorio digitale per 6 anni. Il primo anno prevede lo start-up delle attività e la creazione di un archivio digitale, mentre nei successivi 5 anni si punterà allo sfruttamento commerciale dell'archivio, attraverso la realizzazione di prodotti e servizi digitali e di formazione. La società si è aggiudicata la gara con un'offerta al ribasso, rispetto alla base d'asta fissata a 120mila euro, e con una proposta qualitativa basata sulla digitalizzazione di 150 reperti del museo, la realizzazione di 10 postazioni multisensoriali, la predisposizione di un numero elevato di laboratori e di open day; e non ultimo, la vendita di prodotti che riproducono o che si ispirano alla collezione del museo, sia online che fisicamente nel bookshop. Nel primo anno il Fab lab è pagato dal museo per le attività che svolge al pubblico e al servizio del museo. Dal secondo anno dovrà autosostenersi e pagare royalties in base alle attività commerciali svolte: laboratori, vendita di riproduzioni e tutti i prodotti e servizi che abbiano un prezzo per l'utente. Nonostante la pandemia e l'impossibilità di offrire i corsi in presenza i numeri sono incoraggianti, difatti hanno partecipato alle attività laboratoriali, circa, 3mila persone. Con queste premesse il futuro del MArTA Lab si prospetta molto positivo, sia per i 4 operatori occupati, sia per il MArTA che avrà uno spazio da cui trarre ricavi e innovazione.
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