di Carmine Fotina
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I ministeri coinvolti, con la regia di Palazzo Chigi, avrebbero trovato un’intesa sulla nuova edizione di incentivi per il mercato auto. Ieri, subito dopo la riunione del consiglio dei ministri, si è svolto un incontro tra il sottosegretario Roberto Garofoli e i ministri tecnici dell’Economia, dello Sviluppo, della Transizione, delle Infrastrutture e del Lavoro. «Il governo sta finalizzando le prime misure di intervento che saranno formalizzate nei prossimi giorni» riferisce Palazzo Chigi. Una versione definitiva del Dpcm (decreto del presidente del consiglio) che deve ripartire almeno per i primi anni il super-fondo per l’automotive da 8,7 miliardi fino al 2030 dovrebbe essere pronta per mercoledì. Il Dpcm dovrà superare poi il vaglio della Corte dei conti ed essere pubblicato in Gazzetta ufficiale, dovrà poi essere aggiornata la piattaforma online per la prenotazione degli incentivi da parte dei concessionari. Per l’operatività degli eco-bonus in altre parole si potrebbe arrivare a fine aprile.
Il decreto energia, che ha stanziato 8,7 miliardi da ripartire tra incentivi per la domanda e misure di supporto alla riconversione delle aziende della filiera, prevede che il Dpcm venga adottato entro oggi. Il governo è dunque in ritardo. Uno slittamento che il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che ha il ruolo di proponente, ha attribuito alla complicata procedura di concerto con gli altri ministeri e ai tempi delle loro osservazioni. Sono arrivate richieste di modifica alle prime bozze soprattutto dal ministero delle Infrastrutture e dall’Economia. «Era ora, finalmente gli incentivi per un settore molto in sofferenza» dice Giorgetti in serata. Questo primo Dpcm dovrebbe riguardare solo gli incentivi per il triennio 2022-2024, con successivi provvedimenti si ripartiranno le risorse per la filiera produttiva confermando l’impianto proposto dallo Sviluppo economico.
Agli incentivi andranno 650 milioni annui dal 2022 al 2024. Nella fascia 0-20 g/km di CO2 il bonus sarà di 3mila euro che diventano 5mila con rottamazione di un veicolo inferiore alla classe Euro6. Il tetto di prezzo è di 35mila euro Iva esclusa. Nella categoria 21-60 l’incentivo è di 2mila euro e raddoppia rottamando (il tetto di listino sale a 45mila euro). Per le 61-135, tra cui diversi modelli diesel e benzina, 2mila euro solo con rottamazione e tetto a 30mila euro. In questo caso le risorse calano negli anni: 170 milioni, 150 e 120 nel 2024. Incentivi anche per le moto elettriche fino a 4mila euro e a motore termico (2.500 euro). Resterebbero fuori le auto intestate ad aziende (se non per il car sharing) e i veicoli commerciali del cui inserimento pure si è discusso.
Carmine Fotina
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