Moda
Pubblicità

Moda

Xacus, la camicia dai 100 tessuti torna ai livelli pre-Covid

di Filomena Greco

Immagine non disponibile
Camicia per l'A-I 2021-2022

Camicia per l'A-I 2021-2022

Dalla flanella allo zephir

21 settembre 2021
Pubblicità

2' di lettura

Colore e leggerezza, per lasciarsi indietro un periodo difficile, e materiali sempre più performanti, per coniugare eleganza, ricercatezza e libertà. È la formula di Xacus per la stagione primavera/estate 2022, presentata da poco ai buyer. Ma che momento economico è per la maison fondata negli anni Cinquanta da Alberto Xoccato alle porte di Vicenza e oggi guidata dal ceo Paolo Xoccato? «Stiamo uscendo da un momento molto complicato per l’economia, in particolare per il nostro settore nel quale i consumi sono legati ad eventi e stili di vita duramente colpiti dalla pandemia. Quello che stiamo osservando però è che con la ripresa in parallelo è ripartito il mercato, anche quello delle occasioni importanti, che era davvero inchiodato».

Gli ordini sulla collezione primavera/estate 2022 stanno andando bene, «nella donna in particolare siamo tornati ai livelli pre Covid, sia sul fronte degli ordini che dei volumi» aggiunge l’amministratore delegato. Il 2021 in realtà sarà ancora un anno difficile, anche se il trend dei riordini sulla collezione autunno-inverno 2021 è molto significativo.

Pubblicità

Nato come un atelier per l’uomo, dal 2020 Xacus presenta anche la collezione femminile che la prossima stagione primavera-estate punta sui colori, la leggerezza, la voglia di riconquistare libertà e capacità di esprimersi. «Abbiamo presentato una collezione molto fresca – racconta Paolo Xoccato – con tessuti leggeri e vaporosi, e questo è stato molto apprezzato». Forte poi è l’attenzione di Xacus verso capi che hanno performance particolari, con camice comode e confortevoli sia da indossare che da manutenere, indumenti da mettere in valigia e indossare senza problemi. Un centinaio le tipologie di tessuti impiegate: dal denim al jersey, dalla flanella al giro inglese, dall’étamine al popeline fino allo zephir, proposte tanto nella versione classica quanto rivisitate in chiave contemporanea per renderle sportive e all’occorrenza antipiega, antibatteriche, ecosostenibili.

Il cuore industriale di Xacus – 450 addetti e 25 milioni di fatturato aggregato – è nel Nord Est, dove vengono confezionati tutti i modelli creati dall’Ufficio stile interno e le linee di camiceria più esclusive, a Tirana invece c’è il polo produttivo principale. A Milano poi la maison l’anno anno scorso ha deciso di aprire il suo showroom. L’Italia è il primo mercato per Xacus, seguito da Paesi Bassi e Nord Europa. Il brand è presente in oltre 40 paesi, viene distribuito prevalentemente nel canale wholesale attraverso 900 clienti in Italia e 600 partner all’estero.

Ma cosa ha cambiato strutturalmente la pandemia? «La sfida principale – sottolinea il ceo di Xacus – è per la supply chain del settore, che oggi è davvero sotto pressione e deve rinnovarsi, cambiare modello, perché le vendite sono davvero meno programmabili che in passato. Si passa da una situazione con previsioni e volumi gestiti sul medio periodo a una fase in cui si deve improvvisare, il mercato chiede e vuole adesso, serve dunque una supply chain sempre più flessibile e che sia in grado di pianificare scorte di materiali per essere sempre pronti e veloci nelle risposte al mercato». Questo senza dubbio, aggiunge Paolo Xoccato, «rappresenta una opportunità per le aziende del settore ed è un passaggio che cambia le regole industriali dell’intero comparto».

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy