di Marzio Bartoloni
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Sono 22 i morti finora considerati «corrrelabili» ai vaccini contro il Covid su 108milioni di somministrazioni: in pratica le morti accertate per il vaccino Covid sono circa di un decesso ogni 5 milioni di dosi. Questo uno dei numeri che emerge dal «Rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti Covid-19», presentato dall'Agenzia italiana del farmaco Aifa. Dal quale emergono anche circa 118mila segnalazioni di eventi avversi di cui l’84% non sono risultati gravi.
Secondo il report dell’Aifa in un anno sono stati 22 i decessi considerati correlabili alla somministrazione di un vaccino anti-Covid, pari a circa 0,2 casi ogni milione di dosi somministrate. «Entro i 14 giorni dalla vaccinazione, per qualunque dose - si precisa comunque nel report - i decessi osservati sono sempre nettamente inferiori ai decessi attesi. Non c'è quindi, nella popolazione di soggetti vaccinati, alcun aumento del numero di eventi rispetto a quello che ci saremmo aspettati in una popolazione simile ma non vaccinata». In totale gli eventi avversi gravi ad esito fatale, con la morte cioè, segnalati dopo la vaccinazione sono stati 758 (0,7 ogni 100mila dosi), ma quelli che finora sono stati considerati correlabili al vaccino sono appunto 22 (su altri casi continua il follow up): in 10 decessi si è trattato di trombosi legati ai vaccini a m-Rna, negli altri invece «fallimenti vaccinali» o «eventi sistemici» su pazienti fragili. La correlabilità avviene quando «la vaccinazione è l’unica spiegazione possibile».
Sono state invece 117.920 le segnalazioni di sospetto evento avverso post vaccinazione Covid inserite nella Rete nazionale di Farmacovigilanza - su un totale di 108.530.987 dosi di vaccino - con un tasso di segnalazione di 109 segnalazioni ogni 100.000 dosi somministrate. Le segnalazioni riguardano soprattutto il siero Pfizer (68%), che è stato il più utilizzato e solo in minor misura AstraZeneca (19,8%), a seguire Moderna (10,8%) e il vaccino Johnson&Johnson (1,4%). L'83,7% (in tutto 98.717) delle segnalazioni inserite è riferita a eventi non gravi, con un tasso di segnalazione pari a 91/100.000 dosi somministrate, e il 16,2% (19.055) a eventi avversi gravi, con un tasso di 17,6 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose e dal possibile ruolo causale della vaccinazione. Per tutti i vaccini gli eventi avversi più segnalati - rilevano da Aifa - sono stati febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari/articolari, dolore in sede di iniezione, brividi e nausea. Gli eventi riportati sono perlopiù non gravi e già risolti al momento della segnalazione. Tra gli eventi rari gravi invece ci sono la paralisi del nervo facciale, le miocarditi e lo shock anafilattico. Il tasso di segnalazione dopo terza dose è di 21,7 segnalazioni ogni 100.000 somministrazioni, inferiore a quanto osservato per le dosi del ciclo primario.
In merito alle vaccinazioni anti-Covid nei minori di età dai 5 ai 16 anni, al 26 dicembre 2021 risultano somministrate 4.178.361 dosi, di cui l'87,5% è rappresentato dal vaccino di Pfizer e il 12,5% di Moderna. Il 96% delle dosi è stato somministrato nella fascia di età 12-16 anni (oltre 4 milioni) e il 4% nella fascia 5-11 (172.890 dosi). Al 26 dicembre sono state registrate complessivamente nella Rete nazionale di farmacovigilanza 1.170 segnalazioni di sospette reazioni avverse nella popolazione pediatrica, che rappresentano l'1% di tutte le segnalazioni presenti nella Rete. Il tasso di segnalazione è pari a 28 eventi ogni 100.000 dosi di vaccino. Nei bambini e nei ragazzi gli eventi avversi più frequentemente segnalati sono febbre, cefalea, stanchezza e vomito; il 69% delle reazioni si sono risolte completamente o erano in miglioramento già al momento della segnalazione.
Marzio Bartoloni
vice caposervizio
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