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Nel 2020, l’anno più difficile sul fronte della partita contro l’epidemia Covid-19, la notevole diminuzione della platea dei soggetti a cui si applicano gli Isa (indici sintetici di affidabilità fiscale) ha comportato una selezione dei soggetti con migliori risultati economici. Il numero di contribuenti con un ISA almeno pari a 8 rappresenta il 43,5% del totale, in aumento rispetto alla quota del 2019.
È quanto ha messo in evidenza il Dipartimento delle Finanze, che ha pubblicato le statistiche relative agli Indici sintetici di affidabilità fiscale, alle dichiarazioni delle persone fisiche titolari di partita Iva e in base al reddito prevalente trasmesse dai contribuenti nel 2021, relative al periodo d’imposta 2020.Al raggiungimento di un ISA pari almeno a 8, su una scala da 1 a 10, è previsto per tutti i contribuenti un regime premiale crescente.
Anche per il regime premiale si osservano incrementi in tutti i valori medi delle variabili economiche e reddituali, ovvero nei ricavi/compensi medi dichiarati, nel reddito medio e nel valore aggiunto medio.
Il reddito imponibile nel 2020 delle partite Iva è pari a circa 18,9 miliardi di euro per un valore medio di 12.961 euro mentre l’imposta sostitutiva del 15% o 5% (per i primi cinque anni di attività) è stata pari a 2,3 miliardi di euro per un valore medio di 1.556 euro. Nel documento il Mef ricorda «che l’imposta sostitutiva assorbe l’Irpef, le addizionali regionali e comunali, l’Irap e non prevede l’applicazione dell’Iva».
Nel 2020 si registra un aumento dell’1,0% nei ricavi e compensi medi dichiarati. Questo dato sale all’11,4% per quanto riguarda il settore del commercio, aumento probabilmente dovuto a diverse cause: a uno spostamento temporaneo dei consumi dal settore della ristorazione a quello dell’acquisto degli alimentari, a causa della pandemia,alle innovazioni antielusive introdotte dalla fatturazione elettronica e a un maggiore uso di mezzi di pagamento elettronici da parte dei consumatori. Anche il valore aggiunto medio è aumentatodell'1,1% rispetto al periodo d’imposta precedente, mentre il reddito medio d’impresa o da lavoro autonomo è cresciuto dell’8,6%.
Le persone fisiche titolari di partita Iva che hanno presentato dichiarazione sono circa 3,7 milioni, in linea rispetto all’anno precedente. Questo insieme è composto da imprenditori (32,2%), lavoratori autonomi (14,2%), agricoltori (6,4%), mentre i contribuenti in “regime fiscale di vantaggio” e “regime forfetario” rappresentano ormai quasi la metà dei titolari di partita Iva (47,2%).
I soggetti aderenti al regime forfettario risultano circa 1,6 milioni, in linea rispetto all’anno precedente. Il reddito imponibile è pari a circa 18,9 miliardi di euro per un valore medio di 12.961 euro mentre l’imposta sostitutiva del 15% o 5% (per i primi cinque anni di attività) è stata pari a 2,3 miliardi di euro per un valore medio di 1.556 euro. Va ricordato che l’imposta sostitutiva assorbe l’Irpef, le addizionali regionali e comunali, l’Irap e non prevede l’applicazione dell’Iva.I soggetti in regime fiscale di vantaggio, che vi hanno aderito entro il 2015, risultano essere ancora circa 98.000 (-37,5%); oltre l’81% degli utilizzatori dichiara un reddito imponibile positivo, per un ammontare complessivo di oltre 959 milioni di euro e un valore medio di 12.042 euro; l’imposta sostitutiva al 5% è pari a 48 milioni di euro per un ammontare medio di 604 euro.
Le dichiarazioni delle società di persone relative all'anno d’imposta 2020 sono 723.337, in diminuzione rispetto all’anno precedente (-3,9%). Il reddito medio dichiarato dalle società di persone, pari a 47.140 euro, è in decremento del 2,1% rispetto all’anno precedente.
L’85% dei circa 41,2 milioni di contribuenti Irpef detiene prevalentemente reddito da lavoro dipendente o pensione e solo il 6,3% del totale ha un reddito prevalente derivante dall’esercizio di attività d’impresa o di lavoro autonomo, compreso anche quello in regime forfetario e di vantaggio. La percentuale di coloro che detengono in prevalenza reddito da fabbricati è pari al 4,1%.
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