di Marco Ludovico
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Le sanzioni dal 6 dicembre rischiano di fioccare copiose. Minimo 400, massimo 1.000 euro. Può costare molto caro violare le nuove regole del super green pass introdotte dal decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri del 24 novembre scorso.
Resta peraltro in piedi il regime generale precedente di multe per chi non rispetta le norme di prevenzione anti Covid-19 . Furbi e trasgressori in ogni caso devono saperlo: il rischio ora aumenta. Su indicazione del ministro Luciana Lamorgese, in pochi giorni ci sarà una stretta dei controlli su larga scala. La fase di organizzazione delle verifiche in capo ai prefetti è già partita.
Entrare senza certificato nei luoghi dove è previsto l’accesso con il super green pass comporta il pericolo di una multa salata, da 400 a 1.000 euro. Riguarda eventi sportivi, spettacoli, feste e discoteche, cerimonie e ristorazione al chiuso. I gestori dei locali, a loro volta, se non controllano - fatto già riscontrato e finora diffuso più del dovuto - corrono lo stesso rischio, da 400 a mille euro. Nel caso di multe per più di tre giorni è possibile la chiusura di 10 giorni del locale.
La stessa cifra (da 400 a 1.000) si rischia nel caso di violazione sul green pass «ordinario» obbligatorio per i trasporti pubblici locali e nazionali, alberghi, piscine, palestre, sia per chi accede senza avere il certificato verde sia per chi non lo controlla.
Il ministro Luciana Lamorgese ha già svolto al Viminale un primo vertice con i 20 prefetti e questori dei capoluoghi di regione più i vertici dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Un’altra riunione per valutare la prontezza operativa ci sarà in questi giorni.
La titolare del Viminale è in contatto con l’Anci, associazione nazionale Comuni d’Italia: i sindaci, del resto, stanno già ripristinando l’obbligo della mascherina all’aperto. I tecnici del Viminale sono a confronto anche con il ministero delle Infrastrutture e trasporti, guidato da Enrico Giovannini.
L’input del presidente del Consiglio Mario Draghi non ammette cedimenti: controlli a tutto campo. Ai prefetti, prevede il decreto legge, è affidata la responsabilità di pianificare verifiche e organizzare i servizi di ricognizione. Dovranno essere svolti d’intesa con le polizie locali. Un quadro operativo variabile da provincia a provincia.
Ogni prefetto deve contare le risorse disponibili nella provincia: forze di polizia nazionali, intese con i sindaci per quelle municipali, impiego negli orari e luoghi prioritari. Impensabile attivare le verifiche nel pieno della cosiddetta ora di punta dei trasporti come la mattina presto: non ci sarebbe il personale sufficiente e soprattutto nelle grandi città sorgerebbero problemi di ordine pubblico.
Si dovrà individuare, invece, orari meno affollati, ma capaci di far scattare il cosiddetto effetto di deterrenza: se so che ci sono controlli e non ho il certificato verde, evito di violare le norme. D’intesa con le aziende locali di trasporto, sarà probabile vedere dai prossimi giorni poliziotti o carabinieri alle fermate di partenza, d’arrivo o intermedie, insieme ai controllori.
Lamorgese li ha sollecitati e già alcuni prefetti hanno convocato riunioni con i rappresentanti delle associazioni degli esercenti e delle altre categorie interessate. Fare i controlli già come prevede la legge, dal ristorante qualunque altro locale pubblico, oltre a essere un obbligo riduce le possibilità di violazioni.
L’idea di chiudere uno o tutti e due gli occhi per garantirsi la clientela deve essere scacciata. Non solo con la minaccia di sanzioni severe ma, innanzitutto, con un’azione positiva di impegno a verificare e garantire accessi ai propri luoghi soltanto con il green pass o la sua versione super se necessaria.
Questo aspetto meno appariscente sarà però uno sforzo continuo di prefetti e questori con le categorie coinvolte. Anche per sopperire alle unità di forze dell’ordine da mettere in campo. Non sono di certo moltissime.
Marco Ludovico
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