di Redazione Scuola
(Daco - stock.adobe.com)
1' di lettura
L’immagine positiva di sé ha un impatto determinante nel rendimento scolastico. Sono le conclusioni a cui è giunto uno studio condotto su 1.674 studenti delle medie del Nord Italia dal dipartimento di psicologia e scienze cognitive dell’università di Trento in collaborazione con Fondazione della scuola e Compagnia di San Paolo di Torino. Lo studio, durato 3 anni, attraverso un modello statistico è riuscito a descrivere come percezione della propria bravura in italiano e matematica e prestazione scolastica misurata dalle prove Invalsi siano legate a filo doppio e quali siano i cambiamenti che avvengono dalla prima alla terza media.
«L’analisi dei dati si è concentrata su matematica e italiano e ha mostrato come in entrambi i casi ciò che gli studenti pensano di sé va incontro a un declino medio nel corso del triennio di scuola secondaria di primo grado - spiega Enrico Perinelli, ricercatore del dipartimento di psicologia e scienze cognitive -. È stato anche rilevato come questo andamento tende a essere diverso da persona a persona. Ci sono, infatti, studenti che manifestano un declino maggiore, altri che rimangono stabili e altri ancora che possono invece avere un incremento nella percezione delle proprie capacità nella materia».
Sempre secondo Perinessli la stessa ricerca «ha rilevato come studenti che riescono a contrastare questo declino ottengono migliori risultati alle prove Invalsi condotte alla fine del terzo anno. Dalle conclusioni dello studio - sottolinea - emerge come sia necessario che la scuola tenga monitorata in modo costante la percezione che studenti e studentesse hanno della loro bravura nelle varie materie».
Per visualizzare questo contenutoapri la pagina su ilsole24ore.com
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy