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Edilizia, nuovo contratto strategico per cogliere le sfide del Pnrr

di Cristina Casadei

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(satori - stock.adobe.com)

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Ance, Alleanza delle Cooperative, Fillea, Filca e Feneal hanno presentato l’intesa al Ministro del lavoro Orlando. Adesso, dicono insieme imprese e sindacati, servono misure urgenti su costo materie prime e qualificazione

30 marzo 2022
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3' di lettura

Nell’edilizia le parti sociali hanno scelto la strada dell’alleanza per poter affrontare, insieme, unite, la sfida del Pnrr. Il banco di prova più evidente di questa alleanza è il nuovo contratto di lavoro siglato da Ance, Alleanza delle cooperative (Agci Produzione e Lavoro, Confcooperative Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione e Servizi) e da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, che ha creato un modello virtuoso delle relazioni industriali per far crescere il settore in qualità, professionalità e sicurezza.

Risposte su materie prime e qualificazione

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Adesso, però,le parti si aspettano dal Governo risposte urgenti sul costo delle materie prime e sulla qualificazione. È anche per questo che hanno presentato al Ministro del lavoro e politiche sociali, Andrea Orlando, il contratto che ha nella formazione, nella sicurezza e nella qualificazione i principi cardine che dovranno guidare tutti i cantieri. A cominciare proprio da quelli del Pnrr. La presentazione al ministro è da considerarsi «uno step importante, un’apertura verso un significativo indirizzo di responsabilità delle parti sociali nella grande sfida che sta affrontando questo Paese nel centrare gli obiettivi generali legati alla crescita nell’ottica del Pnrr, che è strategico», spiega il presidente dell’Ance, Gabriele Buia.

Un modello per la bilateralità

Il nuovo contratto è una scommessa vinta e un modello virtuoso di bilateralità nelle relazioni industriali voluto e condiviso da imprese e lavoratori, scrivono le parti in una nota congiunta. Ed è stato possibile realizzarlo «anche grazie al ruolo attivo e alla sensibilità del Ministro del lavoro che con l’introduzione del Durc di congruità, fino al decreto 77/2021 e alle recenti norme sugli incentivi subordinati al rispetto dei contratti edili, ha sostenuto molte proposte delle parti sociali.Una scelta di responsabilità condivisa e di investimenti importanti su formazione, professionalizzazione e sicurezza, quella compiuta dalle parti sociali con il recente rinnovo, che diventa determinante per vincere la sfida del Pnrr in un contesto particolarmente difficile a causa, soprattutto, dell'aumento incontrollato dei prezzi delle materie prime e dalla crisi energetica». Sono queste vere e proprie emergenze per le quali le parti firmatarie chiedono all’unisono interventi immediati per adeguare i contratti in essere ed evitare ritardi e sospensioni delle opere in corso.

La qualificazione del lavoro

Il nuovo contratto ha posto l’accento sull’aspetto della qualificazione dei lavoratori delle imprese che entrano nei cantieri in generale e nei cantieri del Pnrr in particolare. Di qui la richiesta di «introdurre quanto prima meccanismi in tal senso, anche a tutela della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Uno sforzo che dovrebbe essere supportato da interventi mirati a defiscalizzare e decontribuire le ore destinate alla formazione e alla sicurezza, così da tutelare e premiare le imprese virtuose, evitando fenomeni di dumping contrattuale».

I contratti aperti e il superbonus

Il ministro Orlando ha colto l’occasione della presentazione del contratto dell’edilizia per invitare tutti i comparti che stanno definendo contratti a chiuderli «quanto prima possibile. In questo momento è fondamentale che una parte della crescita del costo della vita sia compensata da un adeguamento contrattuale. Il rischio è quello di una dinamica nella quale si determini un impoverimento di un pezzo significativo del mondo del lavoro, con conseguenze di tipo macroeconomico, perché questo ha un impatto sulla domanda interna, determinando una spinta verso la recessione». Focalizzandosi sull’edilizia che sta conoscendo una dinamica di crescita, appesantita però dalle criticità sui prezzi delle materie prime e dal tema della qualificazione, il ministro ha detto che «il superbonus 110% è una misura controversa per alcuni esiti, ma sicuramente positiva se la guardiamo nella dimensione macro, perché ha dato una risposta a una crisi che esisteva. Si tratta però di ricalibrarla e dargli una continuità negli aspetti più positivi che ha determinato». L’effetto è stato quello di «rimettere in moto una macchina - ha spiegato il Orlando - che ha consentito un salto di qualità del patrimonio edilizio. Ma il Superbonus ha riguardato di più, paradossalmente, le zone che ne avevano meno bisogno. Nelle periferie lo hanno fatto pochissimo. Idem per i grandi condomini, dove era più complicato farlo. Era lì che, forse, andava spinto di più. Questo è un ragionamento da fare per la prosecuzione della misura».

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