di Giovanna Mancini
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All’inizio non è stato facile: il mercato forse non era ancora pronto» spiega Francesco Magro, co-fondatore assieme ad Andrea Antinori e Giovanni Roberto di Winelivery, la App di consegna a domicilio, in 30 minuti, di bevande a temperatura di consumo, con una forte verticalizzazione sul vino, nato nel 2016 a Milano. «Siamo stati i primi in Italia e in Europa a proporre un’offerta di questo genere, ispirandoci all’esperienza di un’azienda statunitense che era già un caso di successo – aggiunge Magro –. Ma all’epoca, da noi, il Food Delivery era agli albori e il genere di servizio che noi diamo viene dopo».
Si trattava solo di pazientare e non demordere: già nel 2018 Winelivery aveva aperto a Torino e Bologna e iniziava a decollare. La pandemia, poi, ha radicalmente cambiato lo scenario: l’azienda è presente oggi in 75 città italiane, per lo più attraverso accordi di franchising, 50 delle quali si sono aggiunte nell’ultimo anno e mezzo. «Nostro malgrado, la situazione che si è generata nei primi mesi di Covid ci ha permesso di acquisire in maniera veloce moltissimi clienti. L’aspetto interessante è che molti sono rimasti anche finito il periodo dei lockdown», aggiunge Magro, che è anche amministratore delegato.
Con una crescita del 303,7% in tre anni, Winelivery ha raggiunto i 7,3 milioni di euro di fatturato nel 2020, guadagnandosi il primo posto nella classifica annuale Leader della crescita Il Sole 24 Ore-Statista, con l’obiettivo di arrivare a 11 milioni entro la fine di quest’anno. I dipendenti iniziali sono una ventina, a cui si aggiunge un migliaio di persone tra imprenditori affiliati e fattorini.
«Gestiamo direttamente il rapporto con le aziende produttrici, riducendo in questo modo la catena del valore, il che ci permette di offrire un servizio premium a prezzi competitivi», spiega ancora Magro. Un’altra particolarità del servizio (che, negli anni, ha aggiunto alla consegna di bevande anche quella di snack e ghiaccio) è che si affida non a corrieri, ma a fattorini “brandizzati”, che in 20-30 minuti consegnano i prodotti nel luogo indicato. «Il nostro target non sono gli intenditori di vino, ma una platea più ampia di persone, molte delle quali donne tra i 25 e i 45 anni, che cercano la bevanda giusta per un’occasione particolare, soprattutto aperitivi e cene, potendo scegliere fra 300 e 1.200 etichette a seconda delle città», dice l’amministratore delegato. Che annuncia anche i prossimi passi dell’azienda: l’inaugurazione del primo “digital bar” a Milano (con l’obiettivo di aprirne 58 in 36 mesi) e lo sbarco, a breve, in Francia, per cominciare a espandersi oltreconfine. Con in testa il traguardo dei 50 milioni di euro di fatturato nel 2024.
Giovanna Mancini
Redattore ordinario
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