di Giovanni Gasparini e Nicola Zanella
Wilson Bentley ’Snowflakes’, foto uniche fine ’800-primi ’900, proposte da The Gallery of Everything
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A Samedan, piccolo comune vicino a Sankt Moritz, rinomata località sciistica internazionale in Svizzera, è andata in scena dal 1° al 6 marzo la quinta edizione di Nomad, la fiera itinerante (ottava edizione se contiamo anche Monaco, Venezia e quella virtuale a Cannes) dedicata all'arte e al design contemporaneo, con la partecipazione di 35 espositori selezionati. La guerra non ferma per il momento le fiere d’arte. Gli spazi espositivi non erano asettici padiglioni: ad ospitare l'evento infatti è Chesa Planta, edificio costruito nel 1595 ed esempio primario di casa aristocratica dell'Engadina, attualmente funzionante come centro culturale e biblioteca della lingua romanza.
I 35 espositori sono stati dislocati nelle varie stanze dell’edificio d’epoca, dalle sale patrizie ai bagni, e ogni ambiente è stato ’invaso’ da opere d'arte e di design. L'evento si è rivolto a collezionisti raffinati e acquirenti con ampie capacità di spesa ed il suo ambiente domestico è altamente funzionale alla vendita, ’risparmiando' così lo sforzo concettuale di immaginare le opere a casa propria: su qualcosa bisognerà pur risparmiare!
Gli organizzatori e le gallerie hanno riferito soddisfazione per la quantità e qualità del pubblico invitato, legato anche al luogo remoto ed esclusivo che non favorisce certo i semplici ’curiosi’ ma invita ad aprire istintivamente il portafogli.
Il format della fiera include un numero ristretto di gallerie d'arte specializzate, oltre al progetto ‘Traces' curato da Theo Niarchos che ha coinvolto quattro gallerie locali con un'opera ciascuna: Monica di Cardenas, Karsten Greve, Tschudi con opere di Alex Katz, Not Vital e Brassaï, e Vito Schnabel che ha proposto un lavoro del padre Julian. Al di là di quelle opere in vendita nell'ordine delle centinaia di migliaia di euro, l'offerta ha proposto opere approciabili ad un pubblico più vasto. La Gallery of Everything di James Brett ha proposto il progetto più originale: fotografie al microscopio frutto della ricerca scientifica di fine Ottocento da parte dell'americano Wilson Bentley. Si tratta quindi di opere d'arte 'involontarie', fotografie di piccolo formato necessariamente uniche e sempre diverse data l'unicità dei fiocchi di neve, già presentate in passato dal curatore Massimiliano Gioni e in vendita fra 6.500 e 8.500 CHF. L'impatto visivo del gruppo è notevole e la storia da cui nascono davvero unica. In posizione simmetricamente opposta sono state poste, invece, le tre copie in 3D di sculture classiche di Barry X Ball, offerte a 575mila dollari l'una. La londinese Tristan Hoare ha portato due lavori su carta di Helen Frankenthaler prezzate attorno al mezzo milione di CHF, mentre l'italiana LOOM ha presentato lavori di Paul Gees e foto di Helmut Newton. Diverse le foto di moda e classiche tra cui Newton e Cartier-Bresson proposte da Christie's in quanto parte delle prossime aste di fotografia e design a Parigi, in una collaborazione interessante fra la casa d'aste e la fiera.
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La giovane e dinamica galleria Larkin Erdmann di Zurigo ha esposto una vasta e ben curata scelta di lavori di dimensioni contenute, che ben si sono adattate al contesto e al range di prezzo dai 13mila ai 500mila euro, fra cui una carta minimalista di Agnes Martin, tre cartoons ‘ready made' di On Kawara, diversi lavori di Alighiero Boetti, fra cui una serie di piccoli arazzi multicolore e una serie di ‘Aeroplani' su carta.
Fra i lavori venduti già all'inaugurazione spicca un paesaggio urbano di Antonio Calderara del 1936, e un piccolo dipinto di Yayoi Kusama per 500mila euro. Fra le opere storicizzate anche un lavoro di Man Ray ‘Pin Up' a 25mila euro.
La galleria Von Bartha ha proposto diversi lavori di Imi Knoebel, fra cui una coppia in vendita per 85mila CHF e una edizione di 1.000 offerta a 4.500 CHF, nonché opere recenti del 2022 dell'inglese Anna Dickinson fra 35mila e 52mila CHF. Complessivamente il comparto arte pur ridotto ha offerto ottimi spunti che ha accompagnato la più ampia componente di design.
Riassumere in breve la variegata offerta della ventina fra gallerie e progetti speciali di design non può essere esaustiva, poiché si è passati dagli anni del dopoguerra a progetti di oggi, dal design italiano a quello brasiliano o egiziano. La galleria Format di Oslo si è posta a metà strada, cercando di integrare opere dal forte contenuto materico in ambiente domestico, con lavori della norvegese Irene Nordli in ceramica e porcellana prezzati fra 5mila e 9mila euro. L'altra galleria di Oslo, Gosla, ha proposto un tavolo con sedie di forma organica di colore giallo formaggio proposto a 15mila euro. Alla galleria Angela Weber Möbel di Zurigo in mostra design degli anni ‘50, soprattutto Italiano e finlandese, fra cui spiccava un tavolo di Paolo Buffa in vendita a 22mila CHF.
Sul fronte del contemporaneo c’era Francesca Neri Antonello di Lugano con il suo sofà-letto ‘Beso' ottagonale e multifunzionale. Il concept concepito è realizzato in Italia a circa 22mila euro. La newyorkese Thomsen Gallery si è specializzata in opere giapponesi attuali costruite secondo la tradizione classica e propone lavori di ceramica, lacca e bambù. Le ceramiche di Fukami erano proposte fra 8mila e 20mila $, mentre i vasi per fiori in bambù fra 5mila e 20mila euro e porta-the e scatole di Lacquers fra 5mila e 55mila euro. La brasiliana Mercado Moderno di Rio, al terzo anno partecipazione grazie anche ad un appoggio logistico a Zurigo, ha offerto design brasiliano modernista e contemporaneo, soprattutto, in legno fra cui sedie di Gustavo Bittencour ispirate da Bo Bardi, nonché opere di vintage modern a 13mila-20mila CHF e molti accessori sotto i 10mila CHF, nonché una foto di Bob Wolfenson dedicata a Brasilia in edizione di 5 in vendita a 17mila CHF.
Forte la presenza di designer e gallerie Italiane fra cui Fornasetti che ha portato un progetto dedicato al Lunario del Sole del 1942. Si tratta di 12 arazzi, pezzi unici in seta, proposti a 12mila euro ciascuno, più un tredicesimo di grandi dimensioni a 60mila euro realizzato a quattro mani con Giovanni Bonotto e l'associazone A-Collection. Più abbordabile una Riedizione del libro del 1942 in 15 copie a 1.500 euro, così come una serie di 12 piatti col sole, che è anche simbolo di St. Moritz, a 3.900 euro. Loro Piana Interiors ha esposto una serie di sedie da esterno-interno per 4mila - 6mila euro ciascuna. La milanese Luisa delle Piane ha dedicato lo spazio al design italiano del dopoguerra con lavori di Sottsass come i ‘Totems' in edizione di 150 a 7mila euro e la cassettiera ‘Bastonio' a 32mila euro. Una grande lampada in metallo di Nanda Vigo del 1970 era offerta a 25mila euro, mentre le ceramiche di Melotti oscillavano da 3.500 a 18mila euro. L'altra galleria storica milanese di Rossella Colombari ha mostrato un’ampia scelta di design italiano del dopoguerra con un tavolo di Coppola attorniato da sedie finlandesi, appliqué di Vega e ceramiche di Antonio Marras.
È venuta dal Cairo LeLab Atelier che ha portato in fiera un’opera di Khaled Zaki, un divano modulare in legno pieno, di mezza tonnellata di peso, in edizione di 5 prototipo in vendita a 200mila dollari, disponibile anche in differenti materiali. In termini di effetto, spiccava l'adattamento della biblioteca del centro espositivo da parte di YALI glass di Rosi Kahane, i cui vetri di Murano includevano bicchieri a 100 euro ciascuno, vasi fra 900 e 1900 euro e tavoli a 5.500 euro.
Il curatore svizzero Hans Ulrich Obrist ha avuto modo di definire Nomad la fiera del futuro e, in effetti, la sua profezia ha avuto ragione almeno su due fronti: il primo è che la kermesse itinerante è stata l'unica a non cedere mai il passo neanche in piena pandemia, grazie al suo format più flessibile si è adattata alle leggi federali svizzere sulla lotta al Covid e, in secondo luogo, ha spinto fin da subito sul concetto di cross-collecting, trend sempre più attuale. Il business model di Nomad si basa principalmente su due fonti di entrate: la vendita degli spazi agli espositori, il cui prezzo varia dai 7mila ai 40mila euro in base alla dimensione, l'ubicazione ed il prestigio della location. E al generoso supporto degli sponsor che, oltre ad un ruolo economico, hanno quello strategico di fare networking: si passa così da LVMH con un occhio ai clienti luxury, a Bloomberg per il target finanziario, a partner locali ma altrettanto mirati come gli hotel Waldhaus Sils e il Kulm, meta da sempre delle elite europee, o alle eccellenze italiane con i vini Tenuta Setta Ponti che danno quel tocco di dolce vita.
Sankt Moritz è uno dei pochi luoghi al mondo dove l'enclave dei miliardi globali coincide con la comunità locale. Fin dall'inaugurazione non sono mancati volti noti del jet set internazionale, sono arrivati collezionisti anche da Hong Kong, invece sono arrivate molte cancellazioni last minute dai collezionisti russi. Presenti Francesca Ruffini, Giovanna Battaglia Engelbert, Gregor von Opel, Norman Foster, Augusto Perfetti e Beatrice Trussardi che afferma di apprezzare soprattutto il mix della proposta espositiva, la convivenza tra i pezzi storici di designer italiani del secolo scorso e di produzioni artigianali in allestimenti sempre originali. Nomad sembra ancora affermare con succeso un modello alternativo, esclusivo, che non va in vacanza neppure d'estate anche se il luogo scelto per l'edizione del prossimo luglio suggerirebbe il contrario: Capri!
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