di Andrea Gagliardi
Coronavirus: il bollettino del 1° maggio - I dati di oggi
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Il ritmo delle 500mila vaccinazioni al giorno per ora è confermato. Dopo il record di 516mila somministrazioni il 29 aprile, il dato relativo al 30 aprile fissa l’asticella a quota 503.587. Ora però arrivano due giornate festive: 1 maggio e domenica 2 maggio. Sarà difficile tenere lo stesso andamento.
Intanto, in base ai dati di Lab24 del Sole 24 Ore si possono già tirare alcune conclusioni sulle regioni più avanti e quelle più indietro. Solo la metà (10 su 20) ha centrato l’obiettivo assegnato il 29 aprile (l’ultimo ufficiale). Tra le più grandi spiccano Lombardia, Veneto e Sicilia, che dopo aver abbondantemente oltrepassato il target di riferimento si sono mantenute anche il 30 aprile sugli stessi ritmi del giorno precedente: la Lombardia ha raggiunto quota 114mila, il Veneto 48mila e la Sicilia 35mila. Partita male, con 10 mila iniezioni al giorno, la rimonta della Lombardia si è giocata tutta in primavera con la nuova piattaforma per le adesioni affidata a Poste italiane. Superata la meta fissata anche da Liguria, Piemonte, Emilia-Romagna, Abruzzo, Marche, Basilicata, Toscana, Valle d’Aosta.
La Campania, che aveva mancato l’obiettivo delle 42mila dosi il 29 aprile, lo ha raggiunto il 30 aprile. E così anche la Calabria, che ha sfiorato le 15mila inoculazioni (il target era 12mila) e il Molise. Sotto il target delle 50mila somministrazioni è il Lazio (arrivato a quota 40mila) che gode ancora però del vantaggio accumulato in partenza e resta la seconda Regione per dosi totali somministrate: quasi 2 milioni. Il Piemonte, dopo l’exploit del 29 aprile con oltre 47mila vaccinazioni (rispetto al target di 40mila), il 30 aprile è sceso a quota 30mila. «Ma quello del 29 aprile è stato uno stress test per evidenziare la potenzialità della nostra macchina vaccinale - spiegano dalla Regione -. Tenendo per ora una media di 30mila vaccinazioni al giorno come stiamo facendo, stiamo rispettando i nuovi obiettivi che ci sono stati dati dalla strutturale commissariale. Del resto non possiamo tenere i ritmi del 29 aprile perché non abbiamo dosi sufficienti a disposizione».
Lontane dal target invece Friuli Venezia Giulia, Umbria, Trentino Alto Adige e Sardegna. Anche il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha spiegato il flop con la mancanza di vaccini: «Potremmo arrivare a 17 mila iniezioni al giorno - ha dichiarato - ma mancano le fiale». E allora si sta fermi intorno a 6 mila. «Scarsa però è pure l'adesione, venite a vaccinarvi — è l'appello del presidente — Tra i 60 e i 69 anni il 40% dei cittadini non si è prenotato, tra i 70 e i 79 anni il 25%».
Per arrivare entro settembre all'immunità di gregge, quando si punta ad aver vaccinato almeno l'80% degli adulti, è necessario però correre sempre alla velocità di crociera di 500mila iniezioni al giorno a livello nazionale: una soglia minima sotto la quale non si deve scendere. Molto dipenderà dalle singole regioni e dalla loro capacità di dare regolarità alle somministrazioni giorno dopo giorno. Festivi compresi. La prossima prova è quella del 1° maggio. Finora uno degli elementi di debolezza della campagna vaccinale è stato il basso numero di dosi somministrate la domenica. In cifre: nei mesi di marzo e aprile, appena 129mila dosi medie. Il caso più evidente è quello di Pasqua (4 aprile), quando furono somministrati meno di 100mila vaccini (96.060) con una differenza rispetto alla media della settimana pari al 60%.
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Andrea Gagliardi
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