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Almaviva, azienda e sindacati in pressing sui fondi per salvare il call center del Covid

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(ANSA)

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Le parti chiedono al ministero delle Imprese e del made in Italy la convocazione del tavolo della vertenza del call center per mettere in sicurezza i 500 lavoratori del numero di emergenza 1500

18 marzo 2023
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2' di lettura

È corsa contro il tempo per salvare il call center del Covid, quello che rispondeva alle telefonate del numero 1500. Almaviva e i sindacati premono sul ministero delle Imprese e del made in Italy per la convocazione del tavolo della vertenza Almaviva Contact dopo che è trapelata la notizia dello stanziamento di 5 milioni di euro per salvaguardare i lavoratori del numero di emergenza Covid 1500.

Il ministero delle Imprese e del made in Italy ha infatti predisposto la norma che consentirà la proroga della commessa fino alla fine dell’anno. Il testo sarà inserito in un provvedimento più ampio che potrebbe essere completato nei prossimi giorni, sul quale sono al lavoro altre amministrazioni, e poi andrà in consiglio dei Ministri, secondo quanto hanno fatto sapere fonti vicine al dossier.

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Intanto i lavoratori sono in cassa integrazione a zero ore dal primo gennaio. Sono circa 500 gli operatori che rispondevano al numero di emergenza Covid da Palermo e Catania, la maggior parte, ma anche da Rende (in provincia di Cosenza), Napoli e Milano, e che si sono trovati senza occupazione con l’interruzione del servizio, alla fine dello scorso anno. Ora le loro competenze potrebbero essere impiegate in un nuovo numero di pubblica utilità sulla sanità. Nell’annunciare lo stop del contact center 1500, con il graduale rientro dall’emergenza Coronavirus, il ministero della Salute ha ricordato come questo servizio sia stato attivato fin dalla primissima fase della pandemia, il 27 gennaio 2020. Nelle fasi più gravi ha fornito risposte ai cittadini 24 ore su 24, sette giorni su sette da parte di operatori che sono stati formati insieme a dirigenti sanitari. Con il rientro dell’emergenza pandemica, per questi lavoratori è arrivata la minaccia della disoccupazione.

Pur apprezzando il provvedimento, sul fronte sindacale c’è il timore che i fondi stanziati non siano sufficienti a portare tutti i lavoratori fino al 31 dicembre a meno del ricorso a una cassa integrazione molto alta. Anche perché negli incontri che si sono svolti sulla vertenza nei mesi scorsi il ministero della Sanità avrebbe espresso la disponibilità ad assorbire solo 100-200 persone nel nuovo numero di pubblica utilità. Al momento, secondo l’azienda, sono 440 i lavoratori dell’ex servizio 1500 in carico ad Almaviva Contact, al netto di quelli che hanno accettato incentivi all’esodo o partecipato ai percorsi di riqualificazione professionale nel ramo informatico.

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