di Rita Fatiguso
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Hong Kong punta sulle industrie creative per la formazione delle nuove generazioni nate nell’era post handover tra Londra e Pechino, anche perchè vuol reagire alla crisi economica in atto con l’obiettivo di creare lavoro e competenze di qualità. A Milano al Superstudio di via Tortona l’esibizione originale (e coraggiosa in momenti come quello che stiamo vivendo) intitolata “Project- HK-UK, design, artistry and craftmanship”, che dimostra di voler mantenere in vita il legame culturale con la Gran Bretagna messo a dura prova dagli eventi degli ultimi anni che hanno segnato il passaggio dell’ex colonia britannica alla Cina.
Il Design center a Hong Kong
Hong Kong sta investendo su giovani talenti e start up di design. Per Gianluca Mirante, direttore Italia, Cipro, Grecia e Malta di Hong Kong Trade Development Council (HKTDC) la tendenza è inarrestabile. «Il design continua a rappresentare uno dei principali aspetti dello sviluppo di Hong Kong, non solo in chiave urbanistica - dice Mirante - grazie alla sua particolare storia e al suo status di città cosmopolita Hong Kong è il luogo di incontro per eccellenza al centro dell’Asia ricco di opportunità e prediletto dai designer di tutto il mondo».
L’esposizione in via Tortona “Project- HK-UK, design, artistry and craftmanship” è parte di questa più ampia visione. Finanziato da CreateHK, entità governativa, è un programma incentrato sul tutoraggio (gli aspetti educativi) e sulla collaborazione creativa. In pratica generazioni di designer lavorano e creano a fianco di colleghi più giovani con un diverso background, in un mix originale.
Se per molti hongkonghini la Gran Bretagna è addirittura diventata la nuova meta in cui stabilirsi perchè a casa non trovavano più quella britishness tanto amata, la cultura britannica è comunque iscritta profondamente nel Dna di chi è nato qui.
Amy Chow, curatrice della mostra, è cresciuta a Hong Kong e si è formata negli hub creativi negli Stati Uniti e in Europa. Si considera «pienamente consapevole del proprio bagaglio culturale per questo ho abbracciato il dialogo interculturale».
«La convergenza di mondi, culture ed estetiche differenti - aggiunge Chow - mi permette di avere prospettive multiculturali e diverse nei programmi di curatela che consistono in un mix di educazione, design, artigianato, collaborazione creativa e componenti di vetrine. Il ruolo del tutoraggio nel mantenere vivo il legame tra Regno Unito e Hong Kong è rilevante nel progetto».
La mostra al Superstudio
Lo scambio culturale è stato un elemento chiave nel processo di progettazione, come fonte di ispirazione e di stimolo della creatività. Sei designer di Hong Kong attivi nel fashion designer e nella grafica hanno commissionato a sei designer del Regno Unito un pezzo di arredamento, lo stesso pezzo è stato chiesto a due gruppi di giovani designer di HK.
Ogni pezzo commissionato è il risultato di sessioni creative comuni di tre pezzi diversi, finiti in mostra a Milano. Sei designer di Hong Kong hanno interagito per mesi con sei designer inglesi mentre 40 giovani di HK hanno completato in tal modo il loro percorso formativo.
Meccanismo articolato, prodotti molto lineari nelle linee e nell’ispirazione. «I giovani designer partecipanti - conclude Chow - non solo hanno avuto la possibilità di affinare ed estendere le proprie capacità creative, ma anche di arricchire la propria produzione e competenze. In quanto metropoli asiatica sotto le influenze orientali e occidentali, Hong Kong è stata sempre un terreno fertile per nuove culture e idee di design».
Amy Chow
Rita Fatiguso
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