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Catasto, risparmi, Irpef e affitti: la nuova mappa del fisco

di Andrea Carli

Decreto aiuti, Draghi: "Provvedimento vale 14 miliardi"

Per quanto riguarda la delega fiscale, il Governo punta a ottenere l’approvazione dell’Aula di Montecitorio e poi quella del Senato tutto entro fine giugno così da poter lavorare poi ai decreti delegati e rispettare così i tempi fissati dal calendario del Pnrr

11 maggio 2022
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3' di lettura

Tra delega fiscale e decreto Aiuti si delinea una nuova mappa del fisco. Nel primo caso, il Governo prova a cementare l’intesa con la maggioranza su catasto e flat tax. L’obiettivo dell’Esecutivo è quello di riportare subito in commissione Finanze della Camera il testo di emendamenti concordati con i rispettivi partiti che sostengono il Governo, ottenere l’approvazione dell’Aula di Montecitorio e poi quella del Senato tutto entro fine giugno così da poter lavorare poi ai decreti delegati e rispettare così i tempi fissati dal calendario del Pnrr. Nel caso dei decreto Aiuti, invece, atteso a stretto giro in Gazzetta ufficiale dopo che il testo è tornato sul tavolo del Consiglio dei ministri per alcuni ritocchi, le novità riguardano l’Irpef locale.

Affitti nulla cambia per la cedolare secca

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Il nuovo testo della delega fiscale non scalfisce la cedolare secca sugli affitti (si veda anche Il Sole 24 Ore del 9 maggio). Il documento uscito dalla non facile mediazione all’interno della maggioranza e con il Governo - è stato sancito a Palazzo Chigi dal premier Draghi e dal segretario della Lega Salvini - lascia infatti inalterate le attuali aliquote del 21% (affitti di mercato) e del 10% (locazioni a canone concordato). Se fosse passato il sistema attuale, previsto nel compromesso delineato dal Mef, la conseguenza sarebbe stata un’aliquota unica per i redditi da capitale, tra cui quelli immobiliari.

Catasto: la doppia rendita

Il testo uscito dall'intesa segna l’ennesima riscrittura dell’articolo 6 sul Catasto. Il nuovo catasto scatterà nel 2026. Viene meno l’attribuzione esplicita di un valore patrimoniale agli immobili, ma sopravvive all’ultima limatura politica l’indicazione di una «rendita ulteriore suscettibile di periodico aggiornamento», da affiancare a quella classica. Questa rendita sarà determinata in base ai criteri del Dpr 138/1998, quello che già consente ai Comuni di aggiornare i parametri catastali alle mutate condizioni degli immobili. Questa rendita-bis non cambierà la base imponibile, come del resto già previsto in partenza. E potrà essere calcolata tenendo conto dell’articolazione del territorio comunale, della rideterminazione delle destinazioni d’uso catastali, distinte in ordinarie e speciali, e dell’adozione di «unità di consistenza». Inoltre il Governo non rinuncia a tenere aperta una finestra sui valori Omi, che indicano i prezzi di mercato divisi per zone: nel testo iniziale sarebbero stati il riferimento per rivedere i valori patrimoniali, in quello uscito dalla mediazione rimangono come dato di consultazione nell’accesso alla banca dati catastale.

Dalle case fantasma gettito taglia tasse

Arriverà invece una rinnovata caccia alle “case fantasma”, con una semplificazione delle comunicazioni e dell’uso di questi strumenti ai fini dei controlli sul territorio da parte degli enti locali. Con una promessa: il maggior gettito scovato dall’evasione potrà essere utilizzato per abbattere il prelievo sugli immobili “regolari” dello stesso comune.

Il riordino dei risparmi

La delega fiscale punta a rimettere ordine anche nella caotica tassazione sui redditi finanziari. Con un correttivo messo a punto da Italia Viva promosso dal relatore, il presidente della commissione Finanze della Camera Luigi Marattin, il riferimento generico contenuto nel testo originario alla «progressiva armonizzazione dei regimi di tassazione del risparmio» si arricchisce con la precisazione in base alla quale il riordino dovrà essere sviluppato «con riferimento alle basi imponibili» e soprattutto dovrà guardare «al progressivo superamento della distinzione tra redditi da capitale e redditi diversi di natura finanziaria». Oggi i primi sono tassati al lordo di spese e minusvalenze, i secondi al netto con il meccanismo della deducibilità delle minusvalenze eccedenti. L’obiettivo è di archiviare insieme a questo doppio binario le distorsioni che provoca su un mercato bisognoso di un fisco il più possibile neutrale sulle scelte d’investimento. Anche perché una riforma dichiaratamente «pro crescita» non può lasciare intatto un meccanismo che di fatto disincentiva agli investimenti nell’economia reale.

Irpef e tasse imbarco, aiuto a capoluoghi in crisi

Un altro canale attraverso il quale giungono novità sul piano fiscale è il decreto Aiuti: nell’attesa che venga pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, l’articolo 43 della bozza approvata dal Governo prevede che i Comuni italiani, capoluoghi di provincia, interessati da un deficit procapite superiore a 500 euro possano aumentare l’Irpef locale. Inoltre quelli con un debito procapite superiore a 1.000 euro potrebbero anche aggiungere o sostituire l’aumento con una tassa di 2 euro per chi si imbarca in porti o aeroporti. Il condizionale è d’obbligo perché si tratta di una possibilità e non di una indicazione.

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