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Dalla cannabis al «no green pass», a che punto sono le firme per i referendum

Eutanasia legale, depositate le firme per il referendum

Le sottoscrizioni devono essere presentate entro il 30 ottobre. I quesiti per l’abolizione del certificato verde a rischio: «Raccolta avanti comunque»

27 ottobre 2021
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4' di lettura

Siamo alla vigilia di una nuova stagione di referendum? A guardare la raccolta firme in corso o già concluse, dalla cannabis all’eutanasia, passando per caccia e pacchetto giustizia, a cui si è aggiunta da ultimo un’iniziativa contro il green pass, ci si deve preparare a una consultazione su diversi argomenti cruciali. Le campagne di adesione, rese più agevoli dalla possibilità della firma digitale, non sono tutte allo stesso punto e sabato 30 ottobre si chiude la finestra per presentare in Cassazione le 500mila firme di elettori a sostegno di ogni quesito proposto.

Eutanasia: raccolte 1,2 milioni di euro

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Le firme a sostegno dell’eutanasia legale sono state depositate in Cassazione l’8 ottobre: nei plichi portati a “Palazzaccio” dai promotori tra cui Marco Cappato e l’associazione Luca Coscioni, oltre 1,2 milioni di sottoscrizioni, di cui quasi 400mila online. Per la prima volta nella campagna di raccolta, infatti, è stata utilizzata anche la firma digitale.
Nell’ottobre 2019 la Corte costituzionale, in merito al processo Cappato Dj Fabo, aveva dichiarato parzialmente incostituzionale l’articolo 580 del Codice penale che punisce l’aiuto al suicidio.
La Consulta aveva dichiarato lecito l’aiuto al suicidio di fronte al verificarsi contemporaneamente 4 condizioni: malattia irreversibile, assenza di cure, sofferenza psichica o fisica insopportabile, dipendenza da sostegni vitale, oltre naturalmente all’essere in grado di intendere e volere. Dopo che nell’anno precedente la maggioranza giallo-verde non aveva trovato accordi in merito, la nuova maggioranza giallo-rossa ha trovato un terreno comune da cui è nato un testo base dei 2 relatori Alfredo Bazoli (Pd) e Nicola Provenza (M5s), che fa sintesi tra otto proposte di legge presentate e la sentenza della Consulta.
Il referendum sull’eutanasia abroga un altro articolo del Codice penale, il 579, che punisce l’omicidio di consenziente. La legge che ne uscirebbe renderebbe lecito il suicidio assistito anche in persone che non ricadono nelle condizioni indicate dalla sentenza della Consulta del 2019 (per esempio le persone depresse).

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Cannabis: 620mila firme

È previsto invece per il 28 ottobre l’arrivo in Cassazione delle sottoscrizioni per il referendum sulla cannabis legale: i quesiti puntano a depenalizzare la coltivazione di cannabis ed eliminare la pena detentiva per ogni condotta illecita legata a questa droga.
Il comitato promotore (Marco Perduca) ha spiegato che la raccolta delle firme digitali (utilizzando Spid o Carta d’identità elettronica) ha portato le sottoscrizioni a quota 620milla. Il governo, il 28 settembre scorso, aveva concesso 1 mese in più (fino al 31 ottobre) per il deposito in Cassazione delle 500mila firme necessarie. È lo stesso termine concesso per altri referendum come quelli su giustizia e caccia, presentati prima del 15 giugno, a cui era stato concessa una finestra più lunga per l’emergenza Covid .
Il referendum cannabis è promosso dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione e Antigone e dei partiti +Europa, Possibile, Radicali italiani, Potere al Popolo, Sinistra Italiana Rifondazione Comunista e Volt.

Stop alla caccia: oltre 500mila firme (ma ritardi dei Comuni)

«Il referendum contro la caccia ha abbondantemente superato la soglia delle 500mila firme» è stato l’annuncio della senatrice Virginia La Mura (Sinistra italiana). Che ha aggiunto: «Purtroppo, però, come d’altronde già accaduto per il referendum relativo alla cannabis, si registrano ritardi burocratici da parte dei Comuni per la certificazione delle firme raccolte».
La senatrice ha chiesto «alla ministra Cartabia di dare la possibilità di depositare le certificazioni necessarie all’indizione del referendum contro la caccia entro il 15 novembre, posticipando dunque la data prevista». Le firme online sono state quasi 70 mila. L’obiettivo del referendum è eliminare dalla legge 157 del 1992 tutte le parti relative alle attività venatorie.

Sei questiti sulla giustizia: «Sabato le firme»

«Sabato consegneremo le firme del referendum sulla giustizia in Cassazione. Ci sono migliaia di moduli, firme e certificati in arrivo da mezza Italia però posso dire che ci saranno i referendum» ha detto Matteo Salvini, leader della Lega, partito promotore insieme ai Radicali della consultazione su 6 quesiti.
- Il primo riguarda l’elezione del Csm (si vuole abolire l’obbligo a candidarsi solo previa raccolta di un determinato numero di firme per evitare il cosiddetto “correntismo”);
- il secondo sulla responsabilità diretta dei magistrati che attualmente non sono tenuti a rispondere di eventuali errori commessi nell’esercizio delle loro funzioni;
- il terzo sull’equa valutazione dei magistrati attualmente fatta dal Csm ma che si vorrebbe estendere anche a rappresentanti dell’Università e dell’Avvocatura nei Consigli giudiziari;
- il quarto sulla separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante;
- il quinto sui limiti agli abusi della custodia cautelare;
- il sesto sull’abolizione dell’automatismo dell’interdizione dai pubblici uffici in caso di condanna per alcuni reati previsto dalla legge Severino per restituire ai giudici la facoltà di decidere.

Abolizione Green Pass, firme a rischio

Rischia invece di non raggiungere l’obiettivo delle 500mila firme il referendum No Green (ma la raccolta era partita solo a fine settembre). I promotori hanno denunciato «ostacoli istituzionali» e annunciano che, in caso di fallimento, «la raccolta proseguirà allo scopo di certificare la volontà politica dei cittadini italiani di opporre qualsiasi tipo di resistenza civile e democratica all’uso del Green Pass e di qualsiasi altro strumento di coercizione e di controllo sociale cui vorrà ricorrere questo Governo ed il suo Presidente».
Nel comitato dei Garanti c’è anche l’ex direttore di Rai 2 Carlo Freccero. Quattro i quesiti referendari che riguardano altrettanti decreti legge che si vogliono cancellare.

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