di Marta Casadei
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È un settore a due facce quello della moda italiana: molte donne alla base della piramide - assorbono poco meno del 60% della forza lavoro e sono perlopiù operaie - e poche nelle posizioni apicali, soprattutto nelle grandi aziende. Uno schema che, nonostante gli sforzi, si ripete anche in altri settori chiave dell’economia italiana, ma nel caso delle aziende di moda spicca in negativo soprattutto nel confronto con le competitor internazonali.
In Italia, infatti, solo due donne su dieci siedono nei CdA delle aziende di moda. Nelle imprese associate alla Camera nazionale della moda italiana la presenza di consiglieri di sesso femminile è pari al 24,2% contro il 50% registrato nelle aziende francesi e il 38% di quelle statunitensi. La presenza è inferiore anche alla media europea, pari al 33 per cento.
La fotografia ancora poco lusinghiera - ma in miglioramento: nel 2021 la percentuale dei consiglieri donna era al 23% - è stata scattata dalla terza edizione dell’Osservatorio Donne e Moda di PwC Italia presentato in collaborazione con Il Foglio della Moda. L’indagine ha evidenziato che nel 2022 i best performer per presenza femminile nei CdA sono stati Tod’s S.p.A. (6 donne), Brunello Cucinelli S.p.A (5 donne), Moncler S.p.A (5 donne).
Se nelle posizioni apicali le figure femminili scarseggiano, le donne rappresentano una fetta importante della forza lavoro: nel Tessile-Abbigliamento circa il 57,8% (contro il 42,2% degli uomini) delle donne sono operaie. Più si sale a livello gerarchico, però, più la percentuale si assottiglia a beneficio dei colleghi maschi: i quadri sono donne solo per il 37,5% mentre tra i dirigenti la percentuale di donne è perfino inferiore a quella delle presenze femminili nel Cda ( 22,8% contro il 77,2% degli uomini).
Spostando il focus dalle grandi aziende alle piccole imprese - dove ricordiamo la governance e la proprietà sono molto spesso in mano a famiglie - la situazione migliora: secondo quanto rilevato dall’Ufficio Studi PwC in un sondaggio per verificare la quota e il ruolo delle donne nei comparti produttivi delle Pmi associate a CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato) la quota di ceo donna è pari al 60% contro il 40% del 2022. Cresce anche la propensione ad affidare alle donne ruoli di peso nella governance: Il 39% (vs 19% nel 2022) delle imprese interpellate prevede un aumento di dirigenti donne nel prossimo anno.
Marta Casadei
redattore
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