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Emergenza gas, timori per le scorte invernali: possibile innalzamento del livello di allarme

La siccità mette in ginocchio il bacino del Po e gran parte della Valpadana

Il 21 giugno riunione del Comitato tecnico di emergenza e monitoraggio del gas naturale. Fonti di governo: «Non necessariamente seguirà una decisione». Preoccupano le scorte per l’inverno: i depositi sono pieni al 54% ma bisogna arrivare al 90%

20 giugno 2022
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3' di lettura

Il taglio delle forniture di gas da Mosca prosegue. Se le riduzioni dovessero proseguire a lungo, potrebbe essere messo ulteriormente a rischio il meccanismo degli stoccaggi, ovvero le riserve di gas che serviranno per l’inverno, già ora in rallentamento per gli alti prezzi del gas.

È proprio sul nodo delle scorte dunque che si sta concentrando il lavoro del governo, che in settimana sarà impegnato a fare il punto sulla situazione, individuare le misure per un piano per gli stoccaggi e valutare la possibilità di alzare il livello di allerta.

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Da preallarme ad allarme

Martedì 21 giugno è infatti fissata la riunione del Comitato tecnico di emergenza e monitoraggio del gas naturale, istituito al ministero per la Transizione ecologica: una riunione di carattere tecnico, ma che ha sul tavolo il tema del possibile innalzamento dallo stato di preallarme attuale ad allarme. Anche se alcune fonti avvertono che il Comitato potrebbe anche non prendere alcuna decisione. A metà settimana, forse mercoledì, il ministro Roberto Cingolani valuterà la situazione con il Comitato: una riunione a cui dovrebbero partecipare anche le società che forniscono gas. Solo successivamente il premier Mario Draghi potrebbe fare il punto con i ministri interessati.

Possibili decisioni autonome di Cingolani

Domani possibili nuove misure con una attenzione, in particolare, al riempimento degli stoccaggi, che non richiedono, precisano fonti governative, il passaggio dallo stato di pre-allarme ad allarme. Il ministro della Transizione ecologica, infatti, in base ad una norma del Dl contenente ’Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali’ dello scorso marzo, può decidere interventi straordinari di salvaguardia in modo indipendente, senza la necessità del passaggio allo stato di allarme.

Depositi pieni al 54% ma bisogna arrivare al 90%

La situazione al momento vede le forniture da Mosca proseguire a volumi dimezzati. Ma se i tagli non hanno al momento ricadute sui cittadini, visto che siamo in estate e al momento l’offerta resta comunque superiore alla domanda, si guarda con apprensione all’inverno. I depositi sono pieni al 54%, ma bisogna arrivare al 90% e l’aumento dei prezzi ha portato le aziende - che in tempi normali d’estate acquistano il gas a prezzo più basso e quello extra lo immagazzinano - ad un rallentamento del mercato degli stoccaggi, con gli incentivi introdotti nei mesi scorsi che ora non bastano più.

Ipotesi nuovi incentivi

Per mettere in sicurezza l’inverno si sta ragionando su una serie di possibili interventi che vanno dall’introduzione di nuovi incentivi (si guarda in particolare alla Germania, che offre un ampio spettro di garanzie pubbliche) alla moral suasion sulle grandi aziende fornitrici (come Eni, Enel, Edison, le utility locali). Non è escluso che, insieme agli altri, possa dare un ulteriore contributo anche il gestore della rete Snam, che ad aprile aveva contribuito a far partire la campagna di immissione negli stoccaggi con 700 milioni di metri cubi.

Tetto al prezzo del gas e diversificazione

C’è inoltre il nodo del tetto al prezzo del gas, misura su cui spinge Draghi e che sarà sul tavolo del Consiglio europeo del 23-24 giugno. Si punta poi sulla diversificazione, con l’Eni che oltre ai nuovi accordi con l’Algeria, ha avviato una partnership strategica con il Qatar sul gnl che aumenterà la disponibilità di gas sul mercato. Su un fronte parallelo, intanto, il governo lavora anche ai prossimi interventi per andare in soccorso di famiglie e imprese sul caro-energia: oltre al rinnovo per un altro trimestre del taglio degli oneri di sistema in bolletta, si lavora alla proroga (probabilmente per tutta l’estate) del taglio delle accise sulla benzina in scadenza l’8 luglio.

Ipotesi sconto rafforzato sul carburante

Tra le ipotesi, anche un possibile ’sconto rafforzato’, superiore a quello attuale da 30 centesimi (compresa Iva): se lo si portasse a 35 centesimi, servirebbero risorse per circa 1,2 miliardi al mese, a fronte del miliardo della misura attuale. Complessivamente al governo dovrebbero servire risorse per circa 4-6 miliardi, che non si esclude possano arrivare dall’extra gettito Iva.

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