di Serena Uccello
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Dalla Legge di Stabilità 2016 che ha introdotto il principio della sostituibilità tra erogazione monetaria ed erogazione in beni e servizi di welfare, i benefit sono una parte sempre più importante della retribuzione e sono spesso una cartina di tornasole dello stato di salute delle relazioni industriali in un’azienda. Dall’auto aziendale al bonus lavanderia, la mappa dei benefit che le imprese erogano ai loro dipendenti è sempre più varia e soprattutto nella sua articolazione sembra rispecchiare le evoluzioni sociali o come, è accaduto nell’ultimo anno, le emergenze. Quest’ultimo elemento emerge da una Survey a cura del Centro Ricerche Aidp, guidato da Umberto Frigelli, per Il Sole 24 Ore del Lunedì, su un campione di 180 direttori Hr.
Lo studio rivela che otto aziende su dieci hanno un programma di welfare e quelle che non ce l’hanno stanno pensando di attivarlo. L’altro elemento sostanziale è che in questo ultimo anno il 70% dei direttori Hr interpellati ha dichiarato di non aver sospeso il proprio programma. Segno che le aziende non hanno ridimensionato questa voce.
La conferma arriva anche da Stefania Rausa, direttore Marketing e Comunicazione di Edenred Italia, società specializzata nei pacchetti di welfare, che racconta «le aziende hanno mantenuto un atteggiamento lucido». A fronte cioè di una contrazione registrata nell’erogazione dei buoni pasto nelle fasi più dure del lockdown, non è stata invece segnalata alcuna sospensione dei benefit. Dunque, nessuno stop a causa del Covid ma una rimodulazione: almeno per il 60% delle aziende monitorate da Aidp. «Uno dei dati incoraggianti emerso dalla nostra survey - spiega Matilde Marandola, Presidente Aidp - è che, nonostante l’emergenza, i programmi di welfare sono proseguiti regolarmente nella maggior parte delle aziende, con una richiesta in crescita dei servizi legati all’assistenza sanitaria».
Più sanità, dunque, ma anche una maggiore attenzione al futuro e quindi alla pensione integrativa. Ma la voce che fotografa quanto abbiamo vissuto è l’importanza riservata agli aiuti per lo studio dei figli e più in generale agli sconti e ai buoni acquisto. Una tendenza riscontrata anche da Rausa, che conferma come ci sia stato uno spostamento delle priorità e un reindirizzamento dei bisogni per far fronte a quello che la crisi seguita al Covid ha lasciato scoperto: «Quindi tecnologia per la Dad dei figli e più in generale servizi per le famiglie». Meno attenzione al benessere individuale e quindi a tutta le sfera del tempo libero.
«I sistemi di welfare - prosegue Matilde Marandola - rappresentano ormai un processo indispensabile per creare engagement, motivazione e retention in coloro che lavorano nelle organizzazioni. La varietà di strumenti e la loro combinazione sono una parte necessaria del contratto di lavoro. Non è un caso che negli ultimi tempi i servizi offerti siano sempre più articolati ed eterogenei». Due le novità di questi mesi di cui tenere conto. La prima è «l’aumento della detassazione per i fringe benefit che ci auguriamo possa essere prolungato», dice Rausa (si veda l’altro articolo in pagina). La seconda è l’incremento dello smart working: «Questo – spiega Enrico Bartoli, direttore divisione corporate Sodexo Italia - renderà necessario l’adozione di sistemi di welfare che rendano più attrattivo il rientro in ufficio. Abbiamo osservato alcuni trend trasversali a tutti i settori: emerge una necessità di flessibilità e semplificazione, controllo ed efficienza, e infine sicurezza e sostenibilità».
Serena Uccello
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