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Conte: M5S non voterà la fiducia sul decreto aiuti. Crisi di governo più vicina

di Nicola Barone

Di Maio: "M5S genera instabilità nel Governo, giovedì verifica di maggioranza"

La linea definitiva del Movimento in vista di domani a Palazzo Madama. Conte: «Bene la diponibilità di Draghi ma non bastano le dichiarazioni di intenti». La Lega: «Così la maggioranza non c’è più». E Meloni chiede «elezioni subito»

13 luglio 2022
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3' di lettura

«M5s è l’unico partito che incalza il governo sulle emergenze Draghi è aperto all’ascolto ma non ci accontentiamo di dichiarazioni intenti E dunque:domani non possiamo che agire con coerenza». Così dice il leader M5s alla fine dell’assemblea dei parlamentari. Tradotto: i Cinque stelle non voteranno la fiducia al Dl Aiuti ma usciranno dall’Aula. La decisione arriva dopo un lunghissimo Consiglio nazionale. Poi l’assemblea dei gruppi di Camera e Senato. In ballo c’è la linea da tenere domani al voto di fiducia sul Dl aiuti in Senato che tiene con il fiato sospeso la maggioranza. Nel pomeriggio Conte chiede un nuovo incontro a Draghi, ottiene una telefonata: un colloquio nel corso del quale il leader M5S avrebbe riferito al premier che il Movimento non ha ancora preso una decisione sul comportamento da tenere . I due, viene riferito, hanno poi avuto una conversazione sull’agenda di Governo, sul merito dei singoli punti e su alcuni necessari approfondimenti. A fine serata torna l’ipotesi del non voto alla fiducia. Una decisione che potrebbe portare alla crisi di governo. E infatti la Lega subito avverte: «Se M5s esce dall’Aula la maggioranza non c’è più». E Giorgia Meloni incalza: «Subito elezioni».

Nella serata congiunta verso il voto

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Ma ecco il film della giornata. Il leader Giuseppe Conte, come annunciato ieri, nella riunione via Zoom ha illustrato la sua posizione in merito alle misure anticipate dal premier nell’incontro con i sindacati. I ragionamenti sulla linea da seguire. Deputati e senatori del M5S sono stati poi convocati per un’assemblea congiunta in serata assieme al leader Giuseppe Conte.

Le aperture di Draghi

Dopo il faccia a faccia con Conte il premier Draghi ha aperto sul salario minimo e con l’annuncio di un nuovo decreto corposo entro fine mese per far fronte alle “urgenze” sociali ed economiche del Paese. Ma avvertendo: il governo esiste per poter lavorare, «con gli ultimatum perde il suo senso». L’occasione per fare il punto sulla tensioni nella maggioranza e la tenuta dell’esecutivo è stata una conferenza convocata dopo l’attesissimo incontro con i sindacati di lunedì. L’ipotesi che i pentastellati giovedì escano dall’Aula del Senato quando sarà votata la fiducia sul Dl aiuti, continua ad agitare lo spettro della crisi.

Salvini: no a restare in esecutivo senza M5S

Il comportamento dei grillini potrebbe innsescare reazioni dagli esiti imprevedibii. «Noi non siamo disposti a restare in un esecutivo senza il M5S». Così Matteo Salvini, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del dipartimento della protezione civile della Lega, rispondendo a chi gli chiede cosa farà la Lega se il M5S non votasse il Dl aiuti al Senato. «Altre robe strane le lasciamo perdere, anche perché governare con il Pd non è esercizio facile», aggiunge il leader della Lega. «Non saremo noi a cercare pseudo responsabili in Parlamento. Meglio far votare gli italiani che far passare loro 9 mesi sulle montagne russe».

Letta: se via M5S cade tutto, non è ricatto o ripicca ma logica

Sulla stessa linea Enrico Letta. «Non voglio che venga visto come un ricatto ma se una forza politica importante come M5S» esce dal governo, «non è per ricatto o per ripicca che diciamo che cade tutto e si va al voto, è la logica delle cose e quello che hanno detto ieri Salvini e Berlusconi è una considerazione ovvia», segnala il segretario dem durante l’assemblea congiunta dei gruppi Pd alla Camera.

Rosato (Iv): andrà avanti comunque

«Il tema non è l’allargamento della maggioranza quanto l’M5S. Se decidesse di rompere con il governo, si creerebbe un’ulteriore e insanabile frattura all’ interno dei gruppi parlamentari» commenta il presidente di Italia Viva Ettore Rosato. Conte «voleva mettere molta demagogia nel governo, Draghi neanche una virgola», aggiunge, dicendosi comunque «convinto che l’esecutivo andrà avanti e che ci saranno i margini per finire questa legislatura portando a termine le cose che ci siamo impegnati a fare di fronte agli italiani e all’Europa». Un invito a evitare strappi arriva da Arturo Scotto, coordinatore di Articolo Uno. Nella lettera consegnata da Conte a Draghi «c’è una piattaforma progressista. Mi pare ci sia stata una prima risposta positiva, sapendo che le risposte non potranno arrivare tutte subito. Per ora vedo la novità politica, e la considero un’occasione da non sprecare. E spero che i 5 Stelle spingano insieme a noi e al Pd perché i risultati arrivino. È chiaro che se si apre una crisi di governo sarà più difficile che le risposte arrivino in tempi rapidi».

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