di Lucilla Incorvati
(Reuters)
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Un impegno “draconiano” di capitali e di competenze impiegati in tecnologia e innovazione ha portato JP Morgan ad essere il principale operatore al mondo nei pagamenti. Oltre 5200 pagamenti al secondo per un intermediato giornaliero di oltre 6 trilioni di dollari in 100 paesi. Nel mese di marzo 307 miliardi sono stati i pagamenti high value in euro( cioè con valuta nella stessa giornata) Non solo. La banca americana è la prima al mondo ad avere aperto una lounge nel metaverso. E ancora, la corporate e investment bank, tradizionalmente leader nel mondo dell'intermediazione finanziaria sui mercati globali, ha costruito in questi anni piattaforme di trading proprietarie e partecipa a piattaforme multi-dealer per consentire ai propri clienti di svolgere attività di trading in ogni momento, 24/24, 7/7, in ogni asset class e in ogni time zone. Ma oggi più che mai JP Morgan è impegnata a sostenere le nuove leve del fintech in Italia.
La velocità e la dimensione del cambiamento e della nuova competizione nel settore finanziario sono straordinari. Se pensiamo ad un colosso come Walmart che con l'adozione di tecnologie digitali, riesce a fornire servizi di carattere bancario ai 200 milioni di clienti che ogni settimana visitano I suoi supermercati negli USA . Apple dopo ad aver lanciato servizi quasi bancari sia con Apple Pay sia Apple Card, sta ulteriormente espandendo la propria offerta con altri prodotti quali la valutazione del rischio di credito e sistemi di pagamento e di trasferimento di denaro. «Questi due esempi mostrano come le grandi società tech che sono già al 100% digitali, hanno già centinaia di milioni di clienti e moltissime risorse da investire in dati e sistemi e siano dei veri e propri competitor per le banche internazionali-sottolinea Sarah Catania, Managing Director e Market Manager per JP Morgan Private Bank in Italia. La banca partecipa a BHeroes, programma per l’innovazione e la promozione di nuovi business grazie a mentorship, investimenti, networking e comunicazione con l’obiettivo di sostenere l’innovazione ma sopratutto una nuova generazione di imprenditori e imprese innovative. «Per il settore del banking, credo che nel futuro si potrebbero allargare i criteri di valutazione, per riuscire a riconoscere e supportare la nuova leadership guardano alle potenzialità e non solo alle performance passate - fa eco Fabio Cannavale di B Heroes.
JP Morgan dieci anni fa è stata la prima tra le grandi banche internazionali a capire la portata della disruption che l'innovazione tecnologica e i nuovi soggetti non bancari avrebbero portato in tutti gli ambiti del settore, pur in un contesto regolamentare diverso che rende le banche più ridige al cambiamento. JP Morgan ha abbracciato la scelta dell'innovazione anche attraverso una serie di acquisizioni di società fintech che hanno apportato un'ulteriore spinta.Tra le ultime OpenInvest, una piattaforma tecnologica che consente la modellizzazione e la personalizzazione dei portafogli secondo criteri Esg. Ha inoltre acquistato una partecipazione strategica Viva Wallet, una fintech greca leader europea nel settore dei pagamenti cloud – based per piccole e medie imprese. Altre partnership strategiche includono le NutMeg in UK ( un wealth manager digitale ora parte della nostra banca digitale inglese Chase International) e 55ip e Global Shares. In Italia JP Morgan investment bank è molto attiva nell'advisor per l'intero ecosistema dell'innovazione in Italia (ha lavorato alla transazione Sia- Nexi – Nets, alla fusione dell'azienda aerospaziale D-Orbit con Breeze Holding; nonché alla joint Venture tra Enel Green Power con il Fondo di Investimento del Qatar) mentre JP Morgan Private Bank è stata tra I primi interlocutori in Italia ad inserire nel dialogo con i propri clienti soluzioni di investimento legate al tema dell'evoluzione digitale e dell'innovazione. «Un'iniziativa che puntiamo a sviluppare è Tech Disruptors Vertical fondato da un ex-impeditore ora diventato banker idi JPMorgan che mette in contatto Imprenditori del mondo Tech - conclude Catania - con un network internazionale di investitori e altri imprenditori, con l'ambizione di promuove la crescita dell'intero ecosistema tech in molti Paesi, compresa l'Italia».
Lucilla Incorvati
redattore
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