Gas: il piano italiano per la sicurezza, tre i livelli
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Il tema dello stop alle importazioni di energia dalla Russia, finora rimasto sotto traccia dall’inizio dell’invasione decisa da Putin contro l’Ucraina, entra nel dibattito della politica italiana: è l’effetto delle choc per le immagini del massacro dei civili di Bucha, cittadina del nord-ovest della capitale ucraina.
Mentre l’Ue annuncia nuove sanzioni in arrivo per Mosca, a chiedere l’embargo su gas e petrolio russo è il segretario del Pd Enrico Letta con poche righe scritte in inglese su Twitter: «How many #Bucha before we move to a full oil and gas Russia embargo? Time is over” («quante Bucha prima di muoversi verso un pieno embargo di petrolio e gas russo? Il tempo è finito»). Un’uscita che ha raccolto nell’immediato il consenso di Pier Ferdinando Casini: «You are right (hai ragione)» è la sua risposta al tweet di Letta ma non trova sponde per ora nel Governo che di nuove sanzioni vuole discutere solo in concerto con l’Europa.
L’ipotesi di uno stop alle importazioni energetiche da Mosca - una decisione presa finora nell’Unione europea solo dalla Lituania e al di fuori della Ue da Usa e Gran Bretagna - era già stata ipotizzata da Letta pochi giorni dopo l’inizio del conflitto in Ucraina. «La guerra è un fatto unico, inaspettato e la Russia è il più grande produttore e fornitore di gas, gas che passa per l’Ucraina - aveva detto l’ex premier il 10 marzo 2022 - . In questa fase per essere coerenti con le sanzioni dobbiamo arrivare fino allo stop al petrolio e gas russo. Altrimenti i nostri soldi vengono usati per gli armamenti». Le immagini delle atrocità compiute a Bucha dai russi hanno spinto il segretario democratico a chiedere esplicitamente un embargo sulla Russia.
Un’apertura importante arriva dal governo tedesco, per bocca del ministro della Difesa di Berlino. L’Ue, ha detto Christine Lambrecht in un’intervista all’emittente pubblica Ard, dovrebbe discutere lo stop all’importazione di gas russo. «Deve esserci una risposta. Tali crimini non devono rimanere senza risposta», ha aggiunto, secondo quanto riporta il ministero della Difesa su Twitter.
«Belle queste dichiarazioni Enrico. Ma hai anche un piano per sostituirlo immediatamente? Perché fino a un mese fa eri contrario ad ogni investimento su gas e non ti ho sentito dire nulla su l’uso del carbone. È tempo di fare proposte serie» lo incalza il leader di Azione, Carlo Calenda.
Favorevole all’embargo si è detto anche il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova. «Bucha è un richiamo alla crudeltà inumana di questa guerra di Putin. È un richiamo ad agire, a disarmare in ogni modo i violenti. È un richiamo all’Europa e a tutti noi su cosa stiamo finanziando ogni giorno acquistando il gas russo. Sospendere l’acquisto di gas russo fino al cessate il fuoco sarebbe doveroso ed umano. Sarebbe nell’interesse dell’Europa che vuole costruire un futuro di libertà e democrazia e quindi di pace. Proviamo e cercare insieme, in Europa, un modo ragionevole per farlo».
«C’è voluto il massacro di Bucha per far arrivare da più parti, dopo 40 giorni di atrocità, la richiesta di fermare tutte le importazioni dalla Russia, anche di gas. Se invece di affidarsi all'invio di armi e sanzioni economiche marginali, si fosse deciso subito il blocco dell'import, ora forse Putin sarebbe ad un tavolo per trattare» sottolinea Stefano Fassina, deputato di Leu.
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