di Redazione Scuola
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«Sin dall'inizio del mio mandato ho considerato l'Afam come il terzo pilastro delle competenze del dicastero, al pari dell'università e della ricerca. Un ulteriore elemento portante del nostro sistema di infrastrutture creative, dal grande valore educativo, ma anche dall'enorme potenziale economico. Un veicolo culturale e identitario, capace di intercettare il desiderio - diffuso nel mondo - di avvicinarsi alla nostra cultura e al nostro capitale umano e di esperienze. Lo dimostra l'alto numero di iscritti stranieri ai corsi Afam - circa 13 mila studenti su 83mila - per un tasso pari al 15% del totale, in proporzione ben superiore a quanto avviene nel sistema universitario», così il ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, rispondendo il 2 gennaio in question time al senatore Pirondini (M5S).
«Il dialogo in Parlamento sulle prospettive del settore è aperto - ha detto Bernini rivolgendosi a Pirondini - come ha dimostrato l'ultima legge di Bilancio nella quale, grazie a un emendamento del vostro gruppo e con il sostegno del Governo, sono stati aumentati i fondi delle istituzioni Afam per iniziative e servizi a beneficio degli studenti con disabilità. Più in generale, conservatori, accademie e istituti superiori per le industrie artistiche meritano un investimento di fiducia e attenzione all'altezza delle aspettative di un corpo docente di qualità. L'obiettivo è condiviso: applicare compiutamente la riforma avviata nel lontano 1999. Una riforma che ancora necessità di interventi attuativi che solo oggi, dopo un lungo percorso, sono prossimi a giungere al traguardo. L'intero settore è infatti oggetto di un'ampia riflessione, che tocca i diversi temi del reclutamento dei docenti, dell'autonomia didattica delle istituzioni e che, in prospettiva, verrà estesa anche alla loro governance. Questa riflessione è stata condotta mediante il doveroso coinvolgimento dei protagonisti e dei rappresentanti del mondo Afam, che costituiscono una comunità plurale e nella quale è presente una ampia dialettica sulle prospettive del settore. Gli argomenti di confronto sono stati e sono molteplici, e tra questi il livello retributivo costituisce una parte importante, ma non esclusiva, della tema complessivo. Non si può prescindere, infatti, da una riflessione preliminare circa l'inquadramento giuridico e contrattuale del personale, rispetto al quale si confrontano posizioni a sostegno del modello costituito dal settore scolastico e altre, come quella rappresentata in questa sede, rivolta invece al modello del personale docente universitario. È bene ricordare, tuttavia, che ciascuno di questi modelli è caratterizzato da regimi specifici e modalità di selezione e reclutamento differenziati, nessuno dei quali è immediatamente trasponibile nel modo Afam senza i dovuti adattamenti. Sarà mio compito - ha concluso il ministro - ascoltare queste diverse sensibilità e contribuire all'individuazione di una sintesi, che tenga conto delle specificità del mondo Afam, nonché della pluralità dei suoi orientamenti diffusi tra i suoi docenti e nelle sue istituzioni».
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